"Romagna mia" e l'orgoglio delle figlie di Raoul Casadei: “Le parole di nostro padre sono rivelatrici”
Carolina: "Abbiamo un ristorante a Cesenatico, abbiamo avuto danni ma oggi siamo chiusi per andare ad aiutare i nostri amici di Cesena che sono stati colpiti più di noi: questo è il vero animo romagnolo"
E’ diventato l’inno dell’Emilia-Romagna, devastata dalla violenza dell’acqua. I volontari spalano il fango dai locali e dalle strade colpite dall'alluvione, ma lo fanno cantando “Romagna mia”. Il momento è ancora drammatico, ma sentire quel brano, utilizzato da centinaia di infaticabili soccorritori, giunti da ogni dove, riempi d’orgoglio Carolina Casadei, figlia di Raoul: “Brividi... brividi e orgoglio romagnolo". E Carolina rivendica le proprie radici, con i gesti che in questi giorni stanno identificando tutto il popolo Emiliano Romagnolo. "Abbiamo un ristorante a Cesenatico, abbiamo avuto danni – dichiara in una intervista rilasciata al giornalista Enzo Bonaiuto, di AdnKronos - ma oggi siamo chiusi per andare ad aiutare i nostri amici di Cesena che sono stati colpiti più di noi: questo è il vero animo romagnolo".
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Il ricordo di papà Raoul Casadei
La figlia tiene a ricordare le parole scritte dal papà Raoul nelle ultime righe della sua autobiografia, “Bastava un grillo”, dove afferma: "La nostra musica ha un segreto, che poi è quello della nostra gente: ha i piedi ben piantati a terra. E quando il vento soffia forte, può sbattere e inclinarsi ma rimane sempre salda e, soprattutto, sa ridere del vento". E proprio "questo è il bello dei romagnoli - commenta l'altra figlia, Mirna - ridono del vento, trovano sempre il lato positivo, la parte bella anche nei guai. Una dote innata di chi ama godere la vita lasciando sempre aperto il cuore. Per questo tiene botta: sa ridere del vento!".
La gente si aiuta a vicenda con il sorriso
"Siamo alle prese con una tragedia immane - prosegue Carolina Casadei -, ma il fatto che la gente canti mentre lavora dà un'emozione incredibile. Meno bello è vedere che nonostante tutto si faccia il concerto di Bruce Springsteen a Ferrara, con gente che ride e balla in un momento così brutto: penso a chi vede quelle immagini in diretta mentre sta in mezzo a una strada perché ha perso tutto... Invece è meravigliosa la sensazione nel sentire le note di 'Romagna mia' cantate con il sorriso dalla gente che aiuta altra gente in questa difficoltà. Tanti romagnoli che hanno scritto in un cartello di non chiamarli 'angeli del fango' ma in dialetto 'chi burdel del paciug', quei ragazzi del fango...".