Panariello: "Mi sono spogliato di tutto". Isabella: "Io, madre poco presente"
Videointervista ai due attori tra i protagonisti di "Uno per tutti", l'ultimo film di Mimmo Calopresti che ci svela un volto inedito dell'attore toscano

Una strana coppia tutta da scoprire quella di questa videointervista concessa a Tiscali.it. A mettere insieme Isabella Ferrari e Giorgio Panariello ci ha pensato il regista Mimmo Calopresti che li ha voluti tra i protagonisti del suo ultimo film “Uno per tutti”, nelle sale dal 26 novembre con una storia tratta dall’omonimo romanzo di Gaetano Savatteri. La storia è quella di un ragazzo di buona famiglia (il bellissimo debuttante Lorenzo Baroni: scommettete che ne sentiremo parlare ancora?) che riduce in fin di vita un suo coetaneo e che per questo finisce in prigione. Questo fatto fa improvvisamente riunire un terzetto di amici per la pelle, di quelli che da bambini si erano giurati amicizia eterna e che invece un drammatico episodio aveva separato e allo stesso tempo legato per sempre.
Tre amici e un segreto incofessabile - Si tratta di Gil (Fabrizio Ferracane) il padre del ragazzo, diventato un imprenditore ricco e senza scrupoli accanto alla moglie, infelice e irrisolta, interpretata appunto da Isabella Ferrari. L’altro amico è Vinz, interpretato da Giorgio Panariello, che invece nel frattempo è diventato un poliziotto ed è proprio lui che si trova il caso del figlio dell’amico tra le mani. Il terzo è Saro (Thomas Trabacchi), diventato un chirurgo. La storia si svolge su binari paralleli, tra flash back e un puzzle che lentamente si compone a svelare i segreti più oscuri dei protagonisti, chiamati a scegliere in base alla morale o alla antica solidarietà, richiamata in scena da un conto difficile da saldare con il passato.
Una madre irrisolta, una moglie infelice - Per la Ferrari un ruolo tormentato, dove dà il meglio: “Eloisa è una madre iperprotettiva, un po’ fallita nella sua missione di madre e di moglie. Cerca pace praticando buddismo e tai-chi ma non la trova. È una persona che vive alla finestra perché non riesce né ad andare ne a restare. Un’incompiuta gelida e lapidaria”. Isabella parla anche di sé come madre: “Questo ruolo ti mette davanti a problemi e dubbi che spero di non dover mai affrontare. Di fronte a un errore dei propri figli, nella madre c’è il razionale ma anche l’irrazionale, che in genere prevale. Per fortuna nella mia vita privata non mi sono mai trovata di frote a problemi del genere. Come madre sto imparando a lasciare andare i miei figli perché questa protezione si divora la loro libertà. Sto imparando a mettermi un po’ da parte”.
Un poliziotto che non spara - Giorgio Panariello invece è “un poliziotto. Ma non di quelli che spara e fa inseguimenti. È uno che ha problemi ad arrivare alla fine del mese, un divorzio alle spalle, un figlio che non vede quasi mai. Il rapporto più forte ce lo ha con i suoi vecchi aici che ritrova dopo 30 anni, uniti e divisi allo stesso tempo da un terribile dramma interiore”. Panariello in veste di attore drammatico risulta sorprendente, incassa i complimenti di tanti addetti ai lavori e svela: “Per fare l’attore drammatico ho imparato che devi togliere tutto. Io, da comico, sono abituato a esagere gesti, movenze, espressioni, esclamazioni. Invece Calopresti mi ha insegnato che i tuoi occhi dicono cose che nessun testo può scrivere, come la malinconia”.