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Niko Cutugno racconta Toto: le due famiglie, la scoperta del papà dalla settimana enigmistica

"Lasciatemi cantare, con la chitarra in mano," intonava Toto Cutugno, ma per suo figlio Niko, nato da una relazione extraconiugale, la scoperta del papà non è stata una canzone, bensì un colpo di scena degno di un film. A sette anni, Niko ha capito che il suo "papà ingegnere" era una star mondiale, grazie a una copertina della Settimana Enigmistica. In un'intervista al Corriere della Sera, il 36enne manager si racconta a cuore aperto, tra regali da sogno, assenze che pesano e un amore conquistato fino all'ultimo giorno di vita del cantautore.
 
Un papà nascosto dietro la Settimana Enigmistica - Immaginate un bambino che, nel 1996, sfoglia la Settimana Enigmistica e vede suo padre in copertina. "Mio nonno non resistette più, lo indicò e mi disse: ‘Quello è tuo padre’," ricorda Niko. Fino a quel momento, Toto si presentava come un ingegnere, un uomo che andava e veniva dalla loro casa a Roma, lasciando doni come una macchinina elettrica costosissima per il terzo compleanno del figlio. "Non avevo idea che fosse così famoso," confessa Niko, che da piccolo sentiva la voce di suo padre alla radio senza collegarla all'uomo che lo visitava.
 
Regali da sogno ma assenze pesanti - Essere figlio di Toto Cutugno era come vivere su un'altalena. "Era Babbo Natale: arrivava con doni incredibili e poi spariva," dice Niko. Un giorno lo portava a Disneyland, con l'autista che li lasciava sotto le Montagne Russe; un altro gli dava centinaia di euro per un taglio di capelli, ignaro dei prezzi reali. Ma dietro quel lusso c'era un grande vuoto: "Da bambino non percepivo una vera presenza," ammette. I compagni di scuola lo prendevano in giro per le auto di lusso, e solo nel 1997, dopo un servizio fotografico, Toto lo riconobbe ufficialmente, dando un nome al loro legame.
 
Quando Toto Cutugno morì nell’agosto 2023, stroncato da un cancro, Niko era al suo fianco. "Gli sono stato accanto fino alle sue ultime ore," racconta, "portai io le ceneri a sua moglie." Quei momenti finali, fatti di silenzi e tenerezze, hanno ricucito le distanze di un rapporto complesso. Oggi, a 36 anni, Niko è un manager e Breathwork Coach, ma porta con sé l'eredità di un padre che, come nelle sue canzoni, ha saputo mescolare malinconia e amore, lasciando un segno indelebile.