[L'intervista] "Sulla mia carne morbida passano l'arte e le storie di un'intera vita"

Attrice, cantante, scrittrice con un amore speciale per la fotografia. Ed è una raccolta di fotopoesie quella che compone Sulla mia carne morbida, il libro di Gisella Vacca pubblicato da Il cenacolo di Ares. Reduce dalla interpretazione a teatro di Canne al vento, il libro del premio Nobel Grazia Deledda, portato in scena con Caterina Murino, Rita Atzeri, Manuela Ragusa e Alessandra Leo, Gisella Vacca presenta al pubblico questa raccolta di testi abbinati ad immagini. Prossimi appuntamenti: 29 settembre al teatro Intrepidi Monelli di Cagliari, il 30 nella rassegna dell'associazione S'Andala a Meana Sardo (Nuoro). Con lei sul palcoscenico ci saranno i musicisti Nicola Meloni al piano e Francesco Moneti (Modena City Ramblers) al violino. Ne abbiamo parlato con l'autrice.
Gisella, come nasce Sulla mia carne morbida?
"E' il risultato di un lungo lavoro di stesura e raccolta dei testi. Quando ho incontrato le persone della casa editrice, e ho parlato loro di poesia, si sono messi sulla difensiva. Va di moda dire che la poesia non ha mercato, e soprattutto, purtroppo, ci sono in giro troppi brutti versi e racconti. Quindi ho fatto così: li ho invitati a casa e ho interpretato per loro i miei versi. Mi sono lasciata esaminare. A quel punto ogni dubbio è svanito. Ed eccomi qui, molto felice di questa pubblicazione".
Sei una delle attrici sarde più apprezzate. Radici barbaricine, vita a Cagliari, la città più grande dell'isola, il terminale col mare e il resto del mondo. Com'è vivere questa condizione 'a metà'?
"E' un bel miscuglio. E' importante scavare profondamente nella propria identità. Che è anche identità di lingua, luoghi, tradizioni. Io porto in scena anche un altro spettacolo, Le identità negate, sulle piccole patrie offese dalla storia e dalla violenza, come il Kurdistan. I loro versi sono potenti più di qualsiasi reportage giornalistico o documentario. Chi è saldo nella propria identità non può che aprire le braccia nell'accettazione dell'altro. Nel cortile dei miei nonni ad Ovodda ho cominciato a costruire il mio immaginario, il mio amore per l'arte e la scena. Se le radici sono lì, le foglie devono essere libere di espandersi. Cagliari ma anche molti luoghi in giro per l'Italia e all'estero sono parte di questo mio percorso".
Versi e foto come discorso sui mille aspetti della femminilità. Oggi in forma di rivendicazione e battaglia per equi diritti con il riesplodere del #metoo. Quale può essere un buon passo successivo per riavvicinare i sessi, i generi?
"Il rispetto, saper riconoscere la diversità, come già dicevo. La donne sono in continua evoluzione, le madri cambiano, ma al fondo di tutto c'è una cultura maschilista che fa muro verso l'accettazione delle persone. Prima di tutto questo siamo, e il discorso vale senz'altro per le donne. Se la vita è uno scambio con chi hai a fianco, allora vale la pena di viverla insieme. Se invece si pretende che le donne servano, accudiscano, sopportino, allora siamo alle ragioni per cui movimenti come #metoo hanno tutti i moviti di proseguire nella propria battaglia. Non capisco nemmeno chi propone sui documenti di identità dei bambini la dicitura genitore 1 e genitore 2 al posto di madre e padre. Non basterebbe, a questo punto, semplicemente genitore?".
Tra i versi del libro ce ne sono di molto intensi dedicati alla voce, e altri dedicati al corpo che si trasforma e al seno. Un ragionamento sul tempo che passa e ci cambia.
"La voce e il corpo non cambiano solo per via del passare degli anni. La voce si porta appresso il diario di ciò che abbiamo vissuto, di ciò che è rimasto delle varie esperienze trascorse nelle emozioni e nel corpo. E il seno significa non solo sedurre ma soprattutto nutrire, accogliere, dare vita e alimentarla. Nel libro ragiono su come quel tempio di carne che è il corpo sia in continua metamorfosi. E chissà, una volta completato il percorso di vita con questo mio corpo, potrei trovarne un altro. E riprendere a creare. In continuo contatto con la natura, che è molto presente nelle foto del libro. Un concetto che mi è molto caro".