[ll ritratto] Julie Andrews e il Leone alla star ribelle: da Mary Poppins al seno nudo in età matura per sfidare Hollywood
Da bambina prodigio del canto e del teatro al successi ad Hollywood. Poi, l'inizio della guerra per la propria indipendenza, insieme al marito Blake Edwards

Se lo spettacolo sta andando male ed è un fiasco al botteghino, devi fare una sola cosa: tira fuori le tette. E Julie Andrews lo fece. Per la prima volta nella sua carriera. Di fronte a tutti. Aveva 46 anni, non era più una ragazzina. Quella scena satirica in S.O.B. lasciò il segno e cementò ulteriormente l'unione ribelle con il partner artistico preferito, suo marito Blake Edwards, l'inventore di capolavori come Colazione da Tiffany, la saga della Pantera Rosa e I giorni del vino e delle rose. Il Leone alla Carriera tributatole alla 76ma edizione della Mostra del Cinema di Venezia non ha fatto che sancire la personalità e il talento fuori dal comune dell'attrice britannica, oggi 83enne. Ve lo dò io Mary Poppins e Tutti insieme appassionatamente, sembra essere la sfida sottintesa lanciata da sempre allo showbusiness ipocrita e maschilista dalla Andrews. Una che se lo può permettere: estensione vocale di quattro ottave (Freddie Mercury, spostati), bravissima in scena e bimba prodigio del teatro britannico in produzioni come The Boyfriend e My Fair Lady. Viso luminoso, corpo sinuoso e forte, professionalità alle stelle. Poteva una così ridursi alle regole degli studios di Hollywood? No. E infatti.
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Julie Andrews: il Leone alla carriera e i mille volti della diva ribelle
Un contratto per volta, senza vincoli né padroni
Venezia è stato solo l'ultimo festival a celebrare la leggenda vivente di Julie Andrews. La Storia ricorda: vincitrice di un Oscar, cinque Golden Globe, due Emmy, tre Grammy, due Bafta, un People's Choice Award, uno Screen Actor Guild, un David di Donatello, un Leone d'Oro, l'onoreficienza dell'Ordine dell'Impero Britannico. A 27 anni l'esordio tardivo nel cinema con il ruolo di Mary Poppins. La rese un'icona pop senza tempo, una delle più amate di sempre. Fu Academy Award al primo colpo e la Andrews diventò una delle attrici più pagate. Capendo subito che, a metà anni Sessanta, il mondo cambiava rapidamente e che anche gli studios non avrebbero più avuto il potere di una volta. Dunque: stop ai contratti pluriennali, basta a vincoli e padroni se non per un film alla volta. Rinegoziando condizioni e cachet. A fine anni Sessanta, la superstar ribelle Andrews ne ha abbastanza di fare la damina canterina e ballerina per famigliole (altro successo incredibile già alle sue spalle, Tutti insieme appassionatamente). Sposa Blake Edwards, tra i nuovi nomi della regia di successo ma altro caratterino incapace di sottostare agli ordini dei produttori. Ed è boato. Dopo aver lavorato in Il sipario strappato con Hitchcock, Julie stabilisce un sodalizio di ferro con Edwards. Che la reinventa nel look, nei ruoli, nell'immagine. Il loro primo "figlio" su pellicola è Operazione Crepes Suzette, un musical anomalo in cui la dissoluta Andrews seduce Rock Hudson, il bellissimo di Hollywood adorato dalle donne e già macerato dalla sua omosessualità vissuta in segreto. E' fiasco ma la coppia ribelle non molla. Anzi, molla gli Usa e con Blake e i loro cinque figli (adottivi e naturali) torna in Gran Bretagna.
Rifare le regole
Da quel momento il binomio Andrews-Edwards sarà sinonimo di indipendenza e controllo dei propri progetti, ad ogni costo. Lui torna al grande successo con Peter Sellers e la saga della Pantera Rosa, con Julie girano Il seme del tamarindo, il successo 10 in cui lei contende Dudley Moore alla bellissima e disinibita Bo Derek. Quindi è il momento della definitiva bomba contro Hollywood, gli studios, la dittatura dei produttori. La Andrews e suo marito presentano S.O.B. (acronimo di Son Of A Bitch, figlio di p....). Satira corrosiva sulle forzature cui bisogna sottoporsi in nome del successo. Julie stupisce e scandalizza, indossando i panni di attrice matura di musical che fa uso di droghe, parla male e per risollevare dall'insuccesso la produzione di cui fa parte accetta di denudarsi di fronte al pubblico. L'anno seguente, altro siluro lanciato contro chi vorrebbe dirti cosa fare: i due inventano Victor/Victoria, Julie è una drag queen che in scena cambia sesso, giocando col maschile e femminile, ammaliando il pubblico. Il film diventa una piece teatrale e i due tornano a lavorare a Broadway, ma i grandi centri di potere non dimenticano. Il successo è enorme ma alla Andrews viene offerta solo una nomination ai Tony, gli Oscar del palcoscenico. E' un attacco a suo marito, che Hollywood vuole punire. Julie risponde in modo spettacolare: convoca una conferenza stampa e annuncia che per quel motivo rifiuterà la candidatura. La notizia finisce su tutti i media e mette in subbuglio il mondo del teatro. Sempre insieme, Julie e Blake, lei continuerà ad amarlo e a stargli vicino fino alla morte di lui, nel 2010. Ma da lì non si torna indietro, anzi.
Più forte dell'incidente
Julie la diva indipendente non molla di un centimetro il suo approccio al lavoro. Nessuno può comandarle cosa fare. Ma un'altro dramma è dietro l'angolo. Una semplice operazione alle corde vocali si rivela un disastro: il dottor Scott Kessler sfregia quei muscoli e lascia cicatrici che tolgono la meravigliosa voce alla Andrews. Lei farà causa e avrà un risarcimento da 20 milioni di dollari, ma quel dono è perso per sempre. Quando sei una combattente, però, trovi il modo di andare oltre il dolore e la delusione. Negli anni Duemila Julie Andrews si rialza alla grande: è regista teatrale, doppiatrice, scrive libri per bambini, i film di supereroi la cercano e lei dà la sua voce inconfondibile a una creatura marina in Aquaman, comincia ad essere attiva su Facebook e lo fa attaccando da subito Donald Trump e i suoi tagli alla cultura negli Usa. Il prossimo passo sarà Netflix, che le offre in ruolo nella serie The Bridgertons che vedremo il prossimo anno. Nel mezzo, il remake di Mary Poppins in cui le viene offerto di comparire. Lei rifiuta. Il film sarà un fiasco. E sembra di sentirla, Julie Andrews, mentre canta perfida ai produttori: "Basta un poco di zucchero, e la pillola va giù".