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Diego Abatantuono: la vecchiaia da schifo, sommerso dai debiti e l'assegno da 17 milioni senza un perchè

L'attore milanese si racconta in un'intervista con la sua irresistibile ironia, senza filtri

Maria Elena Pistuddidi M.E.P.   

"Eccezziunale… veramente!": con questa battuta Diego Abatantuono ha fatto ridere generazioni di italiani, diventando un'icona del cinema che sa unire comicità e cuore. Ora, a 70 anni, l’attore milanese si racconta in un'intervista al Corriere della Sera con la sua irresistibile ironia, senza filtri, parlando di vecchiaia, debiti e della famiglia che considera il suo vero capolavoro. È il Diego di sempre: sornione, schietto, capace di trasformare anche le sventure in una risata amara ma genuina.

"Invecchiare? Una malattia, ma ci rido sopra"

"Non è che invecchiare sia proprio una passeggiata," confessa Abatantuono, con quel tono che mescola sarcasmo e filosofia di vita. "Diciamo la verità: invecchiare fa un po' schifo. È come una malattia con cui convivi, la prendi con calma. Ma poi ci sono i figli, i nipoti, e tutto cambia." Il compleanno del 20 maggio? Altro che festa: "Sarà un tour de force di saluti, 140 ‘ciao, come stai?’. Ma gli amici, quelli sopravvissuti, ci saranno." La sua schiettezza disarma, ma tra le righe c'è una tenerezza che parla di chi ha imparato a trovare un po' bellezza anche nei giorni più grigi.

Debiti e successi: una vita da film

Gli anni d'oro del "terrunciello" milanese, quel personaggio che ha conquistato l'Italia negli anni ’80, hanno portato fama ma anche guai. "Giravo film come Attila, firmavo assegni da 17 milioni senza sapere perché. Credevo di pagare tasse, ma i soldi sparivano. Sono finito sotto con i debiti, anni duri," ricorda. Poi la svolta con Pupi Avati e l'Oscar per Mediterraneo, un trionfo inaspettato: "Eravamo nel deserto a girare Puerto Escondido, magri, abbronzati, bellissimi. Alla premiazione, con lo smoking di Sean Connery, mi sentivo una star di Hollywood." Un aneddoto che dipinge un'epoca e un uomo che, nonostante tutto, non ha mai perso il gusto di ridere di sé.

La famiglia, il suo vero capolavoro

Se il cinema gli ha dato la gloria, è la famiglia il film di cui va più fiero. "Sbagli un agente, pazienza. Sbagli una moglie, sei finito," dice con un sorriso. Separato da Rita Rabassini, la considera ancora "una persona unica", madre di sua figlia Marta e nonna dei suoi tre nipoti, che lo travolgono come "il Circo Medrano". Con Giulia Begnotti, compagna da oltre 30 anni, ha avuto altri due figli, Matteo e Marco. A Lucca, dove si sono trasferiti per crescere i ragazzi insieme, ha costruito una famiglia allargata che è "il mio Oscar". Diego Abatantuono, a 70 anni, resta un uomo che sa trasformare le sventure in storie da raccontare, con un cuore grande quanto le sue risate.

 

Maria Elena Pistuddidi M.E.P.   
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