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Addio a Elsa Martinelli, la Audrey Hepburn italiana

di Adnkronos   
Addio a Elsa Martinelli, la Audrey Hepburn italiana

Roma, 8 lug. (AdnKronos/Cinematografo.it) - E' morta Elsa Martinelli, tra le attrici italiane più note a livello internazionale. Aveva 82 anni. Nata a Grosseto nel 1935, si trasferisce presto con la famiglia nella capitale dove viene notata dallo stilista Roberto Capucci, che la lancia nel mondo della moda, divenendo un’indossatrice conosciuta in tutto il mondo. Il debutto al cinema arriva negli anni Cinquanta con un film di Claude Autant-Lara ('L’uomo e il diavolo', 1954) ma la notorietà giunge un anno dopo con il western 'Il cacciatore di indiani' accanto a Kirk Douglas, che la scelse personalmente dopo aver visto una sua foto sulla rivista Life. Considerata l’Audrey Hepburn italiana a causa del suo fisico longilineo (nell’epoca delle maggiorate), la Martinelli non si impone cinematograficamente solo per il suo aspetto esteriore ma conquista anche la critica vincendo l’Orso d’Argento per la migliore attrice al Festival di Berlino nel 1956 grazie all’interpretazione nel film 'Donatella' di Mario Monicelli.

In seguito lavora con i più importanti registi e attori del panorama internazionale. Con Mauro Bolognini ne 'La notte brava' (1959); con Roger Vadim ne 'Il sangue e la rosa' (1960); con John Wayne in 'Hatari!' di Howard Hawks (1962); con Robert Mitchum ne 'Il grande safari' di Phil Karlson (1963); con Michel Piccoli ne 'La calda pelle di Jean Aurel' (1965); con Orson Welles gira 'Il processo' (1962), mentre con Elio Petri figura accanto a Marcello Mastroianni e Ursula Andress in un film dal sapore fantascientifico, 'La decima vittima' (1965). Dagli anni ’70 dirada la sua attività, ma nel 1976 è tra i protagonisti di 'Il garofano rosso', tratto dall’omonimo romanzo di Elio Vittorini. Quanto alla sua vita privata, nel 1957 aveva sposato il conte Franco Mancinelli Scotti da cui avrebbe avuto la figlia Cristiana. L’unione dura una decina d’anni, al termine dei quali la Martinelli divorzia e nel 1968 sposa il fotografo Willy Rizzo. Nel 1971 conduce il Festival di Sanremo accanto a Carlo Giuffrè. Sempre per la televisione, nel 1986 compare nella serie dei telefilm 'Atelier', per la regia di Vito Molinari e, dopo molti anni di assenza, fa capolino nuovamente al cinema con un film dell’esordiente Eugene Levy, 'Sette criminali e un bassotto' (1992), remake dell’indimenticabile 'Crimen' (1960) di Mario Camerini. Della sua vita privata e professionale ha raccontato molti aneddoti lei stessa nell’autobiografia 'Sono come sono. Dalla dolce vita e ritorno' pubblicato da Rusconi nel 1995. .

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