Kasia Smutniak tra i personaggi presi in mezzo allo "Scontro di civiltà"

Kasia Smutniak è abituata a fare i salti mortali tra film impegnati e non, tra prodotti ad alto e basso budget: recentemente l’abbiamo vista al cinema con l’action movie From Paris with Love a fianco di John Travolta, lo scorso anno nell’intenso Tutta colpa di Giuda di Davide Ferrario e nello stesso periodo anche nel roboante Barbarossa di Renzo Martinelli. Dal 14 maggio sarà al cinema con il piccolo film Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio, tratto dall’omonimo successo letterario di Amara Lakhous (edizioni E/O). Il lungometraggio prende un po’ le distanze dal testo scritto, “soprattutto nella struttura”, ammette la neo-regista Isotta Toso, le lunghe testimonianze dei personaggi che depongono la loro versione dei fatti sull’omicidio del giovane Lorenzo (Marco Rossetti), detto “il Gladiatore”, riscoprono una nuova vita. “Abbiamo dovuto creare da zero delle relazioni tra gli inquilini - afferma ancora la regista – per rendere il tutto più adatto al linguaggio cinematografico”. Sono gli inquilini che abitano nel palazzo dove avviene la tragedia, nel cuore del quartiere multietnico dell’Esquilino a Roma. In attesa di un vostro giudizio rilasciamo il commento del romanziere: “Un magnifico tradimento”.
Il microcosmo in piazza - A piazza Vittorio vive la coppia scoppiata composta dalla fotografa Giulia (Smutniak) e da Marco (Daniele Liotti), un ex “principe del foro” che ha abbandonato i tribunali dopo la morte del padre: “Rappresentano una generazione di trentenni che vivono in un limbo –afferma l’attrice di origine polacca – ne conosco molti e sono abbastanza noiosi”. C’è anche Lorenzo, il fratello di Marco, “razzista, aggressivo, anticonformista che sicuramente si comporta in modo sbagliato ma che più di tutti dice quello che pensa”, così lo descrive il giovane Rossetti. Poi ci sono l’algerino Amedeo (Ahmed Hafiene), la signora Fabiani (Milena Vukotic) con il suo cane Valentino che subaffitta l’appartamento all’ecuadoriana Maria Cristina (Kesia Elwin), l’iraniana Nurit, interpretata dall’attrice di Ozpetek Serra Yilmaz, il romanista Sandro (Francesco Pannofino) che ha un bar proprio in piazza e il professore milanese Antonio Marini (Roberto Citran), sempre attento alle regole. Non potevano mancare la portinaia del condominio, napoletana doc, e una moltitudine di cinesi.
Alle prese con l'integrazione - Uno scontro di civiltà, specchio dalla nostra penisola, forse un po’ allo sbando. “Stiamo vivendo un periodo storico molto particolare – afferma la regista – i nodi vengono al pettine proprio adesso perché siamo un paese che non ha conosciuto prima l’integrazione, un processo che da noi è solo agli inizi rispetto a Francia e Germania”. “L’Italia non è un paese razzista, forse dovremmo dare meno retta ai giornali e ai politici e imparare di più a convivere civilmente rispettando le reciproche culture”, aggiunge Kasia. “Non è proprio così – sottolinea Pannofino, tra l’altro doppiatore di Clooney – purtroppo da noi il razzismo c’è altrimenti non ci sarebbe stato Rosarno”. Abbandonando l’argomento delicato chiediamo alla compagna di Taricone quale sarà il suo prossimo passo nel mondo del cinema: “Vorrei cimentarmi in un film comico”. Magari in coppia con il compagno? “No – risponde – bisogna essere predisposti per lavorare in coppia e poi scoppierei subito a ridere, lui invece no, è molto più serio di me”.