"Un bambino assolda il Secco per salvare la mamma: così abbiamo vinto il Premio Solinas"
Intervista a Gianluca Santoni e Michela Straniero, vincitori come autori del miglior soggetto della manifestazione ritornata a La Maddalena: "La nostra è una commedia noir sull'eredità della violenza"

Denni (scritto con la i) è un ragazzino di 11 anni, che, per salvare sua madre dalle botte di suo padre, decide di farlo uccidere assoldando un killer improbabile, il Secco: è questo l’argomento di “Io e il Secco”, il vincitore come miglior soggetto del Premio Solinas, tornato finalmente a casa in quel di La Maddalena dove il 24 giugno avviene la cerimonia di premiazione con la chiusura di questa prima fase e l’apertura della seconda, quella cioè dedicata allo sviluppo delle sceneggiature degli otto soggetti finalisti.
Il brindisi in riva al mare in costume e infradito
A scriverlo una coppia di autori che si sono conosciuti al Centro Sperimentale di Cinematografia, Gianluca Santoni, marchigiano e Michela Straniero, romana. Ventisei anni lui, ventisette lei e tanta voglia di raccontare “l’eredità della violenza ma con un tono da commedia noir”. Tiscali.it li ha intervistati dopo che gli organizzatori del premio Solinas, e in particolare Annamaria Granatello e Francesca Solinas, rispettivamente direttore artistico e presidente onorario del premio nato 32 anni in memoria del grande sceneggiatore sardo, hanno deciso di coglierli di sorpresa. “Già, è stato un annuncio a tradimento”, raccontano ridendo i due giovani autori. “È successo nel corso di un aperitivo a Punta Tegge e noi eravamo in costume ed infradito. Ci avevano detto che era una cosa informale e ci eravamo anche già fatti il bagno. Ma insomma la nostra felicità è grandissima. I festeggiamenti poi sono continuati fino a tarda notte con un altro bagno in mare e diversi brindisi a base di mirto”.
La nostra commedia noir attaccata alla realtà
Ora Gianluca e Michela, così come gli altri finalisti dovranno confrontarsi con la oro prima sceneggiatura: “Lavoreremo in tandem, come abbiamo fatto finora e cercheremo di mettere in pratica i consigli che ci hanno dato i giurati del Premio Solinas che, in certi casi, hanno svolto un preziosissimo ruolo di tutor facendoci notare i punti di forza e quelli più deboli del nostro soggetto. Un soggetto che però manterrà intatto il titolo “perché “Io e il secco” ci piace molto e il tono, che sposa il realismo alla Ken Loach con la commedia”. La storia suggerisce una riflessione sulla violenza che si eredita, come vortice dal quale è complicato sfuggire. “Il ragazzino Denni per risolvere un problema di violenza pensa sia giusto uccidere il padre e quindi compiere una nuova violenza. In realtà il killer professionista che assolda, Sergio detto il Secco, a parte i tatuaggi e l’aria truce, è soltanto un poveretto che ha molto bisogno di soldi. La loro relazione però si evolverà e Denni troverà nel Secco quella figura paterna che non ha mai avuta. Alla fine non ucciderà il padre, se non metaforicamente, sostituendolo con il Secco”.
I due vincitori intascano un asegno da duemila euro. “Che cosa ci faremo con i soldi? Ci pagheremo l’affitto”.