Nonostante i tantissimi film che ha interpretato per molti italiani Clotilde Courau è ancora soltanto l’attrice francese che ha sposato il principe Emanuele Filiberto di Savoia. Ma quest'attrice fiera, appassionata ed eclettica ha molto altro da dire. L’abbiamo incontrata a Roma per “Rendez Vous, il Nuovo Cinema Francese”, manifestazione che le ha dedicato un largo spazio. Elegante e sincera, ecco cosa ci ha raccontato di sé e del suo amato lavoro.
Che periodo è questo per il cinema francese?
Il cinema francese attraversa un periodo prolifico e creativo nel quale le donne hanno sempre più spazio”.
Nella rassegna “Rendez Vous”, sul cinema francese, in effetti si parla in particolare delle donne e del loro ruolo davanti e dietro la macchina da presa. Tu sei attrice. Ti piacerebbe un giorno esordire come regista?
“Oltre che attrice per il cinema, sono anche produttrice dei miei spettacoli teatrali. Non sono ancora passata dietro la macchina da presa. Succederà un giorno? Può essere. Ne parlerò quando succederà”.
Qual è il tuo ruolo preferito tra quelli che vengono presentati in questa rassegna? E perché?
“In quanto interprete, non scelgo i miei film in base al ruolo ma in base alla messa in scena. Poiché ciò che mi interessa nel mio lavoro è la collaborazione col regista: il film è il suo sguardo sul mondo, il suo universo nel quale io mi eclisso. Quindi riguardo ai tre film presentati qui a Roma, per me è abbastanza difficile scegliere. L’esperienza con Philippe Garrel è stata di una tale intensità che sceglierei “L’ombres des Femmes”. Ma anche l’esperienza con Philippe Claudel in “Tous le soleil” è stata determinante grazie alla sua esperienza. In quanto a “Le Ciel attendra” di Marie-Castille Mention-Schaar si tratta di un tentativo di parlare di un problema francese che è anche un problema mondiale, ovvero di queste giovani che si sono imbarcate nell’Isis e che partono a combattere in Siria”.
In passato hai anche vissuto in Italia. Qual è il tuo rapporto con questo paese e con Roma in particolare?
“Rispetto a molti francesi, in effetti ho un rapporto più stretto con l’Italia. Per me Roma è Cinecittà, è la storia del cinema italiano. Perciò è difficile essere a Roma senza avere un pensiero verso Fellini, Rossellini e verso tutti quegli attori che mi hanno ispirato, come Marcello Mastroianni, Vittorio Gassmann, Claudia Cardinale, Sofia Loren”.
Ti piacerebbe lavorare in Italia?
“Sicuramente. Una delle ragioni per cui sono a Roma è di poter presentare per la prima volta inl mio lavoro. Sono una donna che si è fatta da sola, che non viene da una famiglia di artisti, che ha passato degli anni a costruire la propria carriera e che ha sempre continuato a prendere la storia . Ho un amore per Matteo Garrone ha fatto dei film straordinari e che sfortunatamente non è messo avanti nel vostro sistema. Non è giusto, ha il cuore sulle mani, ha lo sguardo e ha molta forza e intelligenza. Non so che se potrà utilizzare una donna francese come me nel suo universo ma certo mi piacerebbe molto lavorare con lui. C’è anche un altro regista Luca Guadagnino, che ha una scrittura. E poi vorrei scegliere Valeria Bruni tedeschi e Valeria Golibo e non dimenticherei Asia Argento: ha una forza, un carattere, un universo, .
Hai detto che sei una donna che ha combattuto e che si è fatta da sola. Quali sono stati i momenti più difficili? E qual è la cosa di cui vai più fiera?
“Il momenti difficili fanno parte della vita e il mio orgoglio è ogni volta poterli superare. È la verità. Nella vita ci sono momenti difficili che servono per far uscire la nostra forza. Se attraversiamo solo momenti facili non ci si rende più conto di niente e non si usa la propria forza per combattere. Perciò devo ringraziare tutti i miei momenti difficili che hanno fatto sì che oggi io arrivi ancora a sorridere e ad avere delle speranze, dei desideri, dei sogni. E perfino a pensare che alla mia età non sia finita”.
Qual è il tuo più grande sogno?
“Come attrice il mio più grande sogno è continuare a are il mio mestiere come una professione di fede. Oggi la cultura è in grande pericolo e voi in Italia lo sapete meglio di chiunque: le sale cinematografiche e ei teatri chiudono e le persone si battono per avere un po’ di soldi per mantenere viva la cultura italiana. Noi in Francia non siamo ancora in questa situazione ma di sicuro la nostra cultura è in pericolo. Perciò io faccio il mio mestiere come una missione: vado nei teatri, faccio delle letture, frequento ambienti dove l’accesso alla cultura non è garantito e scelgo film non necessariamente facili ma che hanno un messaggio universale e cioè l’amore e le battaglie che ognuno di noi deve compiere. Il mio sogno è di continuare la mia lotta e che un giorno le generazioni future ci possano dire “grazie, perché avete preservato la cultura”. Come donna cerco di essere un buon esempio per le mie figlie e il mio più grande sogno è che loro saranno un giorno soddisfatte, felici e pronte a prendere in mano la loro battaglia”.