Raz Degan, dalla vita nel kibbutz al trullo trasformato in Eden. "Attore? Sono un contadino"
L'attore israeliano torna sul piccolo schermo, sebbene ormai la sua nuova passione sia il prendersi cura della terra
"Sono più un contadino campagnolo che un attore". Parole inaspettate da chi ha calcato le passerelle internazionali e lavorato con Oliver Stone, eppure Raz Degan non potrebbe essere più sincero. Nella Valle d'Itria, tra gli ulivi secolari della Puglia, ha trovato la sua dimensione in un trullo che era poco più di un cumulo di pietre e oggi è il suo personale paradiso terrestre, dove produce olio e coltiva il suo ideale di vita sostenibile.
Il privilegio di vivere due mondi diversi
Nato in un kibbutz israeliano, Degan porta con sé le radici di una vita comunitaria a stretto contatto con la terra. Figlio di genitori separati - madre americana a New York e padre israeliano rimasto nel kibbutz - ha avuto il privilegio di vivere due mondi completamente diversi: quello artistico trasmessogli dalla madre e quello più essenziale del padre.
La trasposizione della sua vita in un film
La sua carriera artistica lo ha visto collaborare con registi del calibro di Robert Altman e Oliver Stone, ma è stato l'incontro con Ermanno Olmi nel film "Centochiodi" (2007) a segnare una svolta significativa. Nel film interpretava un professore che abbandonava tutto per vivere in un rudere sul Po, una scelta che rispecchiava in qualche modo il suo personale percorso di vita.
Ha trasformato un rudere in un piccolo Eden
Dopo anni di nomadismo e una carriera nel mondo dello spettacolo e della moda, Degan ha infatti scelto di tornare alle origini, stabilendosi in Puglia. Il suo trullo, inizialmente un rudere abbandonato, è diventato il simbolo della sua filosofia di vita: "La vera ricchezza è data dalla natura, dallo sporcarsi le mani di terra, piantare un albero, innaffiare l'erba", afferma l'attore al Corriere della Sera definendosi appunto più "contadino campagnolo" che star del cinema.
Il ritorno in tv come attore
Questo ritorno alla terra non gli impedisce di continuare la sua carriera artistica, ora arricchita da un nuovo importante ruolo: quello di Stephen in "Un passo dal cielo" (dal 9 gennaio su Rai Uno), la fortunata serie tv dove interpreta il fondatore di Origin, un'associazione che studia gli effetti del cambiamento climatico sui ghiacciai. Un ruolo che gli calza a pennello, vista la sua militanza ambientalista.
Ma preferisce la regia
Negli ultimi anni, come ha spiegato "Da noi… a ruota libera" l'attore ha preferito dedicarsi alla regia e alla produzione, prendendo le distanze dal mondo dello spettacolo che definisce "un'arma a doppio taglio". Un mondo dove, come lui stesso ammette, "quando sei protagonista sul set il risultato non sempre dipende da te". Se oggi è tornato davanti alla telecamera per "Un passo dal cielo" lo deve anche alla sua compagna Cindy Stuart, che lo ha incoraggiato dopo aver letto il copione. Una scelta che si allinea perfettamente con il suo desiderio di lasciare un'impronta significativa attraverso progetti che possano veicolare messaggi importanti.
Il progetto per il futuro
Il suo prossimo progetto? Un'autobiografia per Rizzoli che racconta il suo percorso personale attraverso le prove familiari. Perché, come lui stesso ama ripetere, "la vita è un viaggio, non una destinazione".