Pacifista o no? La lezione di Richard Gere sulla guerra in Ucraina: "Non sono Gesù Cristo e nemmeno Buddha"
"La non violenza è forse impossibile ma dobbiamo fermare attacchi e abusi e dare aiuti umanitari"
Inviare armi all'Ucraina o autodefinirsi "pacifisti" e erò lasciar agire industurbato Putin? È uno dei dilemmi che divide la politica ela società italiana, divisa ora come non mai su quale atteggiamento sia giusto tenere di fronte alla guerra scatenata dalla Russia in Ucraina.
A questo proposito una riflessione molto utile soprattutto per non cadere nella trappola di certe definizione l'ha data Richard Gere, ospite domenica scorsa di Fabio Fazio a "Che tempo che fa".
La star americana, nota da anni per il suo impegno umanitario e anche per aver abbracciato la religione buddista, a dispetto da quello che ci si poteva attendere non si definisce un "non violento totale".
Ecco cosa ha detto: “Ci sono due diversi approcci: il primo è quello della non violenza totale, però non sono Gesù Cristo, non sono Buddha purtroppo, e molti pochi personaggi possono definirsi tali. Io sono un non violento ma forse la non violenza totale è impossibile. Dobbiamo fare il possibile per fermare gli attacchi, impedire gli abusi, soprattutto dare aiuti umanitari. Io la considero anche un’opportunità per guardare a livello globale cosa stiamo facendo: visto quello che sta succedendo con Putin è il momento di dire no ai combustibili fossili e pensare a cosa fare dal punto di vista energetico, ecologico. Dobbiamo considerarci fratelli e sorelle, e questo deve funzionare a ogni livello, pratico, interpersonale e internazionale”.