Giuseppe Cruciani, dall' esperienza gay "strozzata" sul nascere al rapporto con Vannacci
Il conduttore radiofonico si racconta in un'intervista e annuncia l'uscita del suo nuovo libro "Via Crux - Contro il politicamente corretto"

Tra colonscopie radiofoniche e libertarie provocazioni, Giuseppe Cruciani si racconta in un'intervista al Corriere della Sera e annuncia l'uscita del suo nuovo libro "Via Crux - Contro il politicamente corretto". "Ogni giorno con David Parenzo facciamo la colonscopia dell'Italia", scherza Cruciani, descrivendo la loro fortunata trasmissione "La Zanzara". Un'analisi senza filtri della realtà che, come sottolinea, ha permesso di anticipare fenomeni politici come l'ascesa della Lega e di Giorgia Meloni.
La catalogazione Lgbtq+ è aberrante
Al centro del suo attivismo, la lotta al "pensiero unico" e al "politicamente corretto". "La catalogazione Lgbtq+ è un'aberrazione", sostiene Cruciani, libertario convinto che si batte per la libertà di espressione e contro ogni forma di censura. "A me non frega se uno è bisessuale, trisessuale, se fa le orge, lo valuto per quello che è e pensa. Lo dico da libertario, non da moralista di destra, eppure passo per omofobo anche se sono a favore di adozioni gay, utero in affitto e matrimonio gay uguale a quello etero".
L'esperienza omosessuale
Nel libro, Cruciani ripercorre anche la sua esperienza personale, raccontando le serate al Muccassassina. Un episodio in cui, secondo lui, l'ombra del nonno "papalino" ha avuto un ruolo determinante. "Da ragazzo, a Roma, mi piacevano le serate del Muccassassina organizzate da Vladimir Luxuria, in cui immaginavi cose che succedevano nelle dark room. Ma vengo da una famiglia in parte papalina. Mio nonno Alfredo Rosati, cavaliere di cappa e spada, era nel cerimoniale del Papa. Una sera, al Muccassassina, ho avuto un’attrazione per un tipo alla Freddie Mercury, vestito di pelle, ci siamo scambiati sguardi, avvicinati, ma al dunque non ho concluso. Forse il nonno Rosati nella mia testa mi ha bloccato".
Il rapporto con Roberto Vannacci
"Non lo sento spesso - ammette Cruciani - ma gli ho presentato il libro due volte, tra le proteste dei manifestanti". Un legame di stima e amicizia che supera le divergenze di opinione: "Non ne condivido tutte le idee, ma apprezzo la sua libertà di pensiero". Sul tema dell'immigrazione, si definisce "non razzista, ma contro l'immigrazione clandestina". Una posizione che lo porta a scontrarsi con la retorica del "buonismo a tutti i costi". "Io rivendico il diritto di essere egoista - afferma - senza egoismo non ci sarebbero sviluppo e progresso".
Gli scontri con Parenzo
Inevitabili, poi, i ricordi degli scontri con Parenzo a "La Zanzara", soprattutto durante il dibattito sul Covid. "Sul vaccino eravamo su posizioni opposte - racconta Cruciani - e abbiamo litigato molto. Mi dispiaceva perché lo stimo e siamo amici". Personaggio scomodo e controcorrente, il conduttore non teme le polemiche e rivendica il suo diritto di dire la sua. "Se sei famoso, nella rissa ci rimetti sempre tu - conclude - meglio passare per vittima". Un monito che, forse, vale anche per i tempi in cui viviamo, dove la libertà di espressione sembra sempre più sotto minaccia.