Politica e tv tra par condicio e prima serata: l’eterna lotta tra Vespa e Mentana

Puntuale, la par condicio sulle apparizioni in TV dei candidati fa discutere e crea polemiche anche per queste elezioni

di Camilla Soru

Una campagna elettorale non è mai davvero cominciata fino a quando un leader politico non inizia a pretendere il rispetto della par condicio. I tempi andati, in cui bastava una legge sulle affissioni per garantire equità nella promozione delle diverse tendenze politiche, sono appunto andati e in un marasma di mezzi, strilloni e programmi tivù basta un minuto a scatenare ire e appelli (giusti, sia chiaro) all’Agcom. Molti si ricorderanno di quando Berlusconi imperava indisturbato ovunque nella magia degli anni 90. Servizi, ospitate, sorrisi smaglianti e bianchissimi e battuta pronta. Oggi anche i meno sensibili ne sarebbero infastiditi, l’importanza della par condicio l’abbiamo capita e imparata esattamente come abbiamo imparato a non buttare le cartacce a terra e ad allacciare la cintura di sicurezza. 

In questi giorni intensissimi di liste elettorale compilate nell’agosto più caldo di cui abbiamo memoria, tra le vampate e gli inviti a rimanere idratatissimi arrivano anche loro, quelli che si sentono esclusi. 

COSA STA SUCCEDENDO ESATTAMENTE? 

L’eterna lotta Vespa/Mentana si riaccende. Iniziata il 5 settembre 2005 quando Mentana va in onda con la sua prima puntata di “Matrix”, informazione, politica e approfondimento in seconda serata, Ma non una seconda serata qualsiasi, bensì quella che già da dieci anni apparteneva a Bruno Vespa e al suo Porta a Porta. Da allora i due anchorman d’eccellenza non hanno mai smesso di provare ad arrivare l’uno prima dell’altro. Questa volta il colpaccio è di Bruno Vespa: il 22 settembre, tre giorni prima del voto, ospiterà in prima serata nel suo studio il duello politico tra Enrico Letta, segretario del Partito Democratico e leader della coalizione di centro sinistra, e Giorgia Meloni, leader del centro destra.

L’annuncio dello storico presentatore di Porta a Porta però scontenta gli altri due protagonisti di questa insolita campagna elettorale a quattro. 

Giuseppe Conte e Carlo Calenda non ci stanno, un duello tra Letta e Meloni non rispetterebbe l'obbligo di assicurare a tutti i soggetti politici, con imparzialità ed equità, la parità di trattamento nell'accesso all'informazione e alla comunicazione politica. Calenda, con un tweet molto duro, annuncia che scriverà ad Agcom e agli editori perché, a suo dire, Letta e Meloni vogliono confrontarsi solo tra di loro in “questa stucchevole telenovela Sandra e Raimondo”. Lo segue il leader del M5S “Apprendo - si legge in una nota stampa di Conte - da un'intervista di Bruno Vespa che da tempo Letta e Meloni lavorano a un accordo per fare un confronto da soli, a lume di candela, in prima serata in Rai, servizio pubblico. Questo accordo è stato evidentemente portato avanti escludendo le altre forze politiche fra cui la mia, il Movimento 5 Stelle, che è numericamente il secondo gruppo del Parlamento”. 

Ma Vespa ha la risposta pronta: garantirà mezz’ora in prima serata ad ognuno dei 4 leader, semplicemente Letta e Meloni hanno rinunciato alla loro mezz’ora in solitaria per farla diventare un’ora di confronto finale. E allora, prosegue Conte, "se, come si sostiene nell'intervista, Letta e Meloni hanno rinunciato alla loro mezz'ora in prima serata sul servizio pubblico per fare un'ora di confronto a due, a tutti deve essere concessa questa opportunità” e si dichiara immediatamente disponibile a cedere la sua mezz’ora per partecipare all’incontro esclusivo del 22 settembre. Si spinge oltre Clemente Mastella che in una lettera ai vertici dell'azienda di Viale Mazzini annuncia un suo sciopero della fame "se le regole sulla parità di accesso fossero disattese”. 

Ci prova Enrico Mentana a riportare serenità in prima serata con la sua controproposta: un invito a quattro con Letta, Meloni, Calenda e Conte su la7 per un vero confronto orizzontale, democratico e rispettoso delle regole stabilite dall’Agcom. 

Ma le cose non sono mai quelle che sembrano, non si tratta mai solo di tempi e opportunità. La cosa interessante di questa vicenda è che rispecchia alla perfezione quello che sta accadendo nelle sedi romane dei partiti. Questa bagarre trasferisce per un attimo in tv la domanda che striscia in tutta questa campagna elettorale: è una campagna a due o a quattro? Se da una parte il terzo e quarto polo cercano di ribadire la loro presenza in ogni modo, Letta e Meloni continuano la loro corsa polarizzante nella quale esistono solamente due schieramenti in campo. 

Del resto siamo abituati così, tutta la storia della seconda Repubblica è caratterizzata da due leader, identificabili in maniera chiara e fortemente contrapposti, che si confrontano. E’ così che ci hanno abituato le grandi elezioni degli Stati Uniti. Due, diversissimi. Due tra cui scegliere. Due tra i quali è impossibile fare confusione. Quando si tenta invece di rompere questo schema qualcosa va sempre storto, qualcuno rimane indietro. Perché basta aggiungere l’opzione C per passare da semplice a contorto.

Come nella grande campagna del 1994 che vedeva Berlusconi, Occhetto e Mario Segni. Tutta la programmazione Fininvest fu volta a polarizzare il più possibile la comunicazione, culminando con la storica puntata di “Braccio di Ferro” condotta da Enrico Mentana. Un braccio di ferro a due, a differenza delle posizioni aperte di oggi, in cui Mentana ospitò solamente Berlusconi e Occhetto, diversissimi in tutto, persino nell’abbigliamento. Lasciando fuori Mariotto e il suo “Patto per l’Italia” 

Ma oggi è oggi, e l’Agcom ha già risposto con una nota che “nella prossima riunione, già convocata per mercoledì 24 alle 15.30 (dopo la presentazione delle liste elettorali), nell'ambito della propria attività di vigilanza sulla materia della par condicio, che, com'è noto, impone alle emittenti radiotelevisive pubbliche e private l'obbligo di assicurare a tutti i soggetti politici, con imparzialità ed equità, la parità di trattamento nell'accesso all'informazione e alla comunicazione politica, esaminerà i dati di monitoraggio riferiti alla campagna elettorale e gli esposti e le segnalazioni pervenute. In tale riunione - prosegue la nota - l'Autorità esaminerà anche la lettera del Presidente della Commissione per l'indirizzo e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi sulle modalità di organizzazione delle presenze delle varie forze politiche nell'ambito della trasmissione "Porta a Porta" durante il periodo elettorale e, in particolare, nella fase conclusiva del medesimo, e le altre segnalazioni pervenute al riguardo”. 

Nel frattempo che si attende il pronunciamento dell’Agcom cerchiamo di godere degli ultimi scampoli di ferie per prepararci ad un settembre infuocato da temperature e polemiche, con una certezza: comunque vadano le cose Mentana e Vespa faranno incetta di ascolti. Perché sarà pur vero che questa è l’epoca dei talent show e della tv leggera, ma niente funziona bene come la cara, vecchia tribuna politica.