Donatella Rettore nella bufera, dalla gaffe razzista al confronto inopportuno Tenco-Heysel. Imbarazzo in Rai
Doppio scivolone per la cantante in poche ore: prima nel programma "Ora o mai" più, poi a "Domenica In"

"Splendido splendente" non è stato certamente il weekend televisivo di Donatella Rettore, protagonista di due clamorosi scivoloni nel giro di 24 ore sulle reti Rai.
La prima gaffe a "Ora o mai più"
Il primo scivolone durante la puntata di "Ora o mai più", quando la cantante veneta si è lasciata andare ad un commento che ha gelato lo studio. Mentre valutava l'intensa interpretazione di Loredana Errore su "La notte" di Arisa, accompagnata dal coach Marco Masini, Rettore ha esordito con un apprezzamento che si è trasformato in forte imbarazzo: "Mi sei piaciuta molto, smettila di piangere perché non credo ai piagnistei. Li odio. Nella vita si piange troppo". Fin qui tutto bene, ma poi è arrivato il resto: "Hai tirato fuori un vibrato eccezionale, mi sembravi quasi una neg*a".
Il gelo è calato immediatamente nello studio. Il conduttore Marco Liorni, con prontezza di riflessi, è intervenuto per correggere il tiro: "Sembravi quasi una voce black". La stessa Loredana Errore ha dovuto richiamare l'attenzione sull'inappropriatezza del termine: "Sicuramente una voce black, non ne*a, ne*a non è una bella parola". Rettore ha tentato di rimediare: "Nera, nera ho detto una voce nera. Non è Aretha Franklin, però 9", ma ormai il danno era fatto.
Il bis shock a "Domenica In"
Come se la prima gaffe non fosse bastata, il giorno seguente nel programma di Mara Venier, la cantante ha bissato con uno scivolone ancora più clamoroso. Durante una discussione sul Festival di Sanremo 1967, parlando della tragica scomparsa di Luigi Tenco - uno dei momenti più bui nella storia della musica italiana - Rettore ha azzardato un paragone quanto mai inopportuno con la tragedia dell'Heysel.
La confusione sui numeri dell'Heysel
Non solo il paragone è apparso fuori luogo, ma la cantante ha anche commesso un grave errore sui numeri della tragedia, parlando di "centinaia di migliaia di morti". È stato necessario l'intervento del giornalista Marino Bartoletti, presente quella drammatica sera a Bruxelles, per ristabilire la verità storica sui 39 morti e 600 feriti di quella terribile tragedia del 29 maggio 1985. "Io ero lì", ha precisato Bartoletti, "e non si fermò per questioni di ordine pubblico. Se non si fosse giocata quella partita, si ammazzavano altre 20-30 persone. Un discorso completamente diverso".