Marco Damilano ha vinto la scommessa, si allunga e commenta il caso Sangiuliano-Boccia
Il giornalista riparte per la terza stagione con 'Il cavallo e la torre", in onda dal lunedì al venerdì, dal 9 settembre dalle 20.40 su Rai 3. Ecriparte da Liliana Segre ma non si sottrae al commento sul fatto del giorno
Marco Damilano è entusiasta di tornare su Rai3 con 'Il cavallo e la torre', in onda dal lunedì al venerdì, dal 9 settembre dalle 20.40. "Arrivare alla terza stagione rappresenta un riconoscimento per chi ci mette la faccia e per tutti quelli che lavorano alla realizzazione del programma".
Le novità
"È uno dei principali programmi su cui puntiamo - sottolinea il direttore dell'Approfondimento Rai, Paolo Corsini, in conferenza stampa -. È una scommessa vinta perché ha consolidato gli ascolti in access e intercettato il pubblico di Rai3". Reportage, inchieste, interviste, restano il fulcro del programma. Così come il contributo settimanale di Mauro Biani, con le sue animazioni grafiche. "Sono dieci minuti di racconto della realtà", spiega Damilano, elencando alcune delle novità. La prima è che la puntata del venerdì assume una connotazione particolare, grazie a una maggiore durata: dai canonici 10 minuti di diretta si passa a 15 minuti. "Sarà una puntata ancor più di approfondimento, una sorta di settimanale, per spiegare un argomento, in contrasto con lo scontro di posizioni che si sviluppa spesso in tv senza che si sappia cosa sia realmente successo - aggiunge il conduttore -. È un linguaggio che il pubblico apprezza molto. Ci sta a cuore la sanità, il lavoro, la scuola, le carceri, il racconto dei territori. Vorremmo provare a raccontarli dal basso, partendo dalla vita concreta delle persone".
Seconda novità sarà la possibilità di realizzare puntate interamente in trasferta, abbandonando lo studio con il cavallo di viale Mazzini. "L'esperienza della puntata andata in onda nella scorsa stagione in diretta dal Palamilone di Crotone - spiega Damilano -, dimostra che calarsi fisicamente dentro una realtà particolare è talvolta il modo migliore per dare piena concretezza al concetto di servizio pubblico. Siamo affezionati allo studio, ma è un confine da superare". Come nelle due precedenti stagioni, anche nella prossima 'Il cavallo e la torre' dedicherà una particolare attenzione alle marginalità, anche con il contributo di Daniele Mencarelli. Lo scrittore svilupperà nel corso della stagione un proprio racconto che accenderà un faro sulle nuove generazioni. "I giovani si riconoscono in questo programma e noi vogliamo rappresentare quell'energia che hanno e che difficilmente i media e la politica riescono a intercettare - sottolinea Damilano -. Racconteremo, ad esempio, la storia di un ragazzo di 18 anni che vuole impegnarsi in politica e questo oggi rappresenta una sorpresa".
Damilano rivela anche i primi ospiti
"Nella prima puntata ospiteremo Liliana Segre e sarà l'occasione per farle gli auguri perché il 10 settembre compirà gli anni - fa sapere -. Il secondo ospite sarà Filippo Grandi, Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, anche per ribadire quanto ci stia a cuore questo argomento". Il conduttore non si sottrae, poi, alle domande sul caso Sangiuliano. "Meloni più che la mossa del cavallo o della torre ha fatto l'arrocco che è una mossa difensiva, che significa anche un po' di debolezza", sostiene. Poi sull'intervista del ministro al Tg1, afferma: "È stato uno spettacolo inedito. Se si voleva chiudere la questione pubblica per derubricarla a privata, forse l'aspetto pubblico si è riaperto. Io mi aspetto ulteriori puntate".