Bono Vox attacca Putin: "È un bullo. Vi dico io quali sono i suoi veri obiettivi"
Il leader degli U2, ospite negli studi di Rai3 a "Che Tempo che fa", ha presentato la sua autobiografia dal titolo "Surrender"
"Putin e il suo amico bielorusso Lukashenko sono due vecchi grigi, noiosi e assassini. La libertà è più sexy di tutta questa roba. Non perdete la libertà: è la parola più bella al mondo": parole forti quelle pronunciate da Bono Vox degli U2, grande ospite nell'ultima puntata di “Che Tempo Che Fa”, dove si è fatto intervistare da Fabio Fazio in occasione dell'uscita della sua autobiografia “Surrender”, appena uscita (nel nostro paese è stata edita da Mondadori).
"Putin? Un bullo"
Bono Vox ha anche commentato le immagini dell’esibizione con il chitarrista The Edge nella metropolitana Kreshchatik di Kiev dell’8 maggio scorso sulle note di "Sunday Bloody Sunday". Un'occasione per dire la sua su quanto sta acacdendo tra Russia e Ucraina e sui rischi di un conflitto più ampio: "Sai cosa non piace agli italiani e cosa non piace a me? I bulli. Putin è un bullo. Sta bullizzando un’intera nazione. I suoi obiettivi sono le donne e i bambini dei quartieri popolari. La presidente dell’Unione Europea ha detto che l’Italia adesso aiuterà gli ucraini. Questa è l’Italia. Lo so, ci credo, so che lo farete. Gli ucraini forse credono nella libertà più di noi. La libertà per me è tutto".
Tra la vita e la morte
Nella sua autobiografia Bono Vox parla di quello che accadde nel 2016 quando si sottopose ad un intervento chirurgico di che durò otto ore durante il quale i medici gli fermarono il battito per salvargli il cuore. "Un dottore mi disse che avevo ‘un cuore eccentrico’. Non avevo capito che quella era una diagnosi. Solo più tardi mi sono reso conto che la mia era una situazione difficile", ha spiegato a Fabio Fazio. "Mi hanno aperto il torace, sono arrivati al cuore e hanno notato che ero molto vicino ad avere un problema molto serio, che mi avrebbe catapultato nella tomba", ha aggiunto. Il recupero è stato lento: "Ma oggi sono qui, mi sento benissimo e sono fortissimo", ha detto Vox.
Un'importante parte del libro è dedicata alla madre
"È una ferita che si è spalancata e mi ha dato emozioni con la musica. L'ultima volta che vidi mia madre fu al funerale di suo padre mentre la bara stava per essere calata nella terra. Lei svenne, mio fratello e mio padre la portarono in ospedale dove morì. Io mi sono sentito totalmente inutile. Mio padre per riuscire ad accettare la sua morte, decise di non dire mai più il suo nome. È un modo molto strano di cercare di far passare questo lutto. Ho scritto il libro anche per ritrovare certi ricordi perduti. Lei rideva tantissimo e la cosa mi piaceva da morire".