Che cosa hanno fatto ad Amanda? L'episodio shock di Black Mirror che ci predice che fine faremo
La puntata di apertura della settima stagione dello show distopico su Netflix, torna alla capacità di provocare e far riflettere. Stavolta sul transumanesimo

Charlie Brooker l'aveva promesso: "Black Mirror tornerà alle atmosfere e ai temi delle prime due serie". Il che significa che la serie distopica concepita assieme ad Annabel Jones, quelle puntate che dal 2011 mandarono sotto shock il mondo con analisi satiriche e provocatorie del rapporto fra umano e tecnologia, torna all'origine. E che Brooker, scrittore beffardo, si è reso conto che l'affare fatto nel 2015, vendendo i diritti della serie a Netflix, aveva peggiorato la qualità media degli episodi, diventati più leggeri e commerciali. Dov'era finita la capacità di Black Mirror di intrattenere ma angosciare pure, di mettere interrogativi come tarli nella mente dello spettatore? Alla settima serie, il biglietto da visita è all'altezza dei migliori precedenti e l'episodio di apertura, Gente comune - Common People, merita un approfondimento.
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Umano, non ci basti più
Chi sostiene che anche quando mette a segno i suoi colpi migliori, come nell'episodio 1 della settima serie, Black Mirror non è più in grado di anticipare il futuro, sbaglia. Almeno se si parla di Gente comune. Perché qui viene prefigurato in forma di satira quel che potrebbe accadere a tutti e tutte noi a breve. In nome del transumanesimo che tanto piace ai nuovi potenti tecno-oligarchi del pianeta, Elon Musk in testa. Cioè aumentare l'essere umano nelle sue possibilità innestando impianti cerebrali in cui macchina e materia neurale, bianca e grigia diventano tutt'uno. E' quel che accade ad Amanda (Rashida Jones, bravissima) e Mike (Chris O' Dowd) lei maestra elementare e lui operaio, che stanno cercando di avere un figlio. Ma quando lei sviene in classe e si scopre che ha una grave malattia al cervello, ecco arrivare l'offerta per andare oltre l'umano.

L'impianto che ti trasforma in pubblicità ambulante
Il disperato Mike di fronte al letto di malattia di Amanda viene avvicinato da Gaynor (Tracee Ellis Ross) che presenta alla coppia gli impianti di RiverMind, azienda biotecnologica che promette di inserire un impianto cerebrale che sostituisce i tessuti malati e fa una copia dei dati disponibili in quelli, che poi restituisce al cervello della paziente. C'è un però: gli impianti di RiverMind hanno un costo, e non da poco. La coppia comincia a stra-lavorare e a fare straordinari pur di dare solievo ad Amanda. Ma scopre che progressivamente il "pacchetto" che le è stato innestato richiede che lei dorma più a lungo per far ricaricare i server a cui si appoggia la sua mente, e ne limita i movimenti per zone.

Per ampliare queste prestazioni ci sono vari pacchetti plus e booster, sempre più costosi. Ma che succede quando Amanda comincia a sparare dalla sua bocca spot pubblicitari da sopportare per avere l'innesto RiverMind e non può evitare di dirli? Che accade quando, per liberarla dalla nuova schiavitù, Mike accetta di iscriversi a Dum Dummies, community social dove la gente accetta soldi per fare in diretta le cose più strane ed estreme? Non andiamo oltre con gli spoiler. Ci limitiamo a dire che almeno qui Black Mirror torna agli antichi fasti. E ci dice molto del futuro, in cui chissà, avremo impianti cerebrali gestiti da privati, guideremo una Tesla su Marte e saremo sempre connessi. E controllati da remoto.
