Raoul Bova: "Io, padre di 4 figli e gli errori inevitabili. Ora che ho imparato a nuotare nella vita"

"Quando ho bisogno di staccare da tutto, scendo giù nel fondo della piscina. Vado in apnea. Sopra di me solo acqua e intorno nessun rumore. Così mi sento protetto": al ritorno in tv l'attore ripercorre un'esistenza vissuta fino all'ultimo respiro

Disciplina e timidezza, umiltà e gusto per le sfide, testardaggine e rispetto, voglia di libertà ed esigenza di essere coerente con se stesso. A costo di soffrire. Raoul Bova si riaffaccia in tv con una fiction, "Buongiorno mamma!" che promette colpi di scena e momenti ad alto tasso di emozione, proprio come il bagaglio che si porta dietro in questi suoi primi 49 anni. Anni vissuti accarezzando sogni, come quello di diventare un campione del nuoto italiano. Un sogno che si è fermato a una manciata di secondi dalla qualificazione più importante, quella che lo avrebbe definitivamente trasformato da promessa in coraggioso delfino. Ma che, a ben guardare, gli è stato utile in tutti questi anni accarezzati da un incredibile successo per cavalcare l'onda senza farsene mai travolgere.

"Quando ho bisogno di pensare in tranquillità, di staccare da tutto, scendo giù nel fondo della piscina. Vado in apnea e mi racchiudo in posizione fetale. Sopra di me solo acqua e intorno nessun rumore, a parte il battito del cuore.  Così mi sento protetto dalle onde della vita". Onde che nel suo caso hanno rischiato di trasformarsi in uno tsunami quando ha scelto di ricominciare una vita in nome dell'amore. Una nuova compagna, due bimbe piccole, che vanno ad aggiungersi agli altri due figli, avuti nel precedente matrimonio. "Che padre sono? Direi protettivo, premuroso. Poi certo gli errori si fanno, sono inevitabili. Ma anche da quelli si impara, anche attraverso quelli si cresce".

In tv lo ritroviamo proprio nel personaggio di Guido, un padre che, curiosamente, come lui ha 4 figli. "A ognuno di loro ho fatto il battesimo dell'acqua. Poi, certo, la lingua del mare è un idioma che ognuno di noi coniuga in maniera differente". Quello di Raoul oggi è assestato sullo "stare a galla, sul rimanere fermo a galleggiare". Sempre pronto a l'ennesimo colpo di reni e a una nuova bracciata. Fino all'ultimo respiro.