"Quelli che..." chiude i battenti: cronaca di una morte annunciata. Le ragioni del flop
Una fine anticipata che lascia l’amaro in bocca e alcune domande: morte naturale o delitto? Di certo la scelta di spostare lo storico varietà in salsa pallonara dalla domenica pomeriggio alla serata del lunedì ha destabilizzato gli spettatori


Una morte annunciata quella di “Quelli che…” che giovedì 2 dicembre si è mestamente congedato dai telespettatori con un magro 2,3% di share e nemmeno 500 mila spettatori. Una chiusura senza appello per lo storico programma di Rai2 che fin dal suo debutto nel lontano 1993 con Fabio Fazio e Marino Bartoletti era diventato un vero e proprio cult della tv, capace di regalare al calcio quella sana dissacrazione che è sempre mancata in tanti programmi sportivi, fucina inesauribile di comici ma anche laboratorio sperimentale in grado di reinventare personaggi famosi regalando loro una nuova identità o di crearne di nuovi, da suor Paola allo juventino Idris, dal telecronista Everardo Della Noce al conduttore Luciano Rispoli e all’astrologo Peter Van Wood, fino a mattatori del calibro di Teo Teocoli e Anna Marchesini.
Poi la gestione di 10 anni made in Simona Ventura, la più longeva: ancora risate, ancora successo, a dimostrare, se ce ne fosse ancora bisogno, che il calcio non è soltanto faccenda da maschi. Si affermano e si esaltano talenti come Ubaldo Pantani, Lucia Ocone, Max Giusti, Maurizio Crozza. Ed ecco Victoria Cabello e la sua verve esaltata dal Trio Medusa. E ancora Nicola Savino e la Gialappa’s. Fino alla conduzione attuale a tre, inaugurata nel 2017. I conduttori Mia Ceran e Luca e Paolo si sono congedati senza fare troppi discorsi e senza lanciarsi in addii polemici o strappalacrime ma sono stati sufficienti i loro volti per capire il reale stato d’animo: “Ringraziamo il nostro pubblico, le maestranze e la produzione Rai, la nostra band, tutti i professionisti che con il loro lavoro hanno reso possibile andare in onda. “Quelli che…” vi saluta e vi augura un magnifico Natale”.
Una fine anticipata che lascia l’amaro in bocca e alcuni interrogativi: morte naturale o delitto? Di certo la scelta dell’ex direzione di Rai2 di spostare lo storico varietà in salsa pallonara dalla domenica pomeriggio alla prima serata del lunedì aveva sorpreso un po’ tutti e destabilizzato i telespettatori. È vero che da molti anni la Rai aveva perso i diritti delle partite di serie A, è vero che il campionato di calcio si è via via trasformato in uno spezzatino su base settimanale, che ha lasciato la domenica pomeriggio orfana dell’appeal dei tempi andati, ed è vero che prima Sky e poi Dazn si sono via via impadronite dei tifosi più attenti. Ma è anche vero che “Quelli che il calcio” ha continuato a mantenere saldo l’interesse dei telespettatori con quel suo mix scanzonato di satira, imitazioni e aggiornamenti sportivi.
Il debutto al lunedì sera avviene il 4 ottobre ma la sorte sembra già segnata. Che fine può fare un programma costretto a cambiare la sua stessa ragion d’essere? Costretto a reinventarsi una formula? Costretto a fare a meno del calcio e a misurarsi con le corazzate della prima serata a base di fiction in prima visione e reality? Sradicato da quella posizione in palinsesto che ne era anche la ragione sociale? Costretto, in ultimo, a cambiare perfino il titolo e a ribattezzarsi “Quelli che il lunedì? Gli ascolti calano visibilmente e così dopo solo tre settimane ecco l’ultimo viaggio. Quello verso il giovedì. Di nuovo un cambio di titolo: a questo punto diventa solo “Quelli che…” e i puntini stavolta potrebbero suggerire tante continuazioni della frase, proprio come faceva Enzo Jannacci nella sigla storica del programma che aggiornava settimanalmente. Quelli che sembrano condannati da scelte azzardate.