Morto Maurizio Costanzo, il re del talk show. L'attentato della mafia, l'amore per Maria e la malattia per il lavoro
È una di quelle notizie che si stenta a credere: Costanzo sembrava eterno come il suo talk show, il più longevo della storia della tv. Lascia tre figli e quattro nipoti. Ha avuto quattro matrimoni e un grande amore, Maria De Filippi

Maurizio Costanzo è morto. È una di quelle notizie che si stenta a credere. Giornalista, conduttore tv e radiofonico, autore, sceneggiatore, scrittore, ma anche autore di canzoni, interprete di sit com, insegnante universitario, produttore, vero stacanovista ("Il lavoro è la mia malattia", diceva)dello spettacolo declinato in tutte le sue forme, gigante del piccolo schermo e dell’informazione tv: Costanzo sembrava eterno (leggi qui intervista-ritratto) come il suo famoso talk show, il più longevo d’Italia. Aveva 84 anni ma continuava a nutrire una grande curiosità e un'ironia leggendaria grazie alle quali ha lavorato con successo fino all'ultimo. A dicembre le ultime puntate del suo talk show, ma anche un'apparizione amichevole su "Viva Rai2" dell'amico Fiorello nella quale annunciava con il solito sorriso sornione: "Consigli per gli acquisti". "Se ne va un'icona della tv e del giornalismo", detta alle agenzie la premier Meloni, mentre tutte le reti televisive si riempiono di immagini dei tanti suoi programmi e decine di personalità dello spettacolo e della cultura ne tracciano un ricordo. La camera ardente sarà allestita da sabato 25 febbraio alle 10.30 in Campidoglio. La chiusura è prevista domenica 26 febbraio alle 18.
Quattro mogli, tre figli e quattro nipoti. Ma l'amore della vita è Maria
Lascia tre figli, quattro nipoti e la moglie Maria De Filippi, sposata nel 1995. Alle sue spalle quattro matrimoni: oltre a quello con Maria De Filippi, quelli con Lori Sammartino, sposata nel 1963, con Flaminia Morandi, sposata nel 1973 e quello con Marta Flavi, sposata nel 1989. Dall'unione con Flaminia Morandi sono nati Saverio, regista, e Camilla, sceneggiatrice. Con Maria De Filippi aveva adottato Gabriele, che ora lavora nello staff della madre. L'incontro con Maria De Filippi gli ha cambiato la vita (leggi la nostra intervista) e più volte aveva dichiarato: "Desidero morire mentre lei mi stringe la mano".
Maestro impareggiabile dell'arte dell'intervista
La sua straordinaria carriera inizia come giornalista, il mestiere che sognava di fare fin da ragazzino, ad appena 18 anni. Quattro anni dopo, collabora con 'Tv Sorrisi e Canzoni' e qualche anno più tardi diventa caporedattore di 'Grazia'. Nel 1966 scrive il testo di una delle più belle canzoni d'amore 'Se telefonando', musicata da Ennio Morricone e portata al successo da Mina. L'anno successivo 'scopre' Paolo Villaggio e con lui crea il personaggio di 'Fracchia'. Poi arriva la tv e un successo travolgente prima in Rai con "Bontà loro" e poi a Mediaset con il suo "Maurizio Costanzo Show". Costanzo diventa l'intervistatore principe della tv italiana con uno stile unico e inimitabile, fatto di ironia ma anche di schiettezza: "Faccio all'ospite di turno le stesse domande che gli farei se non ci fosse la telecamera accesa". Maestro nell'interruzione e nell'allusione, ha confezionato centinaia di scoop: ogni sua intervista era una notizia. Formidabile anche come talent scout: sono tantissimi i personaggi dello spettacolo e della cultura che ha scoperto. A cominciare da Enzo Iacchetti, Valerio Mastandrea, Ricky Memphis, Vittorio Sgarbi, Daniele Luttazzi, Alessandro Bergonzoni, Giobbe Covatta, Gioele Dix.
L'attentato della mafia il 14 maggio del 1993
Ma c'è un episodio nella sua vita che gli ha stravolto l'esistenza: Costanzo insieme alla moglie Maria De Filippi è stato vittima di un attentato della mafia. Amico del giudice Giovanni Falcone, più volte ospite alle sue trasmissioni, Costanzo si era impegnato come uomo e come giornalista nella lotta alla mafia. Memorabile la maratona tv Rai-Fininvest con Michele Santoro in seguito all'omicidio di Libero Grassi. Quando bruciò in diretta una maglietta con scritto "Mafia made in Italy" però si inimicò per sempre l'organizzazione criminale e il 14 maggio 1993 subì un attentato: una Fiat Uno imbottita di novanta chilogrammi di tritolo esplose a Roma in via Ruggero Fauro, vicino al Teatro Parioli da dove andava in onda il suo talk show.
Miracolosamente illeso. E poi la vita sotto scorta
Per una pura casualità e un ritardo di pochi secondi nell'azionamento del telecomando non ci furono vittime e lui e la De Filippi rimasero miracolosamente illesi. Le indagini successive e le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia accertarono che gli autori dell'attentato erano alcuni mafiosi di Brancaccio e che Costanzo era uno dei principali obiettivi da eliminare per Cosa Nostra. Da allora ha sempre vissuto sotto scorta. Una limitazione evidente alla sua vita della quale non si era mai lamentato. Anzi, più volte aveva confessato che per lui "gli agenti di scorta facevano parte ormai della famiglia".
Davanti a lui sono sfilati tutti i grandi ma anche la gente comune
Nato a Roma il 28 agosto 1938, Costanzo ha firmato decine di programmi radiofonici e televisivi e di commedie teatrali. Il suo nome è legato al Maurizio Costanzo show, in onda dal 1982 su Mediaset. Ma sono tanti i programmi che ha firmato, come "Buona domenica", "S'è fatta notte" e "L'intervista". Ha scritto numerosi libri, tra i quali "Chi mi credo di essere" nel 2004, "E che sarà mai?" nel 2006, "La strategia della tartaruga" nel 2009, "Sipario! 50 anni di teatro. Storia e testi" nel 2015, "Vi racconto l'Isis nel 2016 e "Smemorabilia. Catalogo sentimentale degli oggetti perduti" del 2022. Davanti a lui sono sfilati tutti i grandi d'Italia, da Marcello Mastroianni a Vittorio Gassmann, da Sophia Loren a Virna Lisi, da Michelangelo Antonioni a Walter Chiari, come pure Giulio Andreotti, Spadolini, Gorbaciov, Cossiga, Salvini, Meloni, Berlusconi. "Tutti tranne il Papa", sottolineava. "Io lo ripeto sempre. Chissà che prima o poi un Papa non lo legga...". Ma Costanzo ha saputo dare voce all'Italia intera: il suo salotto televisivo è sempre stato aperto alla gente comune, alla quale ha saputo dare voce con fiuto da reporter e grande umanità.