Ludovico Tersigni torna in Skam 5: “Una palestra bellissima e profonda”

Videointervista all'attore e conduttore: "Per me Skam è stata fondamentale. Mi ha dato la possibilità di lavorare con attori diversi, che si scambiano idee, opinioni, è stata una bellissima palestra. A livello di messaggio, poi, ha una profondità rara"

Di idee (da sviluppare e vendere) il ragazzo, come dire, ne ha, seppur si sia già distinto attraversato tappe e progetti.

Tante soddisfazioni e pochi rimpianti, «quelli arriveranno più avanti», scherza, per Ludovico Tersigni, 27 anni, incontrato all’ultimo Giffoni Film Festival, diviso ormai tra cinema, serie e tv. Bravo, a non cedere soprattutto alla mediocrità, al successo urlato, alle scelte facile, ma a calibrarsi e ad avventurarsi in progetti non per forza semplici.

Come X Factor, dove l’anno scorso era conduttore ufficiale, ereditando l’era Cattelan (quest’anno ci sarà Francesca Michielin, ndr), o come Skam, prossimo a tornare nella quinta stagione, in onda dal 1° settembre su Netflix in dieci episodi, basata sull’omonimo show norvegese, e che è riuscita però a dare identità ad interpreti della nuova generazione. E tra questi c’è anche lui, pronto a rivestire il ruolo di Giovanni.

Ma al centro questa volta della storia ci sarà Elia (Francesco Centorame), che fatica ad accettare la bocciatura alla maturità, mentre i suoi amici hanno intrapreso il percorso universitario, mentre gli storici protagonisti saranno affiancati da un nuovo gruppo di personaggi femminili, incontrati a scuola, tra cui Viola (Lea Gavino) e Asia (Nicole Rossi), due studentesse impegnate nella rappresentanza d’istituto.

Una serie moderna, fatta dai giovani, dotata di un linguaggio fresco, attuale, che ha avuto però il merito di appassionare un pubblico trasversale, fare tendenza, aprire la mente su tanti argomenti, raccontandoli.

«Per me Skam è stata fondamentale», ci dice. Mi ha dato la possibilità di lavorare con attori diversi, che si scambiano idee, opinioni, è stata una bellissima palestra. A livello di messaggio, poi, ha una profondità che troviamo raramente, parlando di tematiche come l’integrazione razziale, la discriminazione sessuale, l’accettazione di sé. Vedo luce intorno a noi giovani».

Tra cinema pop e d’autore (L’estate addosso di Muccino, Slam – Tutto per una ragazza diretto da Molaioli, o La scuola cattolica di Mordini), doppiaggio (in Lightyear - La vera storia di Buzz), le serie, diventate appuntamenti di culto, come Skam appunto o Summertime, sono per lui però «esperienze formative che alla fine ti responsabilizzano», continua. «Avere un bagaglio del tipo mette in moto altri meccanismi, pensi ad un lato creativo e come poterli trasmettere». 

Il dopo X Factor?

«La televisione è un ambiente molto libero e frizzante, ci sono dei prodotti che rifuggo e me ne allontano, altri sono di alta qualità. Ho bisogno ancora un po’ di tempo per capire dove voglio andare. Sarebbe bello offrire al pubblico un prodotto che viene da me».