Lacrime, travestimenti e un mare di gag: Sanremo esagerato sconfigge la paura
Leggerezza e impegno. Appelli contro il femminicidio e il buon vecchio varietà. Gag infinite con quel geniaccio di Fiorello e raccomandazioni a usare la mascherina: il Festival più difficile di tutti è finalmente partito. Con un colpo di scena


Leggerezza e impegno. Appelli contro il femminicidio e il buon vecchio varietà. Gag infinite con quel geniaccio di Fiorello e raccomandazioni a usare la mascherina, con tanto di benedizione ministeriale via social. Il Festival di Sanremo più complicato della sua storia è finalmente partito e come sempre riesce a mettere insieme tutto: alto e basso, disimpegno e commozione, trasgressione e gusto classico. Stavolta però c'è un magone in più: quelle poltroncine vuote tante volte evocate durante la lunga serata mentre risuonano gli applausi finti alzano ancora di più l'asticella dell'impegno. Amadeus lo dice e lo fa guardando dritta la telecamera: "È come se voi tutti foste qui". E in effetti per molti spettatori questa sarà stata una serata se non di rinascita almeno di distrazione.
Brava e disinvolta la prima donna del Festival, Matilda De Angelis; ironico e alla mano Zlatan Ibrahimovic, anche se lo si è visto poco. Immensa Loredana Berté, super ospite della serata: dove non arriva più l'inconfondibile voce roca, arriva il cuore. Inevitabile il primo colpo di scena nell'epoca Covid: un collaboratore di Irama viene trovato positivo e il cantante, a rischio eliminazione, deve aspettare il risultato del tampone molecolare. La classifica dei primi 13 big: Annalisa in testa, poi Noemi e Fasma.
L'inizio è a effetto, l'emozione è palpabile perché l'ultimo anno ha lasciato il segno in tutti. Le voci fuori campo di Fiorello e Amadeus e poi si illumina il teatro per la prima discesa dalle scale. È quella del conduttore che si fa il segno della croce: "Quest'anno il cuore batte più forte rispetto all'anno scorso". Si apre così la 71esima edizione. Poi Amadeus legge le ultime righe di una lettera che ha scritto al direttore di "Leggo" per spiegare perché ha voluto a tutti i costi questo Festival: "L'ho fatto con tutto me stesso, pensando a chi vive di musica, tv, spettacolo, al Paese reale che sta lottando per ritrovarsi". "Non ho spettatori in sala, ma avrò applausi registrati e mi rincuora pensare che siano vostri, da casa". Gli applausi arrivano davvero, dagli orchestrali anche loro commossi.
Poi arriva il complice di sempre, impagabile. E ovviamente ne ha orchestrato una delle sue: Fiorello si presenta con rossetto e smalto nero,"un morgan testa di moro", occhiali da sole e un lunghissimo mantello colorato e pieno di fiori. E intanto canta una versione rock di Grazie dei Fior, un po' italiano un po' in inglese. Lo show è cominciato. E Fiorello si prende tutta la scena. Non c'è pubblico? E che problema c'è? Lui si rivolge direttamente alle sedie vuote: "Devo parlare con voi poltrone. Su i braccioli, giù i braccioli. Voi non avete mai potuto vedere il festival, occupate da tanti culi. Carla Fracci invitava a non riempire le sedie solo con il culo, ma anche con il cervello. A noi basterebbero anche solo una ventina di culi. Una poltrona senza culo è come Zingaretti senza la D'Urso". E poi lancia lo slogan del festival: "Più culi per tutti".
Si esibiscono i primi 4 giovani in gara: a passare in semifinale sono Gaudiano e Folcast. E questo che sembra sempre più il Festival di Ama e Ciuri, come i due amici si chiamano tra di loro, continua con un vero e proprio numero di varietà in cui i due cantano e ballano. Poi altra gag di Fiore che svela un retroscena: "Ora racconto la verità sul perché abbiamo fato questo Festival. Dovete sapere", dice rivolto alle amate poltrone, "che l'anno scorso appena finito il Festival ci eravamo detti che non l'avremmo rifatto. "Sono cavoli di chi verrà dopo". "Hai ragione". Invece il 20 agosto mi chiama: "Ciuri dobbiamo fare il Festival!! Non puoi capire chi mi ha chiamato. Mi ha chiamato Paolo Fox. Capirai, dopo le previsioni del 2020 che le ha proprio azzeccate". Ecco, lui ha detto che i nostri segni sono incastrati".
Ad aprire il Festival arriva chi lo ha chiuso trionfalmente e cioè Diodato con la sua "Fai rumore" che ha avuto il merito di farci emozionare e farci compagnia quando eravamo tutti chiusi nelle nostre case, diventando l'inno dei balconi. Il compito di aprire la gara è invece di Arisa. Canta di un amore finito, una storia tossica che regala solo sofferenze: parte piano e cresce come solo lei sa fare con quella sua voce a cui può chiedere tutto. Una ballad scritta da Gigi D'Alessio e cantata con rara intensità: è autobiografica, ha confessato lei. Se ci fosse il pubblico, si spellerebbe le mani. "Ti addormenti vicino e ti risveglio lontano".
Ed ecco i favoriti secondo i bookmakers, Colapesce e Dimartino, che si presentano con "Musica leggerissima", un pezzo che conquista subito con i fischiettii in sottofondo alla Moricone e delle atmosfere battistiane. In più la canzone sembra leggera ma in realtà racconta di depressione anche con riferimenti alla situazione attuale e alla mancanza di concerti: "Se bastasse un concerto a far nascere un fiore".
È il turno anche del supercampione di calcio Ibrahimovic, che si dimostra a suo agio sul palco così come sul campo di calcio. Ha il nome ricamato sulla giacca e detta le regole del suo Festival: "Il direttore è Zlatan, me l'ha detto Zlatan. Regola numero uno, il festival sarà di 22 cantanti, 11 contro 11. Gli altri? Li vendiamo al Liverpool che sta cercando 4 difensori. Regola numero due, il palco non va bene, deve essere 105 metri per 68, come San Siro, sennò il festival è annullato".
Riprende la gara: anche Aiello con "Ora" parla di un amore finito ma forse l'emozione gli gioca un brutto scherzo e urla troppo. Straniante. Racconta della fuga da un letto dove fa "sesso ibuprofene", ovvero antidolorifico, visto che il cuore è da un'altra parte. Sul palco arriva anche l'infermiera del selfie del 9 marzo, Alessia Bonari, la ragazza col viso segnato dalla mascherina portata per tante ore.
Una delle coppie più attese è quella formata da Francesca Michielin e Fedez, visibilmente emozionato. I due alla fine dell'esecuzione della loro "Chiamami per nome" si abbracciano e annullano così la distanza sottolineata da un nastro di raso bianco, che unisce e divide. È un pezzo interessante, forse non immediato. Il leggero uso dell'autotune per lui non dà fastidio.
La super ospite di oggi è la rocker più amata, Loredana Berté. Canta un medley dei suoi tantissmi e indimenticabili successi. Intensa con quella sua voce roca che esce direttamente dall'anima, immensa. E poi presenta il suo nuovo singolo "Figlia di", che funziona alla grande. E fa sognare serate estive in cui si potrà ballare. Prima o poi.
Si esibisce Max Gazzé travestito alla Leonardo con la sua Trifluoperazina Monstert Band in "Il farmacista" che racconta una di quelle persone che nella vita è facile incontrare, ovvero chi ha sempre il consiglio giusto per qualsiasi situazione. O almeno, così ritiene. Un tripudio di suoni e strumenti particolari.
La nuova Noemi è uno splendore e ce lo racconta nel modo migliore con "Glicine". Dimagrita, qualche dolore alle spalle, l'inconfondibile voce, è a suo agio in un brano poetico: "Guardavamo le code delle navi dalla spieggia sparire".
Arriva anche il turno di Achille Lauro, per due anni di fila in gara e ora ospite fisso. Non smentisce il suo gusto per il glam rock ed eccolo con un collare di piume rosa, capelli blu e un'armatura glitterata. Poi a metà esibizione
gli sgorgano lacrime di sangue sul volto truccato. La canzone è "Solo noi". "Sarò un velo di mistero sulla vita, sarò la solitudine nascosta in un costume da palcoscenico, sarò sessualmente tutto, genericamente niente. Sarò esagerazione, teatralità, disinibizione. Sarò peccato e peccatore. Porterò un messaggio del mondo all’umanità e chiederò che Dio ci benedica".
"Voce" è il titolo della canzone portata dalla giovanissima rapper e trapper Madame. Aspettative molto alte e lei racconta la ricerca della sua voce interiore.
In questo Sanremo extra long c'è spazio pure per l'r'n'b di Ghemon che presenta "Momento perfetto". E davvero questo pezzo sembra essere perfetto per lui e chissà che per una volta non sia davvero arrivato il suo momento. "Dicono sempre che è il turno degli altri ma non mi sento secondo a nessuno".
Il rock delle chitarre parla la lingua dei Maneskin che si professano "Zitti e buoni" ma che in realtà portano una sferzata di energia. Echi anni Settanta e testo diretto. Si divertono e divertono. Lo spettacolo va avanti con Fiorello che imperversa tra gag e duetti, a ricordare che lui sa davvero fare tutto. Bello il duetto con Matilda De Angelis sulle note di "Ti lascerò".
Francesco Renga canta "Quando trovo te" e non è il solito pezzo. La produzione è di Dardust che quest'anno firma ben 5 brani in gara. Il testo è sincero, quasi brutale: "Come sempre mi dimentico di te".
Fasma che l'anno sorso era arrivato secondo tra le nuove Proposte porta il suo rap velato di autotune con "Parlami" e segna la transizione al pop d'autore. La giuria demoscopica gradisce visto che alla fine si ritrova terzo in classifica. "Dieci " è invece il titolo della canzone di Annalisa che si merita il voto pieno per la voce cristallina e l'intonazione perfetta. La sua è una ballad che parla d'amore, l'argomento più gettonato anche in questo Festival.