Festival nella bufera per Fedez e la cannabis. Fratelli d'Italia contro la Rai: "Dimissioni? Allora devono dimettersi tutti"
Ascolti record e nervi a pezzi. il direttore Coletta: "Non posso prevedere cosa dirà un artista in diretta". Amadeus: "Non permetterei mai a un politico di dirmi cosa devo fare". Morandi, la censura e la cannabis: "Mai provata ma davanti a casa mia c'è una coltivazione enorme"

“Ma secondo lei io posso prevedere che cosa dirà un artista in diretta? Ma secondo lei io posso controllare 24 ore al giorno che cosa fa Anna Oxa? Esponenti politici di Fratelli d’Italia chiedono le mie dimissioni? Allora dovrebbero dimettersi tutti i dirigenti Rai, dal primo all’ultimo, perché nessuno può prevedere ciò che accade in diretta televisiva”. Il Festival fa ascolti da record ma i nervi sono tesissimi (leggi qui). Amadeus e la Rai oggi vorrebbero festeggiare il dato “bulgaro” di share (quasi il 67%, non accadeva dal 1987), ma le bordate che continuano ad arrivare sul Festival da parte della politica e in particolare della destra al governo impediscono di godersi un risultato straordinario.
Il macigno Zelensky ma Coletta smentisce le dietrologie
E così sul piatto di oggi ci sono due macigni. Il primo è l’intervento di Zelensky con tutto il corredo di dietrologie e indiscrezioni che si susseguono incuranti di smentite ufficiali alle quali sembra non credere più nessuno, in un cortocircuito mediatico in cui a vincere è solo la confusione, i continui sospetti e le mille accuse. A tenere banco è la ricostruzione di come si sia arrivati alla lettera del presidente ucraino e non al video. Tante le dietrologie, compresa quella sostenuta da Sgarbi che sia stato il presidente francese Macron a imporre la modalità della lettera a Zelensky. La Rai per bocca di Stefano Coletta smentisce con vigore: “L’ho già detto qualche giorno fa e lo ribadisco. La modalità dell’intervento di Zelensky è stata scelta dal presidente ucraino. Io ho contatti quasi quotidiani con l’ambasciatore ucraino che il 2 febbraio mi ha comunicato che si sarebbe trattato di una lettera e non di un video”. Finito? Macché. Qualsiasi sia il contenuto ci sentiamo di anticipare che scontenterà qualcuno o molti e che, come ogni cosa qui a Sanremo, assumerà le dimensioni deformi della polemica. Ma ormai è chiaro a tutti che Sanremo è diventato un evento troppo grande per non essere ghiotta preda delle strumentalizzazioni politiche.
Il macigno Fedez con l'ultima provocazione
L’altro macigno, forse addirittura più grosso e scivoloso del primo, è l’ultima provocazione di Fedez che sul palco si è rivolto direttamente alla premier Giorgia Meloni chiedendo la legalizzazione della cannabis. E qui arriva lo sfogo, quello dell’impossibilità di prevedere che cosa dirà un artista in diretta sul palco. Una provocazione quella di Fedez che si somma al micidiale free style di due giorni fa, quando ha strappato la foto dell’attuale sottosegretario del Governo Galeazzo Bignami vestito da nazista. La ricostruzione di un quotidiano sostiene che la Rai in realtà sapesse il contenuto del suo rap e ancora una volta il direttore dell’intrattenimento Rai si irrita e precisa: “Mi sono già dissociato da quello che ha fatto Fedez a nome della Rai e personalmente (leggi qui). Poco prima che andasse in onda abbiamo saputo che Fedez si era rifiutato di consegnare il testo della nuova performance. È stato l’unico tra gli artisti che si sono esibiti sulla nave a non farlo. Ma a quel punto noi eravamo già all’Ariston e stava iniziando la diretta”.
Il Festival è un prodotto tv, basta strumentalizzazioni politiche
E precisa: “Tutti gli artisti avevano ricevuto l’indicazione da parte della Rai di evitare riferimenti politici per l’imminenza delle elezioni regionali di domenica”. Poi scandisce a chiare lettere: "Il festival di Sanremo è un prodotto televisivo, e non è il risultato di strumentalizzazioni politiche. Pensare che dietro ogni scelta ci sia una strumentalizzazione, davvero non è più civile. Quando si lavora a Sanremo si lavora al prodotto televisivo più importante. Ma è solo un prodotto televisivo". “E comunque di fronte al 70% di share, noto che si sta parlando solo di questo, sono settimane che dormo tre ore a notte e credo di fare al meglio il mio lavoro", si sgola Coletta.
Il sottosegretario Mazzi di Fratelli d'Italia: "I vertici Rai vanno cambiati"
Il fatto è che a poche centinaia di metri dal Casinò di Sanremo dove si tiene la conferenza stampa il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi, già organizzatore del Festival in passato, chiede a gran voce “il cambio dei vertici Rai” accusati di fare “una narrazione unidirezionale e non invece completa. Rappresento una parte politica che ha sfiorato il 30% e siamo i difensori dei valori tradizionali. Esprimeremo dei nuovi dirigenti. Non so quando, non dipende completamente da me, ma penso che saranno cambiati i vertici Rai".
Amadeus: "Non permetterei mai a un politico di dirmi cosa devo fare"
Anche la reazione di Amadeus è ferma e decisa: “Oggi con il 66% di share, con un risultato eccezionale come questo, non parlo di politica. Sostengo e difendo l'arte su questo palco a spada tratta. Se c'è qualcuno che non apprezza quest'arte, non lo commento neanche". Insomma il conduttore non vuole farsi strattonare per la giacca da nessun politico in cerca di visibilità e risponde così a chi gli chiede di commentare le critiche al festival arrivate in queste ore in particolare da Fratelli d'Italia. E dichiara: “Non ho mai subito pressioni politiche, in questi quattro anni non ho mai ricevuto una sola pressione politica e ringrazio anche chi non ha avuto il pensiero di farla. In ogni caso non permetterei mai a nessun politico di dirmi cosa devo fare”.
Morandi: "Quando sono stato censurato per la frase sul Vietnam"
Fedez doveva essere fermato? Si tratterebbe di censura preventiva e il polverone sarebbe ancora più grande. A fornire il punto di vista degli artisti ci pensa Gianni Morandi che rivela: "Nel 1966 'C'era un ragazzo' venne censurata: non si poteva dire la frase 'è morto nel Vietnam'. Ci fu anche un'interrogazione parlamentare che è agli atti. Mi impedirono di cantare queste frasi in tv. Poi c'è stato una manifestazione che si chiamava Festival delle rose e quando andammo in diretta io dissi quale frase. Ha ragione il direttore Stefano Coletta. Non puoi fermare uno che è lì sul palco".
Morandi: "La cannabis? Davanti a casa mia c'è una coltivazione enorme"
E a chi gli chiede se sia d’accordo sulla legalizzazione della cannabis, il grande Morandi risponde con la consueta autoironia e leggerezza: “Io, porca miseria, ‘sta cannabis non l’ho mai provata. La dovrei provare per rispondere. Davanti a casa mia c’è una grandissima coltivazione di canapa, sento un profumo…. Legalizzarla? Credo che sia comunque facile trovarla. Di certo se ti fai le canne a correre non ci vai”.