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"Così ho incantato Papa Francesco": il Mago Heldin svela il retroscena di quell'incontro magico

Un tavolino con sopra una candela che inizia a levitare nell’aria e l’assistente dell’illusionista che solleva la tovaglietta rossa e ci guarda sotto per dimostrare che “non c’è trucco e non c’è inganno”. Con un dettaglio: l'assistente in questione è il Pontefice

Cinzia Marongiudi Cinzia Marongiu   

Un tavolino con sopra una candela che inizia a levitare nell’aria e l’assistente dell’illusionista che solleva la tovaglietta rossa e ci guarda sotto per dimostrare che “non c’è trucco e non c’è inganno”. Un numero di magia di quelli che da sempre lascia a bocca aperta grandi e piccini. Ma stavolta c’è di più. Perché quel numero avviene davanti alle televisioni di tutto il mondo e soprattutto perché a fare da assistente è nientemeno che Papa Francesco. “Per me è stata un’emozione indescrivibile, un momento unico e irripetibile che ha cambiato il corso della mia vita”, racconta il Mago Heldin, protagonista di quel clamoroso fuori-programma accaduto nella Sala Nervi del Vaticano il 28 dicembre di cinque anni fa, dove tanti artisti provenienti da tutto il mondo si esibivano davanti al Pontefice senza poter oltrepassare una linea invalicabile rappresentata da un tappeto disposto ai suoi piedi.

Quel limite invece il mago Heldin lo ha oltrepassato incoraggiato dal sorriso di Papa Francesco: “Quando toccò a me, presi coraggio e mi diressi subito dinanzi al Papa, sfiorando i limiti a me consentiti. Feci levitare e volteggiare quel tavolino magico come se fosse stato leggero come una piuma e guadagnai sempre di più fiducia e intraprendenza man mano che il numero proseguiva. Decisi di giocarmi il tutto per tutto, fiducioso del fatto che il Papa mi osservava meravigliato e sorpreso, capii che avrebbe potuto interagire con il numero. Sentii dentro di me come una voce familiare che mi invitò a sospingermi verso quel tappeto, il sorriso del Papa e il suo annuire mi fecero capire che era arrivato il momento di raggiungerlo, lì accanto alla poltrona. Mi avvicinai e lo invitai con garbo a prendere i lembi della tovaglietta sopra il tavolino ed egli non esitò un attimo a partecipare. Il gioco di magia proseguì, dunque, con una assurda sorpresa: Papa Francesco a fare da “assistente” al mio numero di magia. Le oltre cinquanta testate giornalistiche internazionali che parlarono di questo momento magico, per l’appunto, definirono proprio il Papa come “assistente del mago Heldin”. Posso affermare, a questo punto, che in quel momento ero davvero diventato l’Heldin (nel suo significato arcaico di “Eroe”) del giorno! Tutto il pubblico, lasciò partire un’ovazione incredibile per quel momento che avevano davanti”.

Un momento che Egidio Russo, questo il vero nome del mago Heldin, salentino di origine e romano di adozione, ha deciso di raccontare nel suo libro “Sorridere e giocare fa bene al cuore” (Santelli Editore), insieme con la sua storia personale fatta di incoraggiamenti e traguardi, ma anche di dolore per la morte della madre e di antichi consigli che non ha mai dimenticato di mettere in pratica. Battezzato sul piccolo schermo da Raffaella Carrà, assistito in tv nel corso degli anni anche da Fabrizio Frizzi, il Mago Heldin per le prossime feste parteciperà a diversi programmi televisivi. L’obiettivo è quello dichiarato dal titolo del libro “Sorridere e giocare fa bene al cuore”, un obiettivo al quale ha anche unito un’iniziativa benefica, visto che parte del ricavato sarà devoluto a Scholas Occurrentes, un progetto nato per volere di Papa Francesco per aiutare i giovani emarginati, con ben 400 mila scuole. Nel libro, tra l’altro, racconta anche il “fuori onda” di quel giorno indimenticabile, i doni ricevuti dal Papa e il loro dialogo. Quando cioè il Papa gli chiese quale fosse il trucco di quel numero di illusionismo. E la risposta fu quella di un vero mago.

Cinzia Marongiudi Cinzia Marongiu   
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