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Sanremo, le pagelle dei cantanti della prima serata. Cristicchi commuove, Fedez dolente, scontata la Brancale

Gli artisti nel debutto del 75esimo festivalone? Lucio Corsi brilla per originalità, bravi Shablo e crew nell'unico rap, Peyote sull'attualità, Elodie con classe ma non vibra. La grinta? Marcella. In generale manca lo stupore

  

di Stefano Miliani

Come se la sono cavata gli artisti in gara nella prima serata di Sanremo 2025? Qui trovate le nostre pagelle dove non fanno testo (ne scrive già Cinzia Marongiu) l’abbronzatissimo Carlo Conti e i co-conduttori di oggi, Antonella Clerici e Gerry Scotti. In apertura bello l'omaggio a Ezio Bosso voluto dal conduttore e direttore artistico.  I primi cinque scelti dalla giuria stampa, web e radio sono (in ordine casuale, non di graduatoria), Brunori Sas, Giorgia, Lucio Corsi, Simone Cristicchi, Achille Lauro.

Le nostre scelte: il premio per originalità spetta a Lucio Corsi. Cristicchi toccante nella sua canzone per la madre malata che fa il paio del pezzo, gioioso, di Brunori per la figlia. Marcella Bella ha dimostrato di avere mordente, più di altri giovani, pur non essendo una debuttante.  Fedez con - crediamo - lenti di contatto nere ha saputo cantare il male della depressione con - però - frecciata incorporata a una ex: sarà mica la Ferragni?  

In generale? Molta monotonia nei testi, tutti sull'amore senza particolari brividi. Musicalmente poche impennate. Almeno abbiamo sentito l'ironia (meno sferzante che in passato) dei Coma_Cose. Di fatto assente il rap, salvo Shablo e compari: peccato. La politica? Di fatto assente. Sarà mica l'influenza della telemeloni che non sopporta polemiche politiche di segno avverso? Willie Peyoute è l'unico che si avventura in questo territorio insidioso citando le manganellate.  

Non entrano tra le votazioni lo spumenggiante Jovanotti con un minishow tutto suo, meritato perché il suo recente album è notevole e il musicista cortonese può reggere da solo uno spettacolo di ben altra durata. Dal suo "Ombelico del mondo" fuori dall'Ariston con uno stuolo di batteristi e musicisti alla canzone d'amore "Un mondo a parte" dall'ultimo notevole album. Semplicemente irresistibile il suo show. Notevole l'interpretazione del duo dal grande valore umano e politico dell’israeliana Noa e la palestinese Mira Awad in “Imagine” di John Lennon. 

Clara

LE PAGELLE  

THE KOLORS – TU CON CHI FAI L’AMORE 6

Ultimi in gara per stasera. Il pezzo del trio campana sulla ragazza e il ragazzo dell'anno scorso era più birichino e dal ritmo più incisivo. Qualche richiamo alla disco music anni 70. Sufficiente.  

FRANCESCA MICHIELIN – FANGO IN PARADISO 5,5

Sa cantare, chi lo discute? Per svettare serve maggiore originalità musicale. O nel testo. Qui mancano.  

ROCCO HUNT – MILLE VOT’ ANCORA 7

Canzone vibrante: anche se Rocco sa preparare brani più originali il pezzo ha un buone sonorità e soprattutto abbina bene parole e ritmo.   

JOAN THIELE – ECO 6

Con la chitarra aggiunge un pizzico di freschezza. Melodia semplice.  

SARAH TOSCANO – AMARCORD 5

Diciottenne, all'esordio sanremese, debutta con un brano che rimanda palesemente ai successi di Annalisa, sanremesi e non. Così non incide.  

BRESH – LA TANA DEL GRANCHIO 5

Genovese, ci tiene a ricordare la grande scuola musicale della città portuale ma non riesce a rinnovarne i fulgori. Non tocca il cuore né la mente.  

FEDEZ – BATTITO 7

"Prenditi i sogni, pure i miei soldi, basta che resti lontana da me".  Messaggio per Chiara Ferragni in mondovisione? Con lenti a contatto che rendono neri gli occhi questo dolente canto sulla depressione è, in effetti, dolente. 

LUCIO CORSI – VOLEVO ESSERE UN DURO 7,5

Pezzo scritto ottimamente, può rivelare quanto vale con più ascolti. Il musicista maremmano canta le proprie fragilità senza commiserarsi. Con trucco e abbigliamento che richiama il suo gusto per il glam rock anni 70.  

CLARA – FEBBRE 5,5

Meno emozionata dell'anno scorso, più decisa, con brano che accenna alla dance. Convincente se si resta nella media sanremese.   

MODÀ – NON TI DIMENTICO 5,5

Kekko Silvestre raccoglie un'ovazione in teatro. Che i Modà sappiano suonare e lui sappia cantare non è in discussione, che sia un gruppo intriso di retorica nelle tonalità sarà difficile contestarlo.  

BRUNORI SAS – L’ALBERO DELLE NOCI 6,5

Dopo la mamma (malata) di Cristicchi il cantante cosentino dedica la sua canzone alla figlia. Un brano lieto quasi una scoperta della paternità. Buono, senza quel tono corrosivo che ha reso notevole il suo repertorio.    

SERENA BRANCALE – ANIMA E CORE 4

Un minestrone sonoro: latin, Napoli, cos'altro volete ... ? Sa di pezzo costruito a tavolino, niente della freschezza portata da Angelina Mango l'anno scorso.    

TONY EFFE – DAMME ‘NA MANO 5,5

Il rapper al centro delle polemiche per l'invito, ritirato, al concerto di Capodanno a Roma per i testi sessisti rispetta la tradizione in parte romanesca per l'amata capitale, cita Califano e Lando Fiorini, con tanto di arpeggio alla chitarra. Rispetto ai suoi brani in effetti fa un po' effetto sorpresa.   

MASSIMO RANIERI – TRA LE MANI UN CUORE 6,5

Il cantante 73enne è qui per interpretare la canzone sanremese più tradizionale, come è giusto che sia presente al festivalone, e svolge il compito in maniera impeccabile: d'altronde si sa, è un cantante provetto e la prova dal vivo all'Ariston non lo mette certo a disagio. 

SHABLO Feat. GUÈ, JOSHUA E TORMENTO – LA MIA PAROLA 8

Una "street song", certo non estrema, comunque un buon rap. Crew affiatata. Può ricordare a momenti Mahmood.  

ELODIE – DIMENTICARSI ALLE 7 - 6,5

Le sette sono quelle del mattino, come ha detto e ripetuto la cantante. La canzone non è memorabile, dal sentimentale decolla quando acquista ritmo. Lei canta con eleganza, calibra bene le note. 

OLLY – BALORDA NOSTALGIA 6

Esponente delle giovani generazioni, il brano non è niente di drammatico, né di sfolgorante.  

ROSE VILLAIN – FUORILEGGE 6

Gioca alla vamp, alla seduttrice, conferma di saper cantare e con un pezzo ben strutturato e però nella media della serata. Non svetta.  

WILLIE PEYOTE – GRAZIE MA NO GRAZIE 8,5

Con il suo rap misto a swing, gli accenni a manganellate e tasse, Wille Peyote porta uno dei pochissimi testi affacciati sulla realtà e con svolti politici. L'ironia e un ottimo ritmo con brave coriste rendono il suo brano il più frizzante della serata.    

GIORGIA – LA CURA PER ME 7

Da cantante (oltre che donna televisiva quale si è rivelata) punta sulla voce e sull'intepretazione senza fronzoli. Entrare in scena dopo il duetto per la pace di Noa e Mira Awad non era facile, ha retto discretamente. Tradizionale.   

ACHILLE LAURO – INCOSCIENTI GIOVANI 5,5

Achille Lauro su questo palcoscenico aveva stupito per l'abbigliamento, lo show, la canzone. Stavolta batte un sentiero già battuto. Anche lui potrebbe fare molto meglio. 

MARCELLA BELLA – PELLE DIAMANTE 8

Testo grintoso, ma poteva risultare una posa. Definirlo "femminista" come ha fatto la cantante è decisamente un'esagerazione, tuttavia ha un bel ritmo e Marcella Bella, che esordì al festival nel 1972 con "Montagne verdi", dimostra una bella forma.  

SIMONE CRISTICCHI – QUANDO SARAI PICCOLA 8,5

La canzone per la mamma malata, colpita da emorragia cerebrale, è sentita e sincera, lui si commuove. Standing ovation per il cantante, con il suo pezzo può andare in alto sul podio.  

COMA_COSE – CUORICINI 6

L'ironia della coppia nella vita e nell'arte non guasta. Potevano però osare di più, ne sono capaci.

IRAMA – LENTAMENTE 5,5

Niente vette né stupore. Ordinaria amministrazione per il festival. La divisa da generale ottocentesco è un tocco già visto nel rock anni 80 però non disturba. 

NOEMI – SE TI INNAMORI MUORI 6,5

Brano in linea con la tradizione sanremese, ben scritto ma a tenerlo su è la voce di Noemi, con venature soul e lievi graffi che danno quel tocco di sensualità in più.  

RKOMI – IL RITMO DELLE COSE 6

A torso nudo sotto la giacca, vestito di bianco, non mostra tatuaggi ed è già qualcosa. Buon brano, niente di sorprendente però. Sufficiente.   

FRANCESCO GABBANI – VIVA LA VITA 6

Il brano non ha l'originalità e l'effervescenza del "Karma" occidentale con cui vinse nel 2017 però è ben carico e vivo, il cantante mantiene la simpatia con il sorriso da crooner. Quando spalanca le braccia richiama volutamente Domenico Modugno.     

GAIA – CHIAMO IO CHIAMI TU 5

Chiamo io chiami tu anche a sentirla è ripetitiva. Non male il balletto, con quattro ballerini e ballerine.  

OMAGGIO A BOSSO 7

Toccante l'omaggio a Bosso, Carlo Conti ha fatto una buona scelta nel volerlo ricordare. 

PRIMA-FESTIVAL 5,5

Gabriele Corsi e Mariasole Pollio nell'ormai consueto sketch di avvicinamento in auto con lei che non deve metterci ore a vestirsi (e non guida perché non ha la patente) poteva risparmiarsi una tale banalità. Per il resto, con Bianca Guaccero, sorrisi e ordinaria amministrazione. 

I SANSONI 6

Il duo dei Sansoni che ironizza sul festival che non va in pensione, il lavoro a tempo determinato (cinque giorni) di Carlo Conti, il suggerimento di fare un balconcino abusivo sa ironizzare sull'Italia. Nulla di eclatante, certo, ma l'introduzione alla serata non deve essere troppo eclatante 

 

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LA SCALETTA DEI 29 CANTANTI IN GARA  

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Ospiti

JOVANOTTI

NOAH E MIRA AWAD

 

Conduttori

CARLO CONTI

ANTONELLA CLERICI

GERRY SCOTTI

 

 

 

 

 

  
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