Tutti in piedi per Ligabue e Loredana, Sanremo è rock. Fischi ai vincitori. Ecco gli ascolti

Il cantautore toscano Motta con Nada vincono la serata dei duetti ma il pubblico non gradisce: la Berté con Irene Grandi e Cristicchi con Ermal Meta i più applauditi. Commozione per "Dio è morto" di Guccini: il duetto d'eccezione tra Baglioni e il Liga

Tutti in piedi per Ligabue e Loredana, Sanremo è rock. Fischi ai vincitori. Ecco gli ascolti

Tutti in piedi prima per Ligabue e poi per Loredana Berté che con la sua voce rochissima, anzi rockissima, accompagnata per l'occasione da una'altra bad girl, Irene Grandi, ha messo a segno un'altra interpretazione magistrale. Oggi Sanremo è rock. Anche se poi a vincere la serata dei duetti, quella tradizionalmente più spettacolare, sono Motta e Nada. Di certo non i più applauditi. E infatti, quando il presidente della Regione Liguria Enrico Toti consegna il premio, l'inedita accoppiata toscana viene sommersa dai fischi. Di sicuro alla giuria di qualità presieduta da Mauro Pagani avrà colpito il testo e il significato di "Dov'è L'Italia", che poi è un po' la domanda che ci facciamo tutti quanti in questo periodo. Per dirla con le parole di Francesco Motta, pisano, 32 anni "la canzone racconta questo paese malato, maleducato, privo di umanità, dove sento però il bisogno di fare la mia parte. Non so dove stia andando, ma voglio essere protagonista del mio tempo".

La serata è stata seguita da 9 milioni 552 mila, pari al 46.1% di share. L'anno scorso la serata duetti aveva raccolto un ascolto boom con 10 milioni 108 mila telespettatori e il 51.1% di share. La prima parte della quarta serata del festival (dalle 21.24 alle 23.39) ha ottenuto su Rai1 11 milioni 170 mila spettatori con il 45.5% di share, la seconda (dalle 23.43 alle 00.51) ha avuto 6 milioni 215 mila con il 48.6%. Nel 2018 la prima parte della serata duetti era stata seguita da 12 milioni 246 mila telespettatori pari al 49.1% di share, la seconda da 6 milioni 849 mila con il 57.3%.

 La serata si apre con Claudio Baglioni, scintillante in un completo argentato, che canta "Acqua della luna" circondato dai ballerini-circensi che lo accompagnano in tour. Tutto è molto fluido e veloce. Ecco Virginia Raffaele e Claudio Bisio. Ma non c'è tempo da perdere perché il menù è ricchissimo. Si parte con il primo duetto. Federia Carta e Shade insieme a Cristina D'Avena e twitter va subito in tilt. Il secondo duetto vede in scena il cantautore toscano Motta, che in questi giorni è inseguito dai paparazzi per via del suo fidanzamento con l'attrice Carolina Crescentini, anche lei a Sanremo,  con Nada. Alle 21 e 17 canta già Irama che per la sua "Ragazza dal cuore di latta" ha chiamato Noemi e la sua voce soul.

Poi arriva la superstar Luciano Ligabue. Canta la sua «Luci d’America». Poi esordisce: "È il mio secondo Sanremo in 30 anni, ho il desiderio di scendere le scale". Parte una gag con Bisio che lo presenta nei modi più svariati, pur di accarezzarne l'ego. Fino all'ingresso su di un trono con tanto di cappa di ermellino. Poi canta ancora "Urlando contro il cielo". Arriva Claudio Baglioni e parte il duetto su "Dio è morto", canzone-monumento di Francesco Guccini. Baglioni la presenta così: "Una canzone quasi profetica di un nostro amico e di un grande cantautore con cui hai collaborato spesso, hai duettato e lo hai perfino diretto in un tuo film". Impressionante davvero la modernità di quel testo.

La gara riprende con Patty Pravo che, ringalluzzita dalle gag con la Vanoni di ieri, continua a scherzare con Virginia Raffaele che la imita e imita pure la Vanoni. Con lei e Briga oggi c'è Giovanni Caccamo, cantautore scoperto da Battiato. I Negrita si fanno accompagnare dalla magnifica tromba di Roy Paci e da Enrico Ruggeri. Poi tocca ai tre ragazzi de Il Volo, sempre applauditissimi: con loro il fantastico violinista Alessandro Quarta. Arisa invece ha con sè un pezzo degli anni Ottanta, Tony Hadley degli Spandau Ballet. Molto bella la coreografia, comico l'italo-inglese esibito dall'ex Spandau.

Virginia Raffaele ha comprato una chitarra in saldo pur di duettare con Claudio Baglioni in "Giochi proibiti", ma mancano le corde. "Qui finisce la mia carriera", dice sconsolato Baglioni. Dovrebbe far ridere ma non funziona. La sfilata dei duetti riprende con Mahmood: la sua "Soldi" migliora a ogni esecuzione ed è sempre più coinvolgente. Con lui Guè Pequeno. Segue Ghemon e la sua Rose Viola. Francesco Renga e Bungaro fanno a gara con le ugole, davvero notevoli su "Aspetto che torni". E bella pure la coreografia con Eleonora Abbagnato. Ultimo, il grande favorito per la vittoria finale, convoca una specie di fratello, Fabrizio Moro che qui l'anno scorso ha trionfato. 

Claudio Bisio stasera torna a fare un monologo sul difficile mestiere di padre e sul rapporto con i figli adolescenti. L'autore è Michele Serra che all'argomento ha dedicato anche un libro di grande successo, "Gli sdraiati". A rappare sul finale c'è Anastasio, neovincitore di X-Factor. Sui social si sprecano le proteste: se in molti ieri si domandavano cosa ci facesse Alessandra Amoroso con i suoi dieci anni di successi come superospite, ora in tantissimi a maggior ragione si chiedono cosa ci faccia Anastasio all'Ariston.  

I duetti riprendono con Nek che ha invitato Neri Marcoré per cantare la sua "Mi farò trovare pronto". Si balla anche in sala stampa con i Boomdabash che oggi hanno portato con sè il rapper napoletano Rocco Hunt. I duetti si sussegono  velocemente: ecco The Zen Circus con Brunori Sas; Paola Turci con Beppe Fiorello sfoggiano un grande feeling. Poi è il turno di Anna Tatangelo, oggi vestita da uomo, con Syria: il loro è il primo duetto tutto al femminile. La performance della band genovese degli Ex-Otago che normalmente finisce con un abbraccio a una ragazza del pubblico stavolta culmina con un abbraccio tra il cantante e Jack Savoretti. Il cantautore livornese Enrico Nigiotti si fa accompagnare al piano da Paolo Jannacci.

Ma è a mezzanotte, around midnight come direbbe Thelonius Monk, che la serata prende un'accelerazione e tutto cambia. All'Ariston entra Loredana Berté per un duetto rock al femminile con Irene Grandi. Gambe magrissime in vista e voce rauca che spinge fino a raschiare le corde vocali. Irene Grandi non tradisce. Occhi negli occhi, intesa perfetta. E alla fine l'Ariston esplode, con mezza giuria di qualità che si alza in piedi e gran parte del pubblico. "Insomma, mi sa che questo duetto è piaciuto", dice Bisio. Come dargli torto. D'altra parte "Cosa ti aspetti da me" è uno dei pezzi migliori di questa edizione dove si sente tutta la sapienza e la passione di quella vecchia volpe dello spartito che è Gaetano Curreri. Loredana la canta con grande pathos, quasi urlata, sgolata. A Daniele Silvestri spetta l'ingrato compito di esibirsi subito dopo. La sua "Argentovivo" è una delle canzoni di maggior impatto di questo Festival: con lui oggi, oltre che il rapper campione di freestyle Rancore, c'è anche Manuel Agnelli. Segue Einar con Biondo e Sergione Sylvestre.

Molto toccante anche il duetto tra Simone Cristicchi e Ermal Meta che si ritrovano quest'anno a parti invertite, visto che l'anno scorso era stato Cristicchi a essere ospite della coppia Meta-Moro, che poi vinse. Dopo Nino D'Angelo e Livio Cori con i Sottotono, arrivano Achile Lauro e Morgan. Cantano "Rolls Royce" al centro di diverse polemiche, sia per l'accusa di plagio sia per la presunta allusione all'ecstasy tra le pieghe del testo. Ma il verdetto finale sorprende tutti: a vincere sono Motta e Nada. Il pubblico dell'Ariston non gradisce e si fa sentire.