Il massacro di Grignani: "Lasciatelo in pace. Se fosse stato Lou Reed o Iggy Pop staremmo tutti ad applaudire"
"Vasco se ne innamorò. Mogol disse: "Dopo Battisti c'è Grignani". E invece il trattamento riservato all'artista dopo la sua apparizione a Sanremo è qualcosa di cui vergognarci profondamente: "A Gianluca si dovrebbe rispetto, se non altro per ciò che ha dato alla musica". Intervista a Massimo Cotto


Insulti via social, post spietati con il solo obiettivo di ridicolizzare, ferire, fare del male. Il trattamento riservato a Gianluca Grignani dopo la sua apparizione al Festival di Sanremo accanto ad Irama è qualcosa di cui vergognarci profondamente. Qualcosa su cui vale la pena soffermarci a bocce ferme, ora che le luci scintillanti dell’Ariston si sono spente.
“E vero, Gianluca è apparso imbolsito. Si capisce che non è al massimo della forma ma sono convinto che se al suo posto ci fosse stato Lou Reed o Iggy Pop tutti si sarebbero sperticati in lodi e avrebbero certificato che questo è il vero rock’nr’roll. Credo che a Gianluca sarebbe stato dovuto un minimo di rispetto, se non altro per le cose che ha dato alla musica in Italia”.
Il massacro
A parlare è Massimo Cotto, giornalista, scrittore, conduttore radiofonico e direttore artistico di sette Festival, uno dei più grandi esperti di musica in Italia. Cotto è stato tra i pochi a prendere immediatamente le distanze dallo scempio sgradevole e inopportuno che veniva fatto sulla pelle di un artista che ha avuto il coraggio di portare sul palco dell’Ariston la sua sofferenza e il disperato bisogno di esserci ancora.
“Ma, si sa, il nostro è un popolo che adora massacrare chi ha avuto successo ed è caduto dal piedistallo dove suo malgrado era stato messo. O saliamo sul carro del vincitore o ci divertiamo a fare il tiro a segno”. Magari cercando di prendere bene la mira per riaprire vecchie ferite rimarginate a fatica o aprirne di nuove. Salvo poi, perché al peggio non c’è mai fine, sciogliersi in lacrime, quando magari quell’artista inciampa per l’ennesima volta nella sua esistenza a ostacoli. “Lo conosco bene”, racconta ancora Massimo Cotto.
“Ho avuto la fortuna di seguirlo fin dal suo primo disco “Destinazione Paradiso” quando è esploso a sorpresa ricevendo importanti benedizioni. A cominciare da Mogol che decretò: “Dopo Battisti, c’è Grignani”.
Guarda l'esibizione di Gianluca Grignani a Sanremo (Raiplay)
Vasco se ne innamorò
E per continuare con Vasco che se ne innamorò”. Grignani a quel punto prese in contropiede tutti e pubblica un disco rock come “La fabbrica di plastica”, “un disco che poteva piacere intensamente ma che in parte tradiva il precedente. E per questo l’ho stimato ancora di più, perché non è da tutti “andare in direzione ostinata e contraria” alle aspettative”, soprattutto quando hai il mondo ai tuoi piedi e una vita davanti, bellezza e talento uniti in un mix unico. “Gianluca si porta dietro troppa inquietudine. Tutti sappiamo che il vero artista non è mai felice, che deve vivere nella dannazione per compensare il dono che gli è stato affidato”. Da lì è cominciato un saliscendi, dove alla destinazione paradiso si è sostituito l’inferno dei guai con la giustizia e dell’infelicità sentimentale. “Qualcuno, dopo averlo visto a Sanremo, ha sottolineato che sarebbe stato il caso di non coinvolgerlo. E invece io penso sinceramente che ridargli il palco e il suo pubblico sia anche il solo modo di rimetterlo in circolo, da un punto di vista mentale oltre che artistico. Spero di coinvolgerlo presto in uno dei Festival musicali che organizzo In Italia”.
Il concerto al Forum Assago
Nel frattempo è stato annunciato un suo concerto al Forum Assago di Milano per il prossimo 15 ottobre. E tanti altri auguriamo a Gianluca Grignani di organizzare e onorare. Magari per una volta distraendosi da ciò che ha intorno, dal pensiero unico che ti vuole sempre vincente e che non perdona la fragilità del talento e della bellezza. In una delle sue ultime canzoni, “Sogni infranti”, scrive: “Ormai è un po' che guardo con freddezza e con distanza / L'informazione e lo show che fan la stessa danza / E quando è sera non ci riesco ma vorrei uscire da questo quadro / E aspetto il giorno che sciolga i pensieri e la musica / Che è sempre un po' più leggera e a un passo da me”.
Ecco, che quel passo Gianluca lo faccia verso la musica e la leggerezza. Un passo verso ciò che è stato e ciò che ancora è. Un passo verso sé stesso, tenendo a bada i demoni interiori e soprattutto non curandosi di quelli che si nutrono del dolore altrui.