Il Festival di Marta: perché vince sempre Donà, diventata "La Tarma" dello spettacolo italiano
Per il quarto anno i suoi artisti trionfano su tutti, questa volta ha piazzato anche Cattelan in co-conduzione. C'è chi spara retroscena e complottismi, ripartiamo dai fatti

Manco il tempo di consegnare il premio di trionfatore dell'edizione numero 75 a quel muscolonte tipo Avengers che è Olly ed eccola ricicciare. Tutti a parlare e scrivere (come avviene da qualche anno a finale conclusa) di Marta Donà. La super manager che si sta imponendo come nome vincente per gli artisti che le si affidano, a cominciare dai successi ripetuti a Sanremo con diramazione ad Eurovision e dintorni. E tutti a dire che siccome è nipote di Claudia Mori e quindi pure di Celentano, gode di corsie preferenziali e bla bla bla. Forse è il caso di sfreddare i nervi e ripartire dai fatti.
Quando diventò La Tarma
Chi lavora nei media e nel settore dello spettacolo conosce o ha avuto modo di interagire con Marta Donà da quando, oltre 15 anni fa, era una delle tante addette stampa che lavoravano per Sony e dintorni. Una delle tante che ti chiamavano e scrivevano, a te giornalista, per farti presente che stavano seguendo l'artista x o y e che quindi era possibile fare interviste o attività multimediale mirata sul personaggio, su quell'album, su quell'evento. Accade poi che Marta Donà abbia voglia di mettersi in proprio e che decida di fondare La Tarma, società di management e sviluppo di progetti artistici. Da lì, con il suo carattere, il suo staff, la sua abilità e anche sì, il fatto che non proviene da una famiglia qualsiasi, i successi si moltiplicano. A partire da una scelta rivelatasi poi fortunatissima.
Mengoni and beyond
Anno domini 2011, Marta Donà cammina per Roma assieme a Marco Mengoni, grande talento venuto fuori da X Factor, lanciato da Calabrese e Rinalduzzi (primi scopritori e valorizzatori di Giorgia e Alex Baroni). Lui le offre di lavorare assieme, è il click che mancava per accendere tutto il resto. Mengoni si fa notare con Re Matto e la canzone sanremese Credimi ancora. Ma vuole di più, come la Donà. Nasce La Tarma, e il nuovo "insetto" dello spettacolo va a rosicchiarsi la ciccia dell'ambiente con la crescita dal 2011 al 2015 e la diversificazione in società di management, promozione e infine produzione discografica. Nel mentre va a segno il primo colpaccio: nel 2013 Donà e Mengoni sbancano Sanremo con L'essenziale, l'onda è partita.
Nel 2021 i Maneskin scappano dalle mani di Manuel Agnelli che li ha seguiti per tutto X Factor, vanno dalla Donà e vincono con Zitti e buoni. Due anni dopo doppietta con Mengoni con Due vite. Il resto è cronaca recente: nel 2024 Angelina Mango con La noia strappa la vittoria finale a Geolier e quest'anno Olly con Balorda nostalgia la spunta per una manciata di voti su Lucio Corsi, l'alieno del Festival. Chi, come Enrico Mentana, si accorge ora di queste dinamiche e chi gli va appresso parlando di complotti e combine, sta inseguendo il nulla. Martà Donà è persona valida, decisissima, una brava manager ed è diventata un marchio. Pure a lei non tutte le ciambelle escono col buco: perde i Maneskin lanciati verso l'apice della loro carriera, e non è ancora riuscita a far affermare in Rai un altro suo protetto, Alessandro Cattelan. Ma niente di scandaloso, o pensiamo che gli anni in cui ha dominato la Sugar della Caselli, o gli anni in cui i pezzi se non erano firmati Fabrizio, Bigazzi, Lavezzi, Mattone non andavano al Festival, o ancora se ieri chi stava con Presta e oggi con Caschetto domina le conduzioni e le ospitate delle maggiori trasmissioni, siano tutto un caso? Andiamo, su.
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