"Pochi autori per quasi tutti i pezzi in gara, è una casta": l'attacco del Codacons a Sanremo
Undici firme per tutte le canzoni, fino a sette scritte dalla stessa mano. Si chiede l'intervento dell'Antitrust, ma chi lo fa ha la memoria corta

Cronaca di una polemica che monta di nuovo ad ogni Sanremo. Quest'anno più forte che mai. Ma sostanzialmente sbagliata, se non altro perché scopre l'acqua calda. Il Codacons ha presentato un esposto all'Antitrust contro la "casta discografica" che arrecherebbe "danno ai consumatori e agli stessi artisti". L'accusa va gli 11 autori dei brani musicali svelati nelle scorse ore. Sempre loro, solo loro. E' tutta qui la musica per il grande pubblico in Italia?
Quelli che sono "sotto accusa"
L'esposto del Codacons rileva che Federica Abbate come autrice firma ben sette canzoni (quelle di Clara, Rose Villain, Serena Brancale, Sarah Toscano, Fedez, Emis Killa e Joan Thiele), Davide Simonetta ne firma cinque (Francesco Gabbani, Rocco Hunt, Achille Lauro, Elodie e Francesca Michielin). Sono autori di quattro canzoni a ciascuno Jacopo Ettorre (Clara, Rkomi, Serena Brancale e Sarah Toscano), Davide Petrella (The Kolors, Elodie, Tony Effe e Gaia), e Nicola Lazzarin detto Cripo (Rose Villain, Serena Brancale, Fedez e Emis Killa). Dove sarebbe l'irregolarità? Nella concentrazione del potere di composizione musicale e proposta, nelle mani di pochissimi. Prosegue, il Codacons, contro questa concentrazione che "rischia di dare vita ad una sorta di 'casta discografica', peraltro già denunciata di recente da altri artisti, a danno sia dei cantanti che non ne fanno parte, e che quindi hanno maggiore difficoltà a piazzarsi sul mercato e ad avere accesso al Festival di Sanremo, sia degli utenti, attraverso un appiattimento dello stile dei brani in gara".
A volte ritornano ma non è una novità
Nella denuncia del Codacons all'Antitrust c'è anche il dettaglio che "molti dei nomi che figurano quest'anno come autori delle canzoni in gara sono gli stessi che hanno scritto testi o melodie dei brani presentati a Sanremo lo scorso anno, un filo conduttore che incrementai dubbi sull'esistenza di una possibile casta sul fronte discografico". Per questo si chiede al Garante delle Concorrenza (Antitrust) che "valuti la sussistenza di possibili anomalie o alterazioni del mercato derivanti da eventuali cartelli o situazioni anti-concorrenziali nel settore della discografia italiana". Tutto bene? Non proprio, perché non si capisce se ci sono autori particolarmente apprezzati e con i giusti agganci, come impedirgli di fare il loro lavoro. E per anni l'oligopolio delle firme sulle canzoni è stato ancora maggiore, all'epoca d'oro in cui le canzoni di più grande successo erano firmate da Mattone, Lavezzi, Bigazzi, prima ancora Carlo Alberto Rossi, solo per citare alcuni esempi titanici. Ma si attende la risposta dell'Antitrust.