Emis Killa indagato e fuori da Sanremo è solo l'ultimo. Storia degli scandali del Festival "cattivo"
Carlo Conti ha espresso rammarico per la vicenda del rapper. Ma al Festival ne sono successe altre negli anni, alcune pesanti, altre ridicole

"Dopo 15 anni di carriera ero pronto ad affrontare il mio primo Sanremo. Ringrazio Carlo Conti per avermi voluto ma preferisco fare un passo indietro e non partecipare". L'avventura al Festival di Emiliano Rudolf Giambelli in arte Emis Killa finisce così. Tritata dentro l'avviso di garanzia spiccato dalla Procura di Milano. Emis Killa è indagato per associazione a delinquere. Il direttore artistico e conduttore di Sanremo, Carlo Conti ha commentato: "Prendo atto con rammarico della decisione di Emis Killa di ritirarsi da Sanremo. Comprendo il suo stato d’animo che non gli consente di vivere al meglio e con serenità la settimana di musica al festival". E Sanremo resta così, con 29 artisti in gara come ha confermato la Rai. Emis Killa non sarà sostituito da nessun altro.
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L'arsenale in casa
40mila euro in contanti, uno sfollagente, un manganello telescopico, tre tirapugni, sette coltelli e uno storditore elettrico. Questo l'arsenale che le forze dell'ordine hanno trovato in casa di Emis Killa a Vimercate. Il trapper è indagato per i suoi legami con Luca Lucci detto la Belva, capo degli ultras del Milan, in carcere per reati come traffico di droga e tentato omicidio. Lucci e altri sono al centro dell'operazione Doppia curva con cui gli inquirenti vogliono approfondire le infiltrazioni criminali nelle curve della tifoseria di Inter e Milan. Emis Killa è già oggetto di un Daspo, un provvedimento di Giustizia che gli impedisce di frequentare per tre anni gli stadi. Conseguenza dell'aver malmenato uno steward allo stadio Meazza durante la partita Milan-Roma l'11 aprile, e di un suo avvistamento durante l'aggressione successiva di un altro steward. Il trapper è risultato essere socio in affari di Fabiano Capuzzo che ha la barberia Italian Ink a Monza, che per gli inquirenti è collegata al malaffare di Lucci. Lo stesso Capuzzo è fra gli ultras della Curva Sud in arresto. A questo si aggiunge la presenza di Emis Killa alla cena di Natale a casa di Lucci, quest'ultimo collegato ad esponenti delle cosche calabresi. Ora arriva anche il suo ritiro, confermato da Carlo Conti e dalla Rai.
Sanremo degli scandali e dei sensi di colpa
La città dei fiori e il tempio della canzone italiana, di lividi, sensi di colpa, scandali e scandaletti se ne porta appresso un po'. Resterà sempre come una macchia sulla coscienza di tutti il suicidio di Luigi Tenco il 27 gennaio 1967, con la decisione subito dopo di andare avanti con lo show, comunicata da Mike Bongiorno che poi rivelò quanto gli costò quell'annuncio. E non si possono dimenticare i due fatti vergognosi dell'edizione 1961. Quando le malelingue e i veleni su Mina Mazzini furono tali da farle incrinare la voce su quel palco, lei che della voce è sempre stata regina. E contribuirono alla sua decisione di chiudere con le esibizioni pubbliche e con l'Italia. Quello stesso anno, partendo da un anello troppo rivelatore che indossava al dito, la lingua che batte lesta sul tamburo della diffamazione, come cantava De André, costruì lo stigma pubblico contro "quel gay" di Umberto Bindi.
Basta che se ne parli
Poi ci sono gli scandaletti: il doppio Morgan, quello del 2010 escluso perché aveva confessato poco prima il suo uso di crack e altre droghe, per lui altro scivolone quando si permise di riscrivere i versi di Bugo nella canzone portata in gara assieme, con finale in tribunale. Era il 2020. Anno 2008, squalificata Loredana Berté che portò in gara Musica e parole, accusata di plagio del brano Sesto senso che si trovava nell'album di Tullio De Piscopo Ultimo segreto. Lei che nel 1986 aveva scandalizzato presentandosi col pancione finto e il brano Re. Nel 2012 le esternazioni del Molleggiato Celentano contro certa stmpa e certo cattolicesimo (lui che è il re degli ultra cattolici) misero nei guai Morandi conduttore, ma il tutto finì in una bolla di sapone. Nel 2009 Povia cantò la conversione da Lgbt+ a etero di Luca era gay e piovvero fulmini arcobaleno. Allora sembrò esagerato, ma le sortite successive, tutte destrorse e anti migranti del cantante fecero capire che sì, era proprio quello sbagliato nel posto sbagliato. E via a sparlare purché di Sanremo si parli. E allora in veloce rassegna: le rose sfasciate da Blanco sul palco dell'Ariston nel 2023, con denuncia e poi assoluzione, il povero Brian Molko dei Placebo che aveva distrutto gli strumenti, troppo rock per un parterre di signore ingioiellate e con pelliccia, la farfallina di Belen, il perizoma della Oxa e il presunto tentato suicidio di Pino Pagano, fermato da Baudo nel 1995, che poi ammise: "Era una messinscena, non ero nemmeno disoccupato". Una cosa è certa: quando ci vai di persona, all'Ariston, a Sanremo, ti rendi conto di come, a telecamere spente, tutto sia molto più piccolo di come credevi. E più provinciale.
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