Sanremo, boom di ascolti e polemiche. Fedez, la Rai si dissocia. L'accusa di Paola Egonu
“Confermo che non eravamo a conoscenza della performance di Fedez. Non è più libertà né diritto quando si sconfina nell'attacco personale a un viceministro del governo che aveva già dichiarato più volte di chiedere scusa"
Dunque su che cosa polemizziamo oggi a Sanremo? Il bollettino quotidiano delle bufere mediatiche è sempre in funzione. Ma prima Amadeus e la sua squadra si prendono il tempo di festeggiare perché “se quelli dell’anno scorso ci sembravano ascolti insuperabili, quest’anno, che li stiamo superando, dobbiamo dire che sono storici”. L'Amadeus quater infatti ottiene la media del 62.3% di share, la più alta dal 1995. Il picco di 17 milioni manco a dirlo è arrivato mentre Morandi, Al Bano e Ranieri scaldavano le ugole e mandavano in delirio il pubblico dell’Ariston, mentre sui social era tutto un cuore e un like. “Sono tre super eroi”, dice Amadeus.
Le polemiche invece si concentrano sull’intervento corrosivo di Fedez (leggi qui) e sul quel gesto plateale dello strappo della vecchia foto del viceministro Bignami vestito da nazista. La Rai non conosceva il contenuto del testo della canzone, come ha subito chiarito il rapper in diretta, assumendosi “la piena responsabilità di ciò che ho detto”. E dalla Rai arriva clamorosa una bocciatura. "A nome della Rai ritengo che la libertà sia un diritto sacrosanto, che deve esprimersi attraverso tutte le forme di arte e pensieri", dice il direttore dell’intrattenimento Stefano Coletta, "sempre a nome della Rai, dei vertici e sul mio nome, in maniera molto netta sento di dirlo, mi dissocio fortemente dagli attacchi personali che la performance di Fedez ha rappresentato, soprattutto nella gestualità. Si tratta di atteggiamenti che il servizio pubblico non può ammettere”. E aggiunge: “Confermo che non eravamo a conoscenza della performance dell'artista. Ce ne aveva comunicata una, dicendoci poi che la avrebbe cambiata". E ancora: "Nel testo può esserci libertà espressiva, ma la gestualità può fare male quando diventa attacco personale. E per questo contesto fortemente quanto è accaduto. Non è più libertà né diritto quando si sconfina nell'attacco personale a un viceministro del governo che aveva già dichiarato più volte di chiedere scusa, quindi si trattava di un capitolo ampiamento chiuso. Questo tipo di attacchi non sono sintomo di libertà, lo dico anche a nome dell'amministratore delegato e della presidente. Non possiamo che sottolineare che quando un attacco diventa frontale e personale non c'è libertà che tenga".
Egonu: "L'Italia è un paese razzista? Sì"
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E se l’intervento urticante di Angelo Duro viene invece visto come “libertà di espressione e artistica”, anche se c’è chi in sala stampa parla “di sessismo e di offese”, a gettare benzina sul fuoco ci pensa la co-conduttrice di stasera, la campionessa di pallavolo Paola Egonu. Con candore e molta semplicità afferma quello che in realtà tutti sappiamo ma che affermato a Sanremo ha la potenza di un detonatore: “L’Italia è un paese razzista? Sì”, risponde netta. E poi argomenta: "In Italia non tutti sono razzisti o tutti cattivi, ma se mi chiedete se c'è razzismo la risposta è sì. L'Italia sta migliorando da questo punto di vista e non voglio fare la vittima, ma dico come stanno le cose". Sono state tante infatti le polemiche alla vigilia del Festival quando Paola Egonu in un’intervista aveva parlato del razzismo che aveva respirato nel nostro Paese. A quel punto erano partiti siluri contro di lei etichettata come “vittimista che faceva lamentele”. Paola Egonu chiarisce anche di non aver abbandonato l’Italia per la Turchia e annuncia: “Tornerò qui a vivere. In quanto al tornare a giocare nella Nazionale, sto ancora metabolizzando tutto, ma se ci dovesse essere la possibilità, sì lo farei".