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Sanremo 2025, le pagelle dei duetti: Rose Villain e Clara peggiori ex aequo, Lucio Corsi vince per audacia, Giorgia e Annalisa impeccabili

Conclusa la serata delle cover: chi ha fatto le interpretazioni più disastrose, chi le più riuscite e originali. Maltrattati Battisti, Califano, Gino Paoli. Buone letture di Pino Daniele

di Stefano Miliani   

La serata delle cover di Sanremo tanto attesa si è conclusa. Di seguito li trovate in ordine di apparizione dall'ultima esibizione in alto alla prima in fondo al "rullo" di commenti. E' il momento di tracciare un bilancio. 
Primo responso: si sono ascoltati momenti eccellenti, altre interpretazioni invece sono state semplicemente disastrose, gonfie di retorica e di suoni troppo carichi. Franco Califano per esempio non ha goduto di versioni eccellenti.

Capolavori rovinati: Clara e Rose Villain i peggiori ex aequo 

Chi è decisamente da bocciare per pretenziosità? Clara con il Volo nel "Sound of Silence" di Simon & Garfunkel lasciano macerie sonore. Pure Rose Villain con Chiello riducono in polvere i "fiori di pesco" di Battisti. Al vertice delle peggiori esibizioni collochiamo loro e senza nessun dubbio: conquistano ex aequo la palma del peggiore. Pure Gino Paoli esce parecchio malconcio dalla lettura di Joan Thiele e Frah Quintale. 

Eccellenze: Lucio Corsi, Giorgia con Annalisa  

Chi eccelle? Rocco Hunt e Clementino hanno cantato con originalità Pino Daniele. Svetta per coraggio o incoscienza Lucio Corsi insieme al pupazzo Topo Gigio in un brano ad altissimo rischio quale il blu dipinto di blu di Modugno. Impeccabili e vocalmente audaci Giorgia e Annalisa nella "Skyfall" per 007 di Adele. Bravissima Gaia con un mostro sacro, Toquinho. A loro i nostri voti più alti.  

I NOSTRI VOTI 

SHABLO feat. GUÈ, JOSHUA e TORMENTO con NEFFA - Amor de mi vida di SOTTOTONO e Aspettando il sole di NEFFA 6,5

Ultimo brano in gara stasera. L'unica finestra hip hop del festival. Come abbiamo già detto, troppo poco considerando quanto è diffuso il genere.   

BRESH con CRISTIANO DE ANDRÉ - Crêuza de mä di FABRIZIO DE ANDRÉ 6

Uno dei pezzi più affascinanti della musica "etnica" (etichetta discutibile, lo sappiamo, la usiamo per comodità). Un intoppo tecnico obbliga i due genovesi a ricominciare. Versione dignitosa, De André figlio ricorda in modo impressionante (anche nell'occhio semichiuso) il padre. Bresh poteva risparmiarsi l'acutino finale: cosa dà in più? Anzi toglie ... A sine serata il cantante in gara e l'ospite devono ripetere l'esibizione perché troppi guasti hanno minato il loro momento. 

FEDEZ con MARCO MASINI - Bella stronza di MARCO MASINI 6,5

"Ti ho dato tutte le ragioni per essere una bella stronza". Con questo verso finale Fedez chiosa la canzone di Masini e ne cambia il senso. L'autore urla come suo costume mentre il rapper dà una interpretazione più assorta, più sfaccettata. E salva un brano che continuiamo a pensare non sia niente di eccezionale (musicalmente, non solo per il testo). Scandalo per eventuali allusioni a Chiara Ferragni evitato in un festival che vuole evitare le polemiche come fossero la peste e non sale di Sanremo.   

BRUNORI SAS con RICCARDO SINIGALLIA e DIMARTINO - L’anno che verrà di LUCIO DALLA 6,5

Serpeggia a momenti la sensazione che i tre, che sono ottimi cantanti, non sempre siano in perfetta sintonia o non tutti e tre abbiano azzeccato la nota giusta in un fantastico brano storico. L'arrangiamento è davvero bello. Sentito in chiusura il ricordo di Brunori allo scomparso e bravissimo Paolo Benvegnù.  

WILLIE PEYOTE con FEDERICO ZAMPAGLIONE e DITONELLAPIAGA - Un tempo piccolo di FRANCO CALIFANO 6,5

Califano passa due volte stasera. Peyote con Zampaglione senza Tiromancino lo interpreta con una certa personalità, la cantante invece tira un po' troppo in alto il canto considerato il brano. Poco più che sufficiente. A quest'ora però comincia a pesare la stanchezza di noi spettatori.  

MASSIMO RANIERI con NERI PER CASO - Quando di PINO DANIELE 7

Una delle canzoni più riuscite e pervasive della musica italiana. Eccellente la scelta di adottare solo il canto a cappella dei assai capaci Neri per caso con l'impeccabile voce di Ranieri e senza l'orchestra. A momenti la versione - originale - fa rammemorare Sergio Caputo. Se avete notato da ieri le telecamere non riprendono da vicino Massimo Ranieri per un piccolo problema all'occhio destro.  

ACHILLE LAURO con ELODIE - Un tributo a Roma: A mano a mano di RICCARDO COCCIANTE e Folle città di LOREDANA BERTE' 6

I due concorrenti romani fanno meglio nella folle città di Loredana Berté, caricandola di sensualità e un filo di aggressività, rispetto alla malinconia alla Cocciante cui non rendono affatto giustizia. Bene e male quindi. Appena per arrivare alla sufficienza.

OLLY con GORAN BREGOVIC e la WEDDING & FUNERAL BAND - Il pescatore di FABRIZIO DE ANDRÉ 5

L'idea di affiancare questo brano così pieno di compassione e spirito cristiano vero (il pescatore spezza il pane e versa il vino) con Bregovic e la sua banda è buona. Peccato Olly non sappia cantare il Pescatore. Che sappia coinvolgere il pubblico è un particolare che alza di pochissimo la votazione. Non passa.   

JOAN THIELE con FRAH QUINTALE - Che cosa c’è di GINO PAOLI 4

Proprio non ci siamo. Rendono melensa e invecchiata una canzone che richiede di stare sul filo per non diventare insulsa e restare un classico della canzone d'amore. Si può ignorare.  

COMA_COSE con JOHNSON RIGHEIRA - L’estate sta finendo di RIGHEIRA 6

La hit danzereccia della metà degli anni '80, il 1985, fa ballare l'Ariston. Johnson Righeira è fisicamente appesantito e ingrossato però ha conservato la voce. La coppia dei Coma_Cose fa il suo mestiere. Niente sfaceli, ordinaria amminitrazione. 

SARAH TOSCANO con OFENBACH - Overdrive di OFENBACH 6

Elettronica dance che la giovane cantante condisce con un filo di malizia e sensualità insieme agli Ofenbach, il che è un valore in più.  

SIMONE CRISTICCHI con AMARA - La cura di FRANCO BATTIATO 7

Uno dei brani più toccanti e ricchi di implicazioni della musica. Cristicchi e Amara aggiungono versi cantanti in aramaico e suonano coerenti. Il tappeto voluto in scena è un po' un orpello.  

GIORGIA con ANNALISA - Skyfall di ADELE 7,5

Entrambi impeccabili, voci potenti, all'altezza della vocalità di Adele, tengono benissimo le note lunghe. In perfetta sintonia. Grandi cantanti sul brano per uno dei tanti 007 al cinema. 

FRANCESCO GABBANI con TRICARICO - Io sono Francesco di TRICARICO 7

Un racconto d'infanzia e pieno di gioia nonostante gli ostacoli della vita. Gabbani e Tricarico lo rileggono senza copiare l'originale dello stesso Tricarico, Gabbani aggiunge un tono di fiducia e felicità all'ombra di tristezza. Bene. 

ROCCO HUNT con CLEMENTINO - Yes, I know my way di PINO DANIELE 8

Un brano bellissimo approcciato con coraggio originalità e ritmo incalzante dai due cantanti campani che vengono dal rap e non vogliono imitare l'inimitabile Pino bendì adattare alla loro personalità questa sorta di blues partenopeo. Proprio bravi.  

MARCELLA BELLA con TWIN VIOLINS (GEMELLI LUCIA) - L’emozione non ha voce di ADRIANO CELENTANO 7

E' la cantante che rilegge Celentano. Con l'orchestra sanremese in forza i due violinisti restano quasi impalpabili tranne che negli ultimi minuti. La scelta non è azzeccata. Brava la cantante siciliana che dà un tono personale al brano, il buon voto è merito suo. I due violinisti vestiti in bianco hanno più brio, e si sentono bene, nel bis quando interpretano i Cold Play.    

THE KOLORS con SAL DA VINCI - Rossetto e caffè di SAL DA VINCI 6

In effetti il trio con Sal Da Vinci nel brano dell'autore stesso interpreta e non copia, fanno ballare il teatro e lo rendono meno melodrammatico dell'originale: apprezzabili.    

GAIA con TOQUINHO - La voglia, la pazzia di TOQUINHO, ORNELLA VANONI, VINICIUS DE MORAES 8.5

Gaia si misurava con un capolavoro che ha avuto autori e interpreti magistrali. Toquinho la accompagna al canto e con la chitarra, lei accenna passi di danza e merita i complimenti: sostiene la prova e guadagna applausi a scena aperta.   

IRAMA con ARISA - Say something di A GREAT BIG WORLD, CHRISTINA AGUILERA 5

Senza infamia e proprio senza lode. L'interpretazione può tranquillamente passare inosservata, non toglie né aggiunge nulla al pop della Aguilera.  

SERENA BRANCALE con ALESSANDRA AMOROSO - If I ain’t got you di ALICIA KEYS 5,5

Le due cantanti cantano come Alicia Keys. Imitano, in pratica, il brano della cantante newyorkese, più che rifarlo.  

LUCIO CORSI con TOPO GIGIO - Nel blu dipinto di blu di DOMENICO MODUGNO 9

Il folletto toscano accompagnato da Topo Gigio in un teatrino riesce nell'impresa: una versione di Volare divertente, frizzante, quasi swing. Poteva essere un disastro, invece il brano storico è salvo. Un voto molto alto per l'azzardo e l'originalità.  

FRANCESCA MICHIELIN con RKOMI - La nuova stella di Broadway di CESARE CREMONINI 6

Una buona esecuzione per una buona canzone di Cremonini. Sufficiente.  

TONY EFFE con NOEMI - Tutto il resto è noia di FRANCO CALIFANO 4

Nel graffio vocale di Noemi echeggia la disperazione di Califano, meno in Tony Effe. Sfiorano la sufficienza. 

CLARA con IL VOLO - The sound of silence di SIMON & GARFUNKEL 3

Voci a vele spiegate per un capolavoro che può reggere tante interpretazioni, la loro è una delle più retoriche e tronfie. Ne tradisce lo spirito e neppure lo sconvolge. Perciò da bocciare.

MODÀ con FRANCESCO RENGA - Angelo di FRANCESCO RENGA 6

Facile rifare Renga con Renga. Da sufficienza per un brano da standard sanremese.   

ROSE VILLAIN con CHIELLO - Fiori rosa, fiori di pesco di LUCIO BATTISTI 3

Entrambi cantano il brano dolente e carico di passione di Lucio tutto di gola: la passione e il dramma d'amore suonano proprio finti, non convincerebbero nessuna innamorata o nessun innamorato che sappia minimamente ascoltare.

  

*** *** *** *** *** 

Elodie e Achille

 

I duetti: una gara a sé con vincitore/vincitrice

Come sapete, ma intanto ve lo ricordiamo, quest’anno per i duetti Carlo Conti ha cambiato formula: la serata decreterà un vincitore o una vincitrice e l’esito non influirà più nella classifica generale e nei piazzamenti come accaduto finora. Forse è una buona idea, perché gli artisti si misurano con il passato e nella gara finale si dà più peso al brano di questo Sanremo anche se, con il meccanismo precedente, il risultato comprendeva anche le capacità di interpretare brani altrui ed era quindi una valutazione più a tutto tondo, più completa se vogliamo.

Concorrenti fratelli e sorelle: in gara insieme

Altra novità, scelta dagli artisti: alcuni fanno coppia con colleghi e colleghe in gara e non con qualche esterno. Sono Achille Lauro ed Elodie compari di città che omaggiano Roma e suoi cantanti, Tony Effe con Noemi, pure loro in veste romana omaggiando Califano, Francesca Michielin e Rkomi (anagramma di Mirko per chi ancora non lo sapesse) che omaggiano Cremonini con una sua bella canzone.

Repertorio storico quasi tutto di autori maschi 

Tra i pezzi scelti, prevale il repertorio storico. Non per niente contano due brani a testa Fabrizio de André, Franco Califano e Pino Daniele. E numericamente la prevalenza degli uomini sulle donne è netta.  

Lucio Corsi con Topo Gigio 

Incuriosisce vedere cosa combinerà Lucio Corsi, che sembra un folletto, la seconda sera aveva un abbigliamento che magari poteva vagamente rammentare più il Peter Gabriel dei Genesis dei primi anni ’70 che David Bowie. Il ragazzo ha un gran talento e coraggio: affronta una delle canzoni più immaginifiche della storia, “Nel blu dipinto di blu” e un “mostro” di bravura come Domenico Modugno. E chi ha voluto come compagno di viaggio? Topo Gigio. Che trucco (in senso benevolo) avrà escogitato?

Chi sarà la "stronza puttana" per Fedez? 

E molti aspettano al varco Fedez: chi sarà mai la “bella stronza” che canta con Marco Masini? Nel brano la donna si becca di “puttana” che sta “a gambe aperte” perché ha preferito uno pieno di soldi. Il Tony Effe qui assente, non quello edulcorato, era un po’ su questa scia.

 

  

 

di Stefano Miliani   
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