La rinascita di Fabrizio Moro: "Così mi sono salvato dalla mia parte peggiore"

Videointervista con il cantautore che racconta come ha superato un periodo difficile. Ora, dopo Sanremo, il debutto al cinema con "Ghiaccio"

“L’amore è quella condizione che ti salva quando alle 5 del mattino l’angoscia bussa alla porta. Ho sempre avuto molta difficoltà a pronunciare frasi come “ti amo” o “ti voglio bene” ma ora che ho 46 anni credo sia giusto metabolizzare anche il mio carattere chiuso e aprirmi finalmente fino in fondo. Magari così gratificando quella persona che mi è stata accanto in questi anni difficili e che mi ha salvato se non dalla depressione dalla parte più buia e inquieta di me. Ed è per questo che ho scritto “Sei tu”, una canzone che per me è importante molto importante”. E soprattutto una canzone destinata a restare tra le ballad d’amore più belle della musica italiana. Al Festival Moro ci è arrivato forte di due vittorie che hanno proiettato nell’olimpo dei grandi cantautori italiani con due obiettivi molto chiari: far conoscere il suo nuovo ep “La mia voce” e accompagnare  il suo debutto cinematografico.

Già perché “Ghiaccio” il film appena uscito nelle sale, porta la sua firma per la sceneggiatura e per la regia: “Da diversi anni avevo in testa di scrivere un film. E mi è servita tanta pazienza per non annegare fra le pareti di casa, una bella casa, per carità, ma, io mi sentivo lo stesso prigioniero. Tutti ci siamo sentiti prigionieri, attaccati ad un guinzaglio d’acciaio. E la storia di “Ghiaccio” mi è venuta a salvare. È riuscita a sbloccarmi e mi ha dato quel carburante necessario per smuovere stomaco e cuore e andare a scrivere nuove canzoni”. Nella videointervista concessa a Tiscali.it la racconta: “È la storia di due pugili. Una storia di amicizia, di rivalsa, di speranza ma soprattutto è una storia d’amore. E così mentre la sceneggiatura e   le canzoni di questo nuovo album, mi convincevo di una grande verità: “Puoi lottare quanto vuoi, da soli non si vince mai”.