Camila Raznovich, giurata a Sanremo: "Accuse di complotto assurde. Ora basta ci vuole rispetto"
"Vorrei ricordare che i talent a volte sono risultati pieni di voti grotteschi per via di call center che venivano 'comprati' per far passare questo o quel cantante"

Camila Raznovich, componente della Giuria d'onore del Festival di Sanremo finita nella bufera perché accusata di complicità con il 'ribaltone' che ha decretato la vittoria di Mahmood ai danni di Ultimo, preferito dal televoto, respinge le accuse di complottismo e precisa: "Sono stata chiamata dall'azienda per cui lavoro per far parte della giuria, a rimborso spese: abbiamo applicato il regolamento del festival, che non abbiamo certamente scritto noi".
"Mi dispiace del putiferio che si è scatenato" ha spiegato Raznovich all'Ansa. "Abbiamo semplicemente votato la nostra canzone preferita, peraltro non sapendo come stava andando il televoto, né come si stava esprimendo la sala stampa. Si vota in contemporanea, non c'è modo di confrontarsi. Peraltro ero in giuria quando vinse Il Volo con Carlo Conti. Le teorie di complotto sono assurde".
"Perché abbiamo votato per Mahmood? Perché 'Soldi' ci è sembrata la canzone più bella, più orecchiabile, più radiofonica e anche più nuova a livello di sound. E credo che a nessuno sia venuto in mente un sottotesto politico. Quanto meno - sottolinea - parlo per me: sono cresciuta con la musica, ho lavorato per 10 anni in Mtv, a livello internazionale e in Italia, e ho fatto otto anni di radio tutti i giorni. Per questo sono sinceramente dispiaciuta per le critiche". "Non sapevo di far parte di alcuna elite, né di avere tanto potere", continua Raznovich, consapevole che "i gusti sono opinabili. Ma mi dissocio - insiste - dall'idea di un complotto politico. E' stato tutto molto più semplice di quanto si voglia far sembrare: non c'è stata nessuna volontà di far passare alcun messaggio. Ci siamo occupati di musica, molto seriamente, e abbiamo fatto quello che ci avevano chiesto votando secondo coscienza il brano che più ci piaceva". Quanto a Ultimo, "è un ragazzo pieno di talento. Infatti è arrivato secondo".
E sul metodo di formazione delle classifiche "posso anche essere d'accordo se lo vogliono cambiare, ma non si modificano le regole a giochi finiti. E il conto non può pagarlo la giuria di qualità. Anzi, vorrei ricordare che i talent a volte sono risultati pieni di voti grotteschi per via di call center che venivano 'comprati' per far passare questo o quel cantante". Servirebbe, dunque, "un pochino di memoria" e anche di "rispetto per i curricula delle persone. La musica deve unire e non dividere". Raznovich è dispiaciuta anche per gli attacchi personali ricevuti in queste ore sui social: "Non mi era mai successo. Mi chiamo Camila Raznovich, ho il passaporto italiano e parlo italiano meglio di tanti italiani che mi stanno accusando. Sono mezza ebrea e lo rivendico. Ho trascorso 24 anni della mia vita in tv. Metà dei quali a occuparmi di musica. Serve rispetto". (Ansa)