Zerocalcare svela a sorpresa: "Non so niente dei "pischelli". Poi l'annuncio della nuova serie Netflix





"Non è vero che ricevuto tanti premi, mi fa molto piacere essere qui anche se io mi sento sempre un po' abusivo nel mondo dell'animazione e se sto qui è grazie al lavoro di tutte le persone che hanno partecipato alla creazione della serie".
Lo dice emozionato Michele Rech, in arte Zeroalcare, che a Cartoons on The Bay, il festival dell'animazione e della transmedialità promosso dalla Rai e organizzato da Rai Com, ha ricevuto il Premio Bonelli assieme al maestro spagnolo Carlos Grangel.
"Io punto di riferimento delle nuove generazioni? Non credo proprio, non le conosco e non penso nemmeno di essere visto da loro come un punto di riferimento perché le persone che incontro solitamente sono più grandi". "E' vero che la serie su Netflix ('Strappare lungo i bordi', ndr) ha portato anche un pubblico di 'pischelli', però io non faccio più nemmeno le ripetizioni che erano l'unico biglietto che avevo per incontrare i ragazzini, adesso non so proprio nulla di loro".
Però, se potesse parlare a se stesso da ragazzino di dieci anni, gli direbbe "di stare un po' più tranquillo perché con i fumetti e con i cartoni si può campare, cosa che non avrei mai pensato prima, ma gli direi di cercare di fare anche altro nella vita e di non chiudersi solo a lavorare perché la gente cresce, fa figli e tu resti sempre là".
Zerocalcare tra i prossimi impegni ha l'uscita del libro a ottobre prossimo 'No sleep till Shengal' per Bao Publishing, che racconta il viaggio nel nord dell'Iraq sulla questione dei curdi, e la nuova serie Netflix "che non c'entra nulla con la precedente e della quale ancora non si conosce la data d'uscita. Anzi - scherza il fumettista - penso che la mia famiglia sarà giustiziata se dico qualcosa in più...". E a chi gli chiede come è cambiata la sua vita con il successo, risponde netto: "Non ho più l'ansia di cosa fare per pagare l'affitto o le bollette. In realtà il cambiamento principale è proprio questo...".
Foto Ansa
"Non è vero che ricevuto tanti premi, mi fa molto piacere essere qui anche se io mi sento sempre un po' abusivo nel mondo dell'animazione e se sto qui è grazie al lavoro di tutte le persone che hanno partecipato alla creazione della serie".
Lo dice emozionato Michele Rech, in arte Zeroalcare, che a Cartoons on The Bay, il festival dell'animazione e della transmedialità promosso dalla Rai e organizzato da Rai Com, ha ricevuto il Premio Bonelli assieme al maestro spagnolo Carlos Grangel.
"Io punto di riferimento delle nuove generazioni? Non credo proprio, non le conosco e non penso nemmeno di essere visto da loro come un punto di riferimento perché le persone che incontro solitamente sono più grandi". "E' vero che la serie su Netflix ('Strappare lungo i bordi', ndr) ha portato anche un pubblico di 'pischelli', però io non faccio più nemmeno le ripetizioni che erano l'unico biglietto che avevo per incontrare i ragazzini, adesso non so proprio nulla di loro".
Però, se potesse parlare a se stesso da ragazzino di dieci anni, gli direbbe "di stare un po' più tranquillo perché con i fumetti e con i cartoni si può campare, cosa che non avrei mai pensato prima, ma gli direi di cercare di fare anche altro nella vita e di non chiudersi solo a lavorare perché la gente cresce, fa figli e tu resti sempre là".
Zerocalcare tra i prossimi impegni ha l'uscita del libro a ottobre prossimo 'No sleep till Shengal' per Bao Publishing, che racconta il viaggio nel nord dell'Iraq sulla questione dei curdi, e la nuova serie Netflix "che non c'entra nulla con la precedente e della quale ancora non si conosce la data d'uscita. Anzi - scherza il fumettista - penso che la mia famiglia sarà giustiziata se dico qualcosa in più...". E a chi gli chiede come è cambiata la sua vita con il successo, risponde netto: "Non ho più l'ansia di cosa fare per pagare l'affitto o le bollette. In realtà il cambiamento principale è proprio questo...".
Foto Ansa
"Non è vero che ricevuto tanti premi, mi fa molto piacere essere qui anche se io mi sento sempre un po' abusivo nel mondo dell'animazione e se sto qui è grazie al lavoro di tutte le persone che hanno partecipato alla creazione della serie".
Lo dice emozionato Michele Rech, in arte Zeroalcare, che a Cartoons on The Bay, il festival dell'animazione e della transmedialità promosso dalla Rai e organizzato da Rai Com, ha ricevuto il Premio Bonelli assieme al maestro spagnolo Carlos Grangel.
"Io punto di riferimento delle nuove generazioni? Non credo proprio, non le conosco e non penso nemmeno di essere visto da loro come un punto di riferimento perché le persone che incontro solitamente sono più grandi". "E' vero che la serie su Netflix ('Strappare lungo i bordi', ndr) ha portato anche un pubblico di 'pischelli', però io non faccio più nemmeno le ripetizioni che erano l'unico biglietto che avevo per incontrare i ragazzini, adesso non so proprio nulla di loro".
Però, se potesse parlare a se stesso da ragazzino di dieci anni, gli direbbe "di stare un po' più tranquillo perché con i fumetti e con i cartoni si può campare, cosa che non avrei mai pensato prima, ma gli direi di cercare di fare anche altro nella vita e di non chiudersi solo a lavorare perché la gente cresce, fa figli e tu resti sempre là".
Zerocalcare tra i prossimi impegni ha l'uscita del libro a ottobre prossimo 'No sleep till Shengal' per Bao Publishing, che racconta il viaggio nel nord dell'Iraq sulla questione dei curdi, e la nuova serie Netflix "che non c'entra nulla con la precedente e della quale ancora non si conosce la data d'uscita. Anzi - scherza il fumettista - penso che la mia famiglia sarà giustiziata se dico qualcosa in più...". E a chi gli chiede come è cambiata la sua vita con il successo, risponde netto: "Non ho più l'ansia di cosa fare per pagare l'affitto o le bollette. In realtà il cambiamento principale è proprio questo...".
Foto Ansa
"Non è vero che ricevuto tanti premi, mi fa molto piacere essere qui anche se io mi sento sempre un po' abusivo nel mondo dell'animazione e se sto qui è grazie al lavoro di tutte le persone che hanno partecipato alla creazione della serie".
Lo dice emozionato Michele Rech, in arte Zeroalcare, che a Cartoons on The Bay, il festival dell'animazione e della transmedialità promosso dalla Rai e organizzato da Rai Com, ha ricevuto il Premio Bonelli assieme al maestro spagnolo Carlos Grangel.
"Io punto di riferimento delle nuove generazioni? Non credo proprio, non le conosco e non penso nemmeno di essere visto da loro come un punto di riferimento perché le persone che incontro solitamente sono più grandi". "E' vero che la serie su Netflix ('Strappare lungo i bordi', ndr) ha portato anche un pubblico di 'pischelli', però io non faccio più nemmeno le ripetizioni che erano l'unico biglietto che avevo per incontrare i ragazzini, adesso non so proprio nulla di loro".
Però, se potesse parlare a se stesso da ragazzino di dieci anni, gli direbbe "di stare un po' più tranquillo perché con i fumetti e con i cartoni si può campare, cosa che non avrei mai pensato prima, ma gli direi di cercare di fare anche altro nella vita e di non chiudersi solo a lavorare perché la gente cresce, fa figli e tu resti sempre là".
Zerocalcare tra i prossimi impegni ha l'uscita del libro a ottobre prossimo 'No sleep till Shengal' per Bao Publishing, che racconta il viaggio nel nord dell'Iraq sulla questione dei curdi, e la nuova serie Netflix "che non c'entra nulla con la precedente e della quale ancora non si conosce la data d'uscita. Anzi - scherza il fumettista - penso che la mia famiglia sarà giustiziata se dico qualcosa in più...". E a chi gli chiede come è cambiata la sua vita con il successo, risponde netto: "Non ho più l'ansia di cosa fare per pagare l'affitto o le bollette. In realtà il cambiamento principale è proprio questo...".
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"Non è vero che ricevuto tanti premi, mi fa molto piacere essere qui anche se io mi sento sempre un po' abusivo nel mondo dell'animazione e se sto qui è grazie al lavoro di tutte le persone che hanno partecipato alla creazione della serie".
Lo dice emozionato Michele Rech, in arte Zeroalcare, che a Cartoons on The Bay, il festival dell'animazione e della transmedialità promosso dalla Rai e organizzato da Rai Com, ha ricevuto il Premio Bonelli assieme al maestro spagnolo Carlos Grangel.
"Io punto di riferimento delle nuove generazioni? Non credo proprio, non le conosco e non penso nemmeno di essere visto da loro come un punto di riferimento perché le persone che incontro solitamente sono più grandi". "E' vero che la serie su Netflix ('Strappare lungo i bordi', ndr) ha portato anche un pubblico di 'pischelli', però io non faccio più nemmeno le ripetizioni che erano l'unico biglietto che avevo per incontrare i ragazzini, adesso non so proprio nulla di loro".
Però, se potesse parlare a se stesso da ragazzino di dieci anni, gli direbbe "di stare un po' più tranquillo perché con i fumetti e con i cartoni si può campare, cosa che non avrei mai pensato prima, ma gli direi di cercare di fare anche altro nella vita e di non chiudersi solo a lavorare perché la gente cresce, fa figli e tu resti sempre là".
Zerocalcare tra i prossimi impegni ha l'uscita del libro a ottobre prossimo 'No sleep till Shengal' per Bao Publishing, che racconta il viaggio nel nord dell'Iraq sulla questione dei curdi, e la nuova serie Netflix "che non c'entra nulla con la precedente e della quale ancora non si conosce la data d'uscita. Anzi - scherza il fumettista - penso che la mia famiglia sarà giustiziata se dico qualcosa in più...". E a chi gli chiede come è cambiata la sua vita con il successo, risponde netto: "Non ho più l'ansia di cosa fare per pagare l'affitto o le bollette. In realtà il cambiamento principale è proprio questo...".
Foto Ansa
"Non è vero che ricevuto tanti premi, mi fa molto piacere essere qui anche se io mi sento sempre un po' abusivo nel mondo dell'animazione e se sto qui è grazie al lavoro di tutte le persone che hanno partecipato alla creazione della serie".
Lo dice emozionato Michele Rech, in arte Zeroalcare, che a Cartoons on The Bay, il festival dell'animazione e della transmedialità promosso dalla Rai e organizzato da Rai Com, ha ricevuto il Premio Bonelli assieme al maestro spagnolo Carlos Grangel.
"Io punto di riferimento delle nuove generazioni? Non credo proprio, non le conosco e non penso nemmeno di essere visto da loro come un punto di riferimento perché le persone che incontro solitamente sono più grandi". "E' vero che la serie su Netflix ('Strappare lungo i bordi', ndr) ha portato anche un pubblico di 'pischelli', però io non faccio più nemmeno le ripetizioni che erano l'unico biglietto che avevo per incontrare i ragazzini, adesso non so proprio nulla di loro".
Però, se potesse parlare a se stesso da ragazzino di dieci anni, gli direbbe "di stare un po' più tranquillo perché con i fumetti e con i cartoni si può campare, cosa che non avrei mai pensato prima, ma gli direi di cercare di fare anche altro nella vita e di non chiudersi solo a lavorare perché la gente cresce, fa figli e tu resti sempre là".
Zerocalcare tra i prossimi impegni ha l'uscita del libro a ottobre prossimo 'No sleep till Shengal' per Bao Publishing, che racconta il viaggio nel nord dell'Iraq sulla questione dei curdi, e la nuova serie Netflix "che non c'entra nulla con la precedente e della quale ancora non si conosce la data d'uscita. Anzi - scherza il fumettista - penso che la mia famiglia sarà giustiziata se dico qualcosa in più...". E a chi gli chiede come è cambiata la sua vita con il successo, risponde netto: "Non ho più l'ansia di cosa fare per pagare l'affitto o le bollette. In realtà il cambiamento principale è proprio questo...".
Foto Ansa
"Non è vero che ricevuto tanti premi, mi fa molto piacere essere qui anche se io mi sento sempre un po' abusivo nel mondo dell'animazione e se sto qui è grazie al lavoro di tutte le persone che hanno partecipato alla creazione della serie".
Lo dice emozionato Michele Rech, in arte Zeroalcare, che a Cartoons on The Bay, il festival dell'animazione e della transmedialità promosso dalla Rai e organizzato da Rai Com, ha ricevuto il Premio Bonelli assieme al maestro spagnolo Carlos Grangel.
"Io punto di riferimento delle nuove generazioni? Non credo proprio, non le conosco e non penso nemmeno di essere visto da loro come un punto di riferimento perché le persone che incontro solitamente sono più grandi". "E' vero che la serie su Netflix ('Strappare lungo i bordi', ndr) ha portato anche un pubblico di 'pischelli', però io non faccio più nemmeno le ripetizioni che erano l'unico biglietto che avevo per incontrare i ragazzini, adesso non so proprio nulla di loro".
Però, se potesse parlare a se stesso da ragazzino di dieci anni, gli direbbe "di stare un po' più tranquillo perché con i fumetti e con i cartoni si può campare, cosa che non avrei mai pensato prima, ma gli direi di cercare di fare anche altro nella vita e di non chiudersi solo a lavorare perché la gente cresce, fa figli e tu resti sempre là".
Zerocalcare tra i prossimi impegni ha l'uscita del libro a ottobre prossimo 'No sleep till Shengal' per Bao Publishing, che racconta il viaggio nel nord dell'Iraq sulla questione dei curdi, e la nuova serie Netflix "che non c'entra nulla con la precedente e della quale ancora non si conosce la data d'uscita. Anzi - scherza il fumettista - penso che la mia famiglia sarà giustiziata se dico qualcosa in più...". E a chi gli chiede come è cambiata la sua vita con il successo, risponde netto: "Non ho più l'ansia di cosa fare per pagare l'affitto o le bollette. In realtà il cambiamento principale è proprio questo...".
Foto Ansa
"Non è vero che ricevuto tanti premi, mi fa molto piacere essere qui anche se io mi sento sempre un po' abusivo nel mondo dell'animazione e se sto qui è grazie al lavoro di tutte le persone che hanno partecipato alla creazione della serie".
Lo dice emozionato Michele Rech, in arte Zeroalcare, che a Cartoons on The Bay, il festival dell'animazione e della transmedialità promosso dalla Rai e organizzato da Rai Com, ha ricevuto il Premio Bonelli assieme al maestro spagnolo Carlos Grangel.
"Io punto di riferimento delle nuove generazioni? Non credo proprio, non le conosco e non penso nemmeno di essere visto da loro come un punto di riferimento perché le persone che incontro solitamente sono più grandi". "E' vero che la serie su Netflix ('Strappare lungo i bordi', ndr) ha portato anche un pubblico di 'pischelli', però io non faccio più nemmeno le ripetizioni che erano l'unico biglietto che avevo per incontrare i ragazzini, adesso non so proprio nulla di loro".
Però, se potesse parlare a se stesso da ragazzino di dieci anni, gli direbbe "di stare un po' più tranquillo perché con i fumetti e con i cartoni si può campare, cosa che non avrei mai pensato prima, ma gli direi di cercare di fare anche altro nella vita e di non chiudersi solo a lavorare perché la gente cresce, fa figli e tu resti sempre là".
Zerocalcare tra i prossimi impegni ha l'uscita del libro a ottobre prossimo 'No sleep till Shengal' per Bao Publishing, che racconta il viaggio nel nord dell'Iraq sulla questione dei curdi, e la nuova serie Netflix "che non c'entra nulla con la precedente e della quale ancora non si conosce la data d'uscita. Anzi - scherza il fumettista - penso che la mia famiglia sarà giustiziata se dico qualcosa in più...". E a chi gli chiede come è cambiata la sua vita con il successo, risponde netto: "Non ho più l'ansia di cosa fare per pagare l'affitto o le bollette. In realtà il cambiamento principale è proprio questo...".
Foto Ansa
"Non è vero che ricevuto tanti premi, mi fa molto piacere essere qui anche se io mi sento sempre un po' abusivo nel mondo dell'animazione e se sto qui è grazie al lavoro di tutte le persone che hanno partecipato alla creazione della serie".
Lo dice emozionato Michele Rech, in arte Zeroalcare, che a Cartoons on The Bay, il festival dell'animazione e della transmedialità promosso dalla Rai e organizzato da Rai Com, ha ricevuto il Premio Bonelli assieme al maestro spagnolo Carlos Grangel.
"Io punto di riferimento delle nuove generazioni? Non credo proprio, non le conosco e non penso nemmeno di essere visto da loro come un punto di riferimento perché le persone che incontro solitamente sono più grandi". "E' vero che la serie su Netflix ('Strappare lungo i bordi', ndr) ha portato anche un pubblico di 'pischelli', però io non faccio più nemmeno le ripetizioni che erano l'unico biglietto che avevo per incontrare i ragazzini, adesso non so proprio nulla di loro".
Però, se potesse parlare a se stesso da ragazzino di dieci anni, gli direbbe "di stare un po' più tranquillo perché con i fumetti e con i cartoni si può campare, cosa che non avrei mai pensato prima, ma gli direi di cercare di fare anche altro nella vita e di non chiudersi solo a lavorare perché la gente cresce, fa figli e tu resti sempre là".
Zerocalcare tra i prossimi impegni ha l'uscita del libro a ottobre prossimo 'No sleep till Shengal' per Bao Publishing, che racconta il viaggio nel nord dell'Iraq sulla questione dei curdi, e la nuova serie Netflix "che non c'entra nulla con la precedente e della quale ancora non si conosce la data d'uscita. Anzi - scherza il fumettista - penso che la mia famiglia sarà giustiziata se dico qualcosa in più...". E a chi gli chiede come è cambiata la sua vita con il successo, risponde netto: "Non ho più l'ansia di cosa fare per pagare l'affitto o le bollette. In realtà il cambiamento principale è proprio questo...".
Foto Ansa
"Non è vero che ricevuto tanti premi, mi fa molto piacere essere qui anche se io mi sento sempre un po' abusivo nel mondo dell'animazione e se sto qui è grazie al lavoro di tutte le persone che hanno partecipato alla creazione della serie".
Lo dice emozionato Michele Rech, in arte Zeroalcare, che a Cartoons on The Bay, il festival dell'animazione e della transmedialità promosso dalla Rai e organizzato da Rai Com, ha ricevuto il Premio Bonelli assieme al maestro spagnolo Carlos Grangel.
"Io punto di riferimento delle nuove generazioni? Non credo proprio, non le conosco e non penso nemmeno di essere visto da loro come un punto di riferimento perché le persone che incontro solitamente sono più grandi". "E' vero che la serie su Netflix ('Strappare lungo i bordi', ndr) ha portato anche un pubblico di 'pischelli', però io non faccio più nemmeno le ripetizioni che erano l'unico biglietto che avevo per incontrare i ragazzini, adesso non so proprio nulla di loro".
Però, se potesse parlare a se stesso da ragazzino di dieci anni, gli direbbe "di stare un po' più tranquillo perché con i fumetti e con i cartoni si può campare, cosa che non avrei mai pensato prima, ma gli direi di cercare di fare anche altro nella vita e di non chiudersi solo a lavorare perché la gente cresce, fa figli e tu resti sempre là".
Zerocalcare tra i prossimi impegni ha l'uscita del libro a ottobre prossimo 'No sleep till Shengal' per Bao Publishing, che racconta il viaggio nel nord dell'Iraq sulla questione dei curdi, e la nuova serie Netflix "che non c'entra nulla con la precedente e della quale ancora non si conosce la data d'uscita. Anzi - scherza il fumettista - penso che la mia famiglia sarà giustiziata se dico qualcosa in più...". E a chi gli chiede come è cambiata la sua vita con il successo, risponde netto: "Non ho più l'ansia di cosa fare per pagare l'affitto o le bollette. In realtà il cambiamento principale è proprio questo...".
Foto Ansa
"Non è vero che ricevuto tanti premi, mi fa molto piacere essere qui anche se io mi sento sempre un po' abusivo nel mondo dell'animazione e se sto qui è grazie al lavoro di tutte le persone che hanno partecipato alla creazione della serie".
Lo dice emozionato Michele Rech, in arte Zeroalcare, che a Cartoons on The Bay, il festival dell'animazione e della transmedialità promosso dalla Rai e organizzato da Rai Com, ha ricevuto il Premio Bonelli assieme al maestro spagnolo Carlos Grangel.
"Io punto di riferimento delle nuove generazioni? Non credo proprio, non le conosco e non penso nemmeno di essere visto da loro come un punto di riferimento perché le persone che incontro solitamente sono più grandi". "E' vero che la serie su Netflix ('Strappare lungo i bordi', ndr) ha portato anche un pubblico di 'pischelli', però io non faccio più nemmeno le ripetizioni che erano l'unico biglietto che avevo per incontrare i ragazzini, adesso non so proprio nulla di loro".
Però, se potesse parlare a se stesso da ragazzino di dieci anni, gli direbbe "di stare un po' più tranquillo perché con i fumetti e con i cartoni si può campare, cosa che non avrei mai pensato prima, ma gli direi di cercare di fare anche altro nella vita e di non chiudersi solo a lavorare perché la gente cresce, fa figli e tu resti sempre là".
Zerocalcare tra i prossimi impegni ha l'uscita del libro a ottobre prossimo 'No sleep till Shengal' per Bao Publishing, che racconta il viaggio nel nord dell'Iraq sulla questione dei curdi, e la nuova serie Netflix "che non c'entra nulla con la precedente e della quale ancora non si conosce la data d'uscita. Anzi - scherza il fumettista - penso che la mia famiglia sarà giustiziata se dico qualcosa in più...". E a chi gli chiede come è cambiata la sua vita con il successo, risponde netto: "Non ho più l'ansia di cosa fare per pagare l'affitto o le bollette. In realtà il cambiamento principale è proprio questo...".
Foto Ansa
"Non è vero che ricevuto tanti premi, mi fa molto piacere essere qui anche se io mi sento sempre un po' abusivo nel mondo dell'animazione e se sto qui è grazie al lavoro di tutte le persone che hanno partecipato alla creazione della serie".
Lo dice emozionato Michele Rech, in arte Zeroalcare, che a Cartoons on The Bay, il festival dell'animazione e della transmedialità promosso dalla Rai e organizzato da Rai Com, ha ricevuto il Premio Bonelli assieme al maestro spagnolo Carlos Grangel.
"Io punto di riferimento delle nuove generazioni? Non credo proprio, non le conosco e non penso nemmeno di essere visto da loro come un punto di riferimento perché le persone che incontro solitamente sono più grandi". "E' vero che la serie su Netflix ('Strappare lungo i bordi', ndr) ha portato anche un pubblico di 'pischelli', però io non faccio più nemmeno le ripetizioni che erano l'unico biglietto che avevo per incontrare i ragazzini, adesso non so proprio nulla di loro".
Però, se potesse parlare a se stesso da ragazzino di dieci anni, gli direbbe "di stare un po' più tranquillo perché con i fumetti e con i cartoni si può campare, cosa che non avrei mai pensato prima, ma gli direi di cercare di fare anche altro nella vita e di non chiudersi solo a lavorare perché la gente cresce, fa figli e tu resti sempre là".
Zerocalcare tra i prossimi impegni ha l'uscita del libro a ottobre prossimo 'No sleep till Shengal' per Bao Publishing, che racconta il viaggio nel nord dell'Iraq sulla questione dei curdi, e la nuova serie Netflix "che non c'entra nulla con la precedente e della quale ancora non si conosce la data d'uscita. Anzi - scherza il fumettista - penso che la mia famiglia sarà giustiziata se dico qualcosa in più...". E a chi gli chiede come è cambiata la sua vita con il successo, risponde netto: "Non ho più l'ansia di cosa fare per pagare l'affitto o le bollette. In realtà il cambiamento principale è proprio questo...".
Foto Ansa
"Non è vero che ricevuto tanti premi, mi fa molto piacere essere qui anche se io mi sento sempre un po' abusivo nel mondo dell'animazione e se sto qui è grazie al lavoro di tutte le persone che hanno partecipato alla creazione della serie".
Lo dice emozionato Michele Rech, in arte Zeroalcare, che a Cartoons on The Bay, il festival dell'animazione e della transmedialità promosso dalla Rai e organizzato da Rai Com, ha ricevuto il Premio Bonelli assieme al maestro spagnolo Carlos Grangel.
"Io punto di riferimento delle nuove generazioni? Non credo proprio, non le conosco e non penso nemmeno di essere visto da loro come un punto di riferimento perché le persone che incontro solitamente sono più grandi". "E' vero che la serie su Netflix ('Strappare lungo i bordi', ndr) ha portato anche un pubblico di 'pischelli', però io non faccio più nemmeno le ripetizioni che erano l'unico biglietto che avevo per incontrare i ragazzini, adesso non so proprio nulla di loro".
Però, se potesse parlare a se stesso da ragazzino di dieci anni, gli direbbe "di stare un po' più tranquillo perché con i fumetti e con i cartoni si può campare, cosa che non avrei mai pensato prima, ma gli direi di cercare di fare anche altro nella vita e di non chiudersi solo a lavorare perché la gente cresce, fa figli e tu resti sempre là".
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"Non è vero che ricevuto tanti premi, mi fa molto piacere essere qui anche se io mi sento sempre un po' abusivo nel mondo dell'animazione e se sto qui è grazie al lavoro di tutte le persone che hanno partecipato alla creazione della serie".
Lo dice emozionato Michele Rech, in arte Zeroalcare, che a Cartoons on The Bay, il festival dell'animazione e della transmedialità promosso dalla Rai e organizzato da Rai Com, ha ricevuto il Premio Bonelli assieme al maestro spagnolo Carlos Grangel.
"Io punto di riferimento delle nuove generazioni? Non credo proprio, non le conosco e non penso nemmeno di essere visto da loro come un punto di riferimento perché le persone che incontro solitamente sono più grandi". "E' vero che la serie su Netflix ('Strappare lungo i bordi', ndr) ha portato anche un pubblico di 'pischelli', però io non faccio più nemmeno le ripetizioni che erano l'unico biglietto che avevo per incontrare i ragazzini, adesso non so proprio nulla di loro".
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Zerocalcare tra i prossimi impegni ha l'uscita del libro a ottobre prossimo 'No sleep till Shengal' per Bao Publishing, che racconta il viaggio nel nord dell'Iraq sulla questione dei curdi, e la nuova serie Netflix "che non c'entra nulla con la precedente e della quale ancora non si conosce la data d'uscita. Anzi - scherza il fumettista - penso che la mia famiglia sarà giustiziata se dico qualcosa in più...". E a chi gli chiede come è cambiata la sua vita con il successo, risponde netto: "Non ho più l'ansia di cosa fare per pagare l'affitto o le bollette. In realtà il cambiamento principale è proprio questo...".
Foto Ansa