"Reclusione e 250 mila euro di risarcimento": la richiesta per la Guzzanti e altri. E la risposta





Una richiesta di pena che suona paradossale, ma che è arrivata in questi termini: 6 mesi di reclusione e una provvisionale di 250 mila euro su un danno stimato dai gestori del Nuovo Cinema Palazzo di Roma in 1,6 milioni di euro. Fra le persone che rischiano di essere condannate c'è l'attrice Sabina Guzzanti. Con lei, oggetto della stessa richiesta di pena, l'allora segretario romano del Pd, Marco Miccoli, l'allora consigliere di Roma in Action, Andrea Alzetta, il consigliere municipale Rino Fabiano, l' ex consigliere capitolino Nunzio D' Erme, l'esponente per il diritto all' abitare, Simona Panzino e molti attivisti della protesta che mirava a impedire che un luogo di arte e cultura come il Palazzo diventasse un casinò.
Il tentativo di sgombero, di dieci anni fa, fu impedito dalla presenza di 12 persone che ora rischiano la condanna. Perfino la Pm Rosa Mileto ha riconosciuto che l'occupazione del Nuovo Cinema Palazzo non fu "un'attività volta a un fine criminale, perché si voleva destinare il bene a un uso sociale culturale e non vi fu violenza. Si trattava probabilmente quindi della commissione di un reato nell' ambito di un'attività positiva". Il reato però viene contestato, e con esso arriva la richiesta delle pene.
La Guzzanti si è limitata a dire sarà il suo legale a parlare a tempo debito e che rappresenterà le sue ragioni "opposte a quelle dell'accusa". L'avvocato della Camene, società locataria del cinema, ha risposto che la richiesta di condanna e risarcimento riguarda particolarmente la Guzzanti perché diede particolare visibilità mediatica alla protesta, e sottolinea che secondo la società da lui rappresentata il Nuovo Cinema Palazzo è un teatro alla berlinese pronto per il relativo utilizzo, e non un casinò. La sentenza è attesa per il 25 marzo prossimo.
Una richiesta di pena che suona paradossale, ma che è arrivata in questi termini: 6 mesi di reclusione e una provvisionale di 250 mila euro su un danno stimato dai gestori del Nuovo Cinema Palazzo di Roma in 1,6 milioni di euro. Fra le persone che rischiano di essere condannate c'è l'attrice Sabina Guzzanti. Con lei, oggetto della stessa richiesta di pena, l'allora segretario romano del Pd, Marco Miccoli, l'allora consigliere di Roma in Action, Andrea Alzetta, il consigliere municipale Rino Fabiano, l' ex consigliere capitolino Nunzio D' Erme, l'esponente per il diritto all' abitare, Simona Panzino e molti attivisti della protesta che mirava a impedire che un luogo di arte e cultura come il Palazzo diventasse un casinò.
Il tentativo di sgombero, di dieci anni fa, fu impedito dalla presenza di 12 persone che ora rischiano la condanna. Perfino la Pm Rosa Mileto ha riconosciuto che l'occupazione del Nuovo Cinema Palazzo non fu "un'attività volta a un fine criminale, perché si voleva destinare il bene a un uso sociale culturale e non vi fu violenza. Si trattava probabilmente quindi della commissione di un reato nell' ambito di un'attività positiva". Il reato però viene contestato, e con esso arriva la richiesta delle pene.
La Guzzanti si è limitata a dire sarà il suo legale a parlare a tempo debito e che rappresenterà le sue ragioni "opposte a quelle dell'accusa". L'avvocato della Camene, società locataria del cinema, ha risposto che la richiesta di condanna e risarcimento riguarda particolarmente la Guzzanti perché diede particolare visibilità mediatica alla protesta, e sottolinea che secondo la società da lui rappresentata il Nuovo Cinema Palazzo è un teatro alla berlinese pronto per il relativo utilizzo, e non un casinò. La sentenza è attesa per il 25 marzo prossimo.
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Il tentativo di sgombero, di dieci anni fa, fu impedito dalla presenza di 12 persone che ora rischiano la condanna. Perfino la Pm Rosa Mileto ha riconosciuto che l'occupazione del Nuovo Cinema Palazzo non fu "un'attività volta a un fine criminale, perché si voleva destinare il bene a un uso sociale culturale e non vi fu violenza. Si trattava probabilmente quindi della commissione di un reato nell' ambito di un'attività positiva". Il reato però viene contestato, e con esso arriva la richiesta delle pene.
La Guzzanti si è limitata a dire sarà il suo legale a parlare a tempo debito e che rappresenterà le sue ragioni "opposte a quelle dell'accusa". L'avvocato della Camene, società locataria del cinema, ha risposto che la richiesta di condanna e risarcimento riguarda particolarmente la Guzzanti perché diede particolare visibilità mediatica alla protesta, e sottolinea che secondo la società da lui rappresentata il Nuovo Cinema Palazzo è un teatro alla berlinese pronto per il relativo utilizzo, e non un casinò. La sentenza è attesa per il 25 marzo prossimo.
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La Guzzanti si è limitata a dire sarà il suo legale a parlare a tempo debito e che rappresenterà le sue ragioni "opposte a quelle dell'accusa". L'avvocato della Camene, società locataria del cinema, ha risposto che la richiesta di condanna e risarcimento riguarda particolarmente la Guzzanti perché diede particolare visibilità mediatica alla protesta, e sottolinea che secondo la società da lui rappresentata il Nuovo Cinema Palazzo è un teatro alla berlinese pronto per il relativo utilizzo, e non un casinò. La sentenza è attesa per il 25 marzo prossimo.
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Una richiesta di pena che suona paradossale, ma che è arrivata in questi termini: 6 mesi di reclusione e una provvisionale di 250 mila euro su un danno stimato dai gestori del Nuovo Cinema Palazzo di Roma in 1,6 milioni di euro. Fra le persone che rischiano di essere condannate c'è l'attrice Sabina Guzzanti. Con lei, oggetto della stessa richiesta di pena, l'allora segretario romano del Pd, Marco Miccoli, l'allora consigliere di Roma in Action, Andrea Alzetta, il consigliere municipale Rino Fabiano, l' ex consigliere capitolino Nunzio D' Erme, l'esponente per il diritto all' abitare, Simona Panzino e molti attivisti della protesta che mirava a impedire che un luogo di arte e cultura come il Palazzo diventasse un casinò.
Il tentativo di sgombero, di dieci anni fa, fu impedito dalla presenza di 12 persone che ora rischiano la condanna. Perfino la Pm Rosa Mileto ha riconosciuto che l'occupazione del Nuovo Cinema Palazzo non fu "un'attività volta a un fine criminale, perché si voleva destinare il bene a un uso sociale culturale e non vi fu violenza. Si trattava probabilmente quindi della commissione di un reato nell' ambito di un'attività positiva". Il reato però viene contestato, e con esso arriva la richiesta delle pene.
La Guzzanti si è limitata a dire sarà il suo legale a parlare a tempo debito e che rappresenterà le sue ragioni "opposte a quelle dell'accusa". L'avvocato della Camene, società locataria del cinema, ha risposto che la richiesta di condanna e risarcimento riguarda particolarmente la Guzzanti perché diede particolare visibilità mediatica alla protesta, e sottolinea che secondo la società da lui rappresentata il Nuovo Cinema Palazzo è un teatro alla berlinese pronto per il relativo utilizzo, e non un casinò. La sentenza è attesa per il 25 marzo prossimo.
Una richiesta di pena che suona paradossale, ma che è arrivata in questi termini: 6 mesi di reclusione e una provvisionale di 250 mila euro su un danno stimato dai gestori del Nuovo Cinema Palazzo di Roma in 1,6 milioni di euro. Fra le persone che rischiano di essere condannate c'è l'attrice Sabina Guzzanti. Con lei, oggetto della stessa richiesta di pena, l'allora segretario romano del Pd, Marco Miccoli, l'allora consigliere di Roma in Action, Andrea Alzetta, il consigliere municipale Rino Fabiano, l' ex consigliere capitolino Nunzio D' Erme, l'esponente per il diritto all' abitare, Simona Panzino e molti attivisti della protesta che mirava a impedire che un luogo di arte e cultura come il Palazzo diventasse un casinò.
Il tentativo di sgombero, di dieci anni fa, fu impedito dalla presenza di 12 persone che ora rischiano la condanna. Perfino la Pm Rosa Mileto ha riconosciuto che l'occupazione del Nuovo Cinema Palazzo non fu "un'attività volta a un fine criminale, perché si voleva destinare il bene a un uso sociale culturale e non vi fu violenza. Si trattava probabilmente quindi della commissione di un reato nell' ambito di un'attività positiva". Il reato però viene contestato, e con esso arriva la richiesta delle pene.
La Guzzanti si è limitata a dire sarà il suo legale a parlare a tempo debito e che rappresenterà le sue ragioni "opposte a quelle dell'accusa". L'avvocato della Camene, società locataria del cinema, ha risposto che la richiesta di condanna e risarcimento riguarda particolarmente la Guzzanti perché diede particolare visibilità mediatica alla protesta, e sottolinea che secondo la società da lui rappresentata il Nuovo Cinema Palazzo è un teatro alla berlinese pronto per il relativo utilizzo, e non un casinò. La sentenza è attesa per il 25 marzo prossimo.
Una richiesta di pena che suona paradossale, ma che è arrivata in questi termini: 6 mesi di reclusione e una provvisionale di 250 mila euro su un danno stimato dai gestori del Nuovo Cinema Palazzo di Roma in 1,6 milioni di euro. Fra le persone che rischiano di essere condannate c'è l'attrice Sabina Guzzanti. Con lei, oggetto della stessa richiesta di pena, l'allora segretario romano del Pd, Marco Miccoli, l'allora consigliere di Roma in Action, Andrea Alzetta, il consigliere municipale Rino Fabiano, l' ex consigliere capitolino Nunzio D' Erme, l'esponente per il diritto all' abitare, Simona Panzino e molti attivisti della protesta che mirava a impedire che un luogo di arte e cultura come il Palazzo diventasse un casinò.
Il tentativo di sgombero, di dieci anni fa, fu impedito dalla presenza di 12 persone che ora rischiano la condanna. Perfino la Pm Rosa Mileto ha riconosciuto che l'occupazione del Nuovo Cinema Palazzo non fu "un'attività volta a un fine criminale, perché si voleva destinare il bene a un uso sociale culturale e non vi fu violenza. Si trattava probabilmente quindi della commissione di un reato nell' ambito di un'attività positiva". Il reato però viene contestato, e con esso arriva la richiesta delle pene.
La Guzzanti si è limitata a dire sarà il suo legale a parlare a tempo debito e che rappresenterà le sue ragioni "opposte a quelle dell'accusa". L'avvocato della Camene, società locataria del cinema, ha risposto che la richiesta di condanna e risarcimento riguarda particolarmente la Guzzanti perché diede particolare visibilità mediatica alla protesta, e sottolinea che secondo la società da lui rappresentata il Nuovo Cinema Palazzo è un teatro alla berlinese pronto per il relativo utilizzo, e non un casinò. La sentenza è attesa per il 25 marzo prossimo.
Una richiesta di pena che suona paradossale, ma che è arrivata in questi termini: 6 mesi di reclusione e una provvisionale di 250 mila euro su un danno stimato dai gestori del Nuovo Cinema Palazzo di Roma in 1,6 milioni di euro. Fra le persone che rischiano di essere condannate c'è l'attrice Sabina Guzzanti. Con lei, oggetto della stessa richiesta di pena, l'allora segretario romano del Pd, Marco Miccoli, l'allora consigliere di Roma in Action, Andrea Alzetta, il consigliere municipale Rino Fabiano, l' ex consigliere capitolino Nunzio D' Erme, l'esponente per il diritto all' abitare, Simona Panzino e molti attivisti della protesta che mirava a impedire che un luogo di arte e cultura come il Palazzo diventasse un casinò.
Il tentativo di sgombero, di dieci anni fa, fu impedito dalla presenza di 12 persone che ora rischiano la condanna. Perfino la Pm Rosa Mileto ha riconosciuto che l'occupazione del Nuovo Cinema Palazzo non fu "un'attività volta a un fine criminale, perché si voleva destinare il bene a un uso sociale culturale e non vi fu violenza. Si trattava probabilmente quindi della commissione di un reato nell' ambito di un'attività positiva". Il reato però viene contestato, e con esso arriva la richiesta delle pene.
La Guzzanti si è limitata a dire sarà il suo legale a parlare a tempo debito e che rappresenterà le sue ragioni "opposte a quelle dell'accusa". L'avvocato della Camene, società locataria del cinema, ha risposto che la richiesta di condanna e risarcimento riguarda particolarmente la Guzzanti perché diede particolare visibilità mediatica alla protesta, e sottolinea che secondo la società da lui rappresentata il Nuovo Cinema Palazzo è un teatro alla berlinese pronto per il relativo utilizzo, e non un casinò. La sentenza è attesa per il 25 marzo prossimo.
Una richiesta di pena che suona paradossale, ma che è arrivata in questi termini: 6 mesi di reclusione e una provvisionale di 250 mila euro su un danno stimato dai gestori del Nuovo Cinema Palazzo di Roma in 1,6 milioni di euro. Fra le persone che rischiano di essere condannate c'è l'attrice Sabina Guzzanti. Con lei, oggetto della stessa richiesta di pena, l'allora segretario romano del Pd, Marco Miccoli, l'allora consigliere di Roma in Action, Andrea Alzetta, il consigliere municipale Rino Fabiano, l' ex consigliere capitolino Nunzio D' Erme, l'esponente per il diritto all' abitare, Simona Panzino e molti attivisti della protesta che mirava a impedire che un luogo di arte e cultura come il Palazzo diventasse un casinò.
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La Guzzanti si è limitata a dire sarà il suo legale a parlare a tempo debito e che rappresenterà le sue ragioni "opposte a quelle dell'accusa". L'avvocato della Camene, società locataria del cinema, ha risposto che la richiesta di condanna e risarcimento riguarda particolarmente la Guzzanti perché diede particolare visibilità mediatica alla protesta, e sottolinea che secondo la società da lui rappresentata il Nuovo Cinema Palazzo è un teatro alla berlinese pronto per il relativo utilizzo, e non un casinò. La sentenza è attesa per il 25 marzo prossimo.
Una richiesta di pena che suona paradossale, ma che è arrivata in questi termini: 6 mesi di reclusione e una provvisionale di 250 mila euro su un danno stimato dai gestori del Nuovo Cinema Palazzo di Roma in 1,6 milioni di euro. Fra le persone che rischiano di essere condannate c'è l'attrice Sabina Guzzanti. Con lei, oggetto della stessa richiesta di pena, l'allora segretario romano del Pd, Marco Miccoli, l'allora consigliere di Roma in Action, Andrea Alzetta, il consigliere municipale Rino Fabiano, l' ex consigliere capitolino Nunzio D' Erme, l'esponente per il diritto all' abitare, Simona Panzino e molti attivisti della protesta che mirava a impedire che un luogo di arte e cultura come il Palazzo diventasse un casinò.
Il tentativo di sgombero, di dieci anni fa, fu impedito dalla presenza di 12 persone che ora rischiano la condanna. Perfino la Pm Rosa Mileto ha riconosciuto che l'occupazione del Nuovo Cinema Palazzo non fu "un'attività volta a un fine criminale, perché si voleva destinare il bene a un uso sociale culturale e non vi fu violenza. Si trattava probabilmente quindi della commissione di un reato nell' ambito di un'attività positiva". Il reato però viene contestato, e con esso arriva la richiesta delle pene.
La Guzzanti si è limitata a dire sarà il suo legale a parlare a tempo debito e che rappresenterà le sue ragioni "opposte a quelle dell'accusa". L'avvocato della Camene, società locataria del cinema, ha risposto che la richiesta di condanna e risarcimento riguarda particolarmente la Guzzanti perché diede particolare visibilità mediatica alla protesta, e sottolinea che secondo la società da lui rappresentata il Nuovo Cinema Palazzo è un teatro alla berlinese pronto per il relativo utilizzo, e non un casinò. La sentenza è attesa per il 25 marzo prossimo.
Una richiesta di pena che suona paradossale, ma che è arrivata in questi termini: 6 mesi di reclusione e una provvisionale di 250 mila euro su un danno stimato dai gestori del Nuovo Cinema Palazzo di Roma in 1,6 milioni di euro. Fra le persone che rischiano di essere condannate c'è l'attrice Sabina Guzzanti. Con lei, oggetto della stessa richiesta di pena, l'allora segretario romano del Pd, Marco Miccoli, l'allora consigliere di Roma in Action, Andrea Alzetta, il consigliere municipale Rino Fabiano, l' ex consigliere capitolino Nunzio D' Erme, l'esponente per il diritto all' abitare, Simona Panzino e molti attivisti della protesta che mirava a impedire che un luogo di arte e cultura come il Palazzo diventasse un casinò.
Il tentativo di sgombero, di dieci anni fa, fu impedito dalla presenza di 12 persone che ora rischiano la condanna. Perfino la Pm Rosa Mileto ha riconosciuto che l'occupazione del Nuovo Cinema Palazzo non fu "un'attività volta a un fine criminale, perché si voleva destinare il bene a un uso sociale culturale e non vi fu violenza. Si trattava probabilmente quindi della commissione di un reato nell' ambito di un'attività positiva". Il reato però viene contestato, e con esso arriva la richiesta delle pene.
La Guzzanti si è limitata a dire sarà il suo legale a parlare a tempo debito e che rappresenterà le sue ragioni "opposte a quelle dell'accusa". L'avvocato della Camene, società locataria del cinema, ha risposto che la richiesta di condanna e risarcimento riguarda particolarmente la Guzzanti perché diede particolare visibilità mediatica alla protesta, e sottolinea che secondo la società da lui rappresentata il Nuovo Cinema Palazzo è un teatro alla berlinese pronto per il relativo utilizzo, e non un casinò. La sentenza è attesa per il 25 marzo prossimo.
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Il tentativo di sgombero, di dieci anni fa, fu impedito dalla presenza di 12 persone che ora rischiano la condanna. Perfino la Pm Rosa Mileto ha riconosciuto che l'occupazione del Nuovo Cinema Palazzo non fu "un'attività volta a un fine criminale, perché si voleva destinare il bene a un uso sociale culturale e non vi fu violenza. Si trattava probabilmente quindi della commissione di un reato nell' ambito di un'attività positiva". Il reato però viene contestato, e con esso arriva la richiesta delle pene.
La Guzzanti si è limitata a dire sarà il suo legale a parlare a tempo debito e che rappresenterà le sue ragioni "opposte a quelle dell'accusa". L'avvocato della Camene, società locataria del cinema, ha risposto che la richiesta di condanna e risarcimento riguarda particolarmente la Guzzanti perché diede particolare visibilità mediatica alla protesta, e sottolinea che secondo la società da lui rappresentata il Nuovo Cinema Palazzo è un teatro alla berlinese pronto per il relativo utilizzo, e non un casinò. La sentenza è attesa per il 25 marzo prossimo.
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La Guzzanti si è limitata a dire sarà il suo legale a parlare a tempo debito e che rappresenterà le sue ragioni "opposte a quelle dell'accusa". L'avvocato della Camene, società locataria del cinema, ha risposto che la richiesta di condanna e risarcimento riguarda particolarmente la Guzzanti perché diede particolare visibilità mediatica alla protesta, e sottolinea che secondo la società da lui rappresentata il Nuovo Cinema Palazzo è un teatro alla berlinese pronto per il relativo utilizzo, e non un casinò. La sentenza è attesa per il 25 marzo prossimo.
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La Guzzanti si è limitata a dire sarà il suo legale a parlare a tempo debito e che rappresenterà le sue ragioni "opposte a quelle dell'accusa". L'avvocato della Camene, società locataria del cinema, ha risposto che la richiesta di condanna e risarcimento riguarda particolarmente la Guzzanti perché diede particolare visibilità mediatica alla protesta, e sottolinea che secondo la società da lui rappresentata il Nuovo Cinema Palazzo è un teatro alla berlinese pronto per il relativo utilizzo, e non un casinò. La sentenza è attesa per il 25 marzo prossimo.
Una richiesta di pena che suona paradossale, ma che è arrivata in questi termini: 6 mesi di reclusione e una provvisionale di 250 mila euro su un danno stimato dai gestori del Nuovo Cinema Palazzo di Roma in 1,6 milioni di euro. Fra le persone che rischiano di essere condannate c'è l'attrice Sabina Guzzanti. Con lei, oggetto della stessa richiesta di pena, l'allora segretario romano del Pd, Marco Miccoli, l'allora consigliere di Roma in Action, Andrea Alzetta, il consigliere municipale Rino Fabiano, l' ex consigliere capitolino Nunzio D' Erme, l'esponente per il diritto all' abitare, Simona Panzino e molti attivisti della protesta che mirava a impedire che un luogo di arte e cultura come il Palazzo diventasse un casinò.
Il tentativo di sgombero, di dieci anni fa, fu impedito dalla presenza di 12 persone che ora rischiano la condanna. Perfino la Pm Rosa Mileto ha riconosciuto che l'occupazione del Nuovo Cinema Palazzo non fu "un'attività volta a un fine criminale, perché si voleva destinare il bene a un uso sociale culturale e non vi fu violenza. Si trattava probabilmente quindi della commissione di un reato nell' ambito di un'attività positiva". Il reato però viene contestato, e con esso arriva la richiesta delle pene.
La Guzzanti si è limitata a dire sarà il suo legale a parlare a tempo debito e che rappresenterà le sue ragioni "opposte a quelle dell'accusa". L'avvocato della Camene, società locataria del cinema, ha risposto che la richiesta di condanna e risarcimento riguarda particolarmente la Guzzanti perché diede particolare visibilità mediatica alla protesta, e sottolinea che secondo la società da lui rappresentata il Nuovo Cinema Palazzo è un teatro alla berlinese pronto per il relativo utilizzo, e non un casinò. La sentenza è attesa per il 25 marzo prossimo.
Una richiesta di pena che suona paradossale, ma che è arrivata in questi termini: 6 mesi di reclusione e una provvisionale di 250 mila euro su un danno stimato dai gestori del Nuovo Cinema Palazzo di Roma in 1,6 milioni di euro. Fra le persone che rischiano di essere condannate c'è l'attrice Sabina Guzzanti. Con lei, oggetto della stessa richiesta di pena, l'allora segretario romano del Pd, Marco Miccoli, l'allora consigliere di Roma in Action, Andrea Alzetta, il consigliere municipale Rino Fabiano, l' ex consigliere capitolino Nunzio D' Erme, l'esponente per il diritto all' abitare, Simona Panzino e molti attivisti della protesta che mirava a impedire che un luogo di arte e cultura come il Palazzo diventasse un casinò.
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La Guzzanti si è limitata a dire sarà il suo legale a parlare a tempo debito e che rappresenterà le sue ragioni "opposte a quelle dell'accusa". L'avvocato della Camene, società locataria del cinema, ha risposto che la richiesta di condanna e risarcimento riguarda particolarmente la Guzzanti perché diede particolare visibilità mediatica alla protesta, e sottolinea che secondo la società da lui rappresentata il Nuovo Cinema Palazzo è un teatro alla berlinese pronto per il relativo utilizzo, e non un casinò. La sentenza è attesa per il 25 marzo prossimo.
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Il tentativo di sgombero, di dieci anni fa, fu impedito dalla presenza di 12 persone che ora rischiano la condanna. Perfino la Pm Rosa Mileto ha riconosciuto che l'occupazione del Nuovo Cinema Palazzo non fu "un'attività volta a un fine criminale, perché si voleva destinare il bene a un uso sociale culturale e non vi fu violenza. Si trattava probabilmente quindi della commissione di un reato nell' ambito di un'attività positiva". Il reato però viene contestato, e con esso arriva la richiesta delle pene.
La Guzzanti si è limitata a dire sarà il suo legale a parlare a tempo debito e che rappresenterà le sue ragioni "opposte a quelle dell'accusa". L'avvocato della Camene, società locataria del cinema, ha risposto che la richiesta di condanna e risarcimento riguarda particolarmente la Guzzanti perché diede particolare visibilità mediatica alla protesta, e sottolinea che secondo la società da lui rappresentata il Nuovo Cinema Palazzo è un teatro alla berlinese pronto per il relativo utilizzo, e non un casinò. La sentenza è attesa per il 25 marzo prossimo.
Una richiesta di pena che suona paradossale, ma che è arrivata in questi termini: 6 mesi di reclusione e una provvisionale di 250 mila euro su un danno stimato dai gestori del Nuovo Cinema Palazzo di Roma in 1,6 milioni di euro. Fra le persone che rischiano di essere condannate c'è l'attrice Sabina Guzzanti. Con lei, oggetto della stessa richiesta di pena, l'allora segretario romano del Pd, Marco Miccoli, l'allora consigliere di Roma in Action, Andrea Alzetta, il consigliere municipale Rino Fabiano, l' ex consigliere capitolino Nunzio D' Erme, l'esponente per il diritto all' abitare, Simona Panzino e molti attivisti della protesta che mirava a impedire che un luogo di arte e cultura come il Palazzo diventasse un casinò.
Il tentativo di sgombero, di dieci anni fa, fu impedito dalla presenza di 12 persone che ora rischiano la condanna. Perfino la Pm Rosa Mileto ha riconosciuto che l'occupazione del Nuovo Cinema Palazzo non fu "un'attività volta a un fine criminale, perché si voleva destinare il bene a un uso sociale culturale e non vi fu violenza. Si trattava probabilmente quindi della commissione di un reato nell' ambito di un'attività positiva". Il reato però viene contestato, e con esso arriva la richiesta delle pene.
La Guzzanti si è limitata a dire sarà il suo legale a parlare a tempo debito e che rappresenterà le sue ragioni "opposte a quelle dell'accusa". L'avvocato della Camene, società locataria del cinema, ha risposto che la richiesta di condanna e risarcimento riguarda particolarmente la Guzzanti perché diede particolare visibilità mediatica alla protesta, e sottolinea che secondo la società da lui rappresentata il Nuovo Cinema Palazzo è un teatro alla berlinese pronto per il relativo utilizzo, e non un casinò. La sentenza è attesa per il 25 marzo prossimo.
Una richiesta di pena che suona paradossale, ma che è arrivata in questi termini: 6 mesi di reclusione e una provvisionale di 250 mila euro su un danno stimato dai gestori del Nuovo Cinema Palazzo di Roma in 1,6 milioni di euro. Fra le persone che rischiano di essere condannate c'è l'attrice Sabina Guzzanti. Con lei, oggetto della stessa richiesta di pena, l'allora segretario romano del Pd, Marco Miccoli, l'allora consigliere di Roma in Action, Andrea Alzetta, il consigliere municipale Rino Fabiano, l' ex consigliere capitolino Nunzio D' Erme, l'esponente per il diritto all' abitare, Simona Panzino e molti attivisti della protesta che mirava a impedire che un luogo di arte e cultura come il Palazzo diventasse un casinò.
Il tentativo di sgombero, di dieci anni fa, fu impedito dalla presenza di 12 persone che ora rischiano la condanna. Perfino la Pm Rosa Mileto ha riconosciuto che l'occupazione del Nuovo Cinema Palazzo non fu "un'attività volta a un fine criminale, perché si voleva destinare il bene a un uso sociale culturale e non vi fu violenza. Si trattava probabilmente quindi della commissione di un reato nell' ambito di un'attività positiva". Il reato però viene contestato, e con esso arriva la richiesta delle pene.
La Guzzanti si è limitata a dire sarà il suo legale a parlare a tempo debito e che rappresenterà le sue ragioni "opposte a quelle dell'accusa". L'avvocato della Camene, società locataria del cinema, ha risposto che la richiesta di condanna e risarcimento riguarda particolarmente la Guzzanti perché diede particolare visibilità mediatica alla protesta, e sottolinea che secondo la società da lui rappresentata il Nuovo Cinema Palazzo è un teatro alla berlinese pronto per il relativo utilizzo, e non un casinò. La sentenza è attesa per il 25 marzo prossimo.