La musica e l’amore si intrecciano spesso nelle storie più toccanti, e la storia di Raiz, frontman degli Almamegretta, e della sua compagna Daniela Shualy ne è un esempio commovente. La recente scomparsa di Daniela ha lasciato un vuoto incolmabile nel cuore dell’artista e di tutti coloro che la conoscevano.
Raiz, molto amato anche per aver interpretato Don Salvatore Ricci in "Mare Fuori" ha condiviso il suo dolore e il suo ricordo citando il Libro dei Proverbi della Bibbia: "Una donna di valore, chi la troverà? Il suo valore è superiore a quello delle perle". Questi versi hanno ispirato l’inizio della canzone "Fa ammore cu’mme", un omaggio alla donna che ha definito come la perla più preziosa della sua vita.
La coppia ha condiviso tredici anni di vita insieme, anni descritti da Raiz come "una lunga giornata di sole senza una nuvola", illuminati dall’amore e dalla forza di Daniela. La loro storia è stata segnata da momenti di gioia e di dolore, tra cui la lotta di Daniela contro il cancro, che Raiz ha trasformato in musica nella canzone "Make it Work", un inno di incoraggiamento e speranza.
Il cancro che cos'è? - "Nessuno ha il coraggio di chiamare il cancro con il suo nome: brutto male, come se poi esistesse un bel male. Come il diabete o il raffreddore, è giusto chiamarlo con il suo nome per sapere bene con chi si ha a che fare. È la prima cosa che insegnano ai malati di cancro appena prendono coscienza della malattia". "Nella canzone affronto il tema del cancro in maniera molto ottimista, per esorcizzarlo" - aveva proseguito l'artista - "quello che è rotto, aggiustalo. Il cancro che cos'è? È una cosa che non è un virus e non è un batterio... è una cosa che tu generi. Forse un giorno scopriremo che la genesi del cancro ha molto a che vedere con la psiche".
Daniela Shualy, come Raiz-Gennaro, aveva origini ebraiche. Ed è stato anche attraverso la moglie, dalla quale sei anni fa ha avuto la figlia Lea, che il cantante, noto per la sua costante ricerca spirituale, si è convertito all'ebraismo. I nonni di Daniela erano ebrei ungheresi, che dopo essere sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti si sposarono per poi far ritorno in Israele. A Tel Aviv, nella casa che era stata dei nonni di Daniela, la coppia ha trascorso lunghi periodi.