Spararla grossa e non avere paura. Perché è un retroscena quello che rende pubblico Enzo Ghinazzi in arte Pupo, che riguarda il Festival del 2010 e nientemeno che la presa di posizione della Presidenza della Repubblica a intervenire sul verdetto finale delle giurie.
Quello che Pupo Ghinazzi affida alle pagine de La Repubblica è un retroscena della mancata vittoria di Sanremo che, a suo dire, voti alla mano, sarebbe spettata a lui che si esibiva con Emanuele Filiberto di Savoia e il tenore Luca Canonici, in gara con "Italia mia". Ma arrivò una telefonata dal Quirinale.
Queste le parole di Pupo: "Prima della finale i vertici Rai avevano ricevuto una telefonata dalla presidenza della Repubblica, temevano lo scandalo di un rappresentante di casa Savoia al primo posto a Sanremo. Avevano capito che avremmo vinto osservando il picco di ascolti record della serata in cui avevamo ospitato Marcello Lippi: quella sera si ruppe la chitarra, ci fu un attimo di impasse e allora Lippi fece un promo della canzone, cosa che non si poteva fare. Sabato mattina mi dissero che mi squalificavano e che avrei cantato solo come ospite; risposi che, pur avendo partecipato sei volte, non avevo mai vinto Sanremo: “Mi toglierete la vittoria lunedì mattina, ma io stasera vinco il festival e poi ci vediamo in tribunale”. Poi ci fu l'accordo: "Dissi: secondo mi va bene". E la vittoria andò a Valerio Scanu con "Per tutte le volte che".
Pupo non fa nomi ma all'epoca il presidente della Repubblica era Giorgio Napolitano. Ora sarebbe il caso che si specificasse da chi arrivò la fatidica telefonata. Nel mentre Pupo va in tour nell'Est Europa, Lituania, Kazhakistan e Russia dove il 27 gennaio terrà il suo evento "Pupo And Friends".
Foto da Instagram e Ansa