L'anno da record di Paola Cortellesi, e la sua paura: "C'è un pericolo a cui non voglio proprio espormi"


Quanto straordinario sia stato fin qui il cammino di "C'è ancora domani", il film d'esordio come regista di Paola Cortellesi, lo riassumono bene i numeri: ha battuto in Italia per incassi e numero di spettatori il fenomeno "Barbie", con 33 milioni di euro al box office e 5 milioni di spettatori (fonte Cinetel). E' uno dei più alti incassi di sempre della cinematografia italiana e il più alto mai realizzato da un film diretto da una regista italiana. E ora comincia il suo viaggio nei cinema esteri.
Mentre si gode il risultato straordinario e i record raggiunti, Paola Cortellesi rivela qual è in questo momento la sua più grande paura, a cui non vuole assolutamente esporsi. E quel pericolo è la deriva presa da personaggi famosi e non solo sui social, come ha detto intervistata dal Corriere della Sera: "Io li utilizzo per promuovere il mio lavoro o condividere cose belle o divertenti, ma non capisco perché debbano essere la vetrina della propria vita personale. Che senso ha esporsi, per come ti vesti o come mangi, al giudizio di persone che non conosci?".
E per concludere: "Mi preoccupano soprattutto gli adolescenti...Non tutti hanno la forza di superare critiche feroci e derisioni. Avere un ‘pubblico’, a quattordici anni, è pericoloso, molto pericoloso": Nessuno snobismo però: "A me non piace considerare il pubblico, i suoi gusti, con sussiego. Nella platea che qualcuno presuntuosamente definisce massa ci sono talenti, competenze, cuori che meritano attenzione e rispetto".
Foto da Instagram

Quanto straordinario sia stato fin qui il cammino di "C'è ancora domani", il film d'esordio come regista di Paola Cortellesi, lo riassumono bene i numeri: ha battuto in Italia per incassi e numero di spettatori il fenomeno "Barbie", con 33 milioni di euro al box office e 5 milioni di spettatori (fonte Cinetel). E' uno dei più alti incassi di sempre della cinematografia italiana e il più alto mai realizzato da un film diretto da una regista italiana. E ora comincia il suo viaggio nei cinema esteri.
Mentre si gode il risultato straordinario e i record raggiunti, Paola Cortellesi rivela qual è in questo momento la sua più grande paura, a cui non vuole assolutamente esporsi. E quel pericolo è la deriva presa da personaggi famosi e non solo sui social, come ha detto intervistata dal Corriere della Sera: "Io li utilizzo per promuovere il mio lavoro o condividere cose belle o divertenti, ma non capisco perché debbano essere la vetrina della propria vita personale. Che senso ha esporsi, per come ti vesti o come mangi, al giudizio di persone che non conosci?".
E per concludere: "Mi preoccupano soprattutto gli adolescenti...Non tutti hanno la forza di superare critiche feroci e derisioni. Avere un ‘pubblico’, a quattordici anni, è pericoloso, molto pericoloso": Nessuno snobismo però: "A me non piace considerare il pubblico, i suoi gusti, con sussiego. Nella platea che qualcuno presuntuosamente definisce massa ci sono talenti, competenze, cuori che meritano attenzione e rispetto".
Foto da Instagram

Quanto straordinario sia stato fin qui il cammino di "C'è ancora domani", il film d'esordio come regista di Paola Cortellesi, lo riassumono bene i numeri: ha battuto in Italia per incassi e numero di spettatori il fenomeno "Barbie", con 33 milioni di euro al box office e 5 milioni di spettatori (fonte Cinetel). E' uno dei più alti incassi di sempre della cinematografia italiana e il più alto mai realizzato da un film diretto da una regista italiana. E ora comincia il suo viaggio nei cinema esteri.
Mentre si gode il risultato straordinario e i record raggiunti, Paola Cortellesi rivela qual è in questo momento la sua più grande paura, a cui non vuole assolutamente esporsi. E quel pericolo è la deriva presa da personaggi famosi e non solo sui social, come ha detto intervistata dal Corriere della Sera: "Io li utilizzo per promuovere il mio lavoro o condividere cose belle o divertenti, ma non capisco perché debbano essere la vetrina della propria vita personale. Che senso ha esporsi, per come ti vesti o come mangi, al giudizio di persone che non conosci?".
E per concludere: "Mi preoccupano soprattutto gli adolescenti...Non tutti hanno la forza di superare critiche feroci e derisioni. Avere un ‘pubblico’, a quattordici anni, è pericoloso, molto pericoloso": Nessuno snobismo però: "A me non piace considerare il pubblico, i suoi gusti, con sussiego. Nella platea che qualcuno presuntuosamente definisce massa ci sono talenti, competenze, cuori che meritano attenzione e rispetto".
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