Elizabeth Taylor è stata una delle attrici più iconiche di Hollywood grazie anche ad un dettaglio unico e affascinante: i suoi occhi di colore viola. Pochi sanno che la splendida diva nascondeva in realtà una rara anomalia, la distichiasi, ovvero la presenza di una doppia serie di ciglia intorno alla rima palpebrale superiore. "I miei occhi violetti hanno attirato l'attenzione fin da bambina - dichiarò più volte l'attrice - e in molti rimanevano stupiti nello scoprire che il loro colore altro non era che il risultato di questa anomalia".
Nonostante ciò, quegli occhi penetranti e magnetici le permisero di emergere nel mondo del cinema e di diventare una delle donne più belle e affascinanti di sempre. Apparentemente innocua, la distichiasi conferiva agli occhi dell'attrice un colore e una lucentezza unici, che variavano dal blu al grigio fino ad assumere delle sfumature viola in determinate condizioni di luce.
A rivelare la vera natura degli "occhi violetti" di Liz Taylor fu il celebre oftalmologo che la ebbe in cura fin da bambina. Grazie alle doppie ciglia, le palpebre risultavano più folte del normale, incorniciando lo sguardo con un alone scuro e profondo che catturava l'attenzione. Questa anomalia, che avrebbe potuto essere corretta chirurgicamente, venne invece valorizzata dall'attrice, che la rese uno dei suoi segni distintivi.
L'oftalmologo spiegò anche che la doppia fila di ciglia causata dalla distichiasi schermava parzialmente l'iride, facendone emergere tutte le sfumature cromatiche. Liz imparò presto a sfruttare questa particolarità per enfatizzare lo sguardo con il trucco. Utilizzava ombretti scuri per intensificare l'alone intorno agli occhi. Negli shooting fotografici e nei primi film a volte ricorreva a lenti a contatto colorate che la rendevano del tutto irresistibile. Con il passare degli anni il colore degli occhi si fece più intenso, avvicinandosi sempre di più alla tonalità del viola.
Nel 1987 la rivista People la incoronò "Donna dalla bellezza più ammaliante di tutti i tempi", celebrando in particolare l'unicità e il magnetismo del suo sguardo.