Dai un megafono a Morgan e sarà suo sommo piacere improvvisare in modo ricco e creativo su se stesso e la sua vita. Mentre si attende il prosieguo del processo a suo carico per stalking e diffamazione ai danni di Angelica Schiatti, cantautrice, attuale compagna del cantautore Calcutta ed ex di Morgan, è il Corriere della Sera a offire il suo megafono a Marco Morgan Castoldi. In sostanza per difendere se stesso, il proprio essere "vero" in modo "scomodo" e definirsi uno con colpe e responsabilità, ma sempre mediate dalla durezza della vita e sì, in definitiva dal comportamento della presunta vittima.
Dice Morgan del periodi di eccessi verbali, di minacce di distruggere Angelica pubblicando immagini esplicite di lei, degli insulti a lei e a Calcutta in cui è coinvolta in modo pesante anche la madre del "rivale": "Mi ha mollato lì, sotto gli elettrodi e non l’ho più vista. Stavo in un letto d’ospedale, col cervello bombardato di onde magnetiche, il nervo ottico che urlava. Sono uscito dall’ospedale e mi ha bloccato su WhatsApp, non voleva più parlarmi, mi ha tolto la parola dopo otto anni che erano stati un fiume di parole, di scambio di anime". Ma nella versione di Angelica la storia sarebbe durata solo tre mesi.
Perché questo bombardamento cerebrale? Morgan, a suo dire, si sarebbe sottoposto a Padova alla a Transcranial magnetic stimulation, che “si pratica posizionando degli elettrodi sul cranio" in una zona frontale delle dimensioni di una moneta da cui si originerebbero gli impulsi verso vari tipi di dipendenza. La si usa in casi gravi per le droghe ma anche per il gioco d'azzardo.
L'allontanamento di Angelica in quel periodo, questa è la versione di Morgan, avrebbe portato al suo incattivimento. In sintesi: la vittima se la sarebbe cercata, ed eccolo scatenarsi. Ancora le sue parole sui pessimi messaggi poi divenuti pubblici: "Li ho mandati in quel contesto. Non ero in me e c’era anche il lockdown e ormai una neonata che aveva bisogno di un padre. Provavo una rabbia ingiustificata, ero esasperato, svuotato di qualsiasi speranza. Mi sentivo in fin di vita psicologicamente ed emotivamente".
Poi il vittimismo per quanto accaduto: "Nello scorso maggio, avevo firmato il contratto con Warner ed ero felice: da dodici anni, cercavo un contratto con una major. Il mio più grande dolore è che mi è stato tolto ogni lavoro: il disco, un libro che doveva uscire, il programma Rai, i concerti. Mi sento come amputato. Con Warner, Calcutta ha detto o me o lui, e Warner mi ha stracciato il contratto". E per questo, rivela, lui lo ha denunciato a sua volta.
Gran finale: "Mi hanno fatto diventare una persona che non sono". Anche se c'è l'ammissione: "Ho detto cose orrende, ma amavo Angelica, le chiedo scusa". Non si poteva partire da qui? Per una seria presa di coscienza, un comportamento diverso da quello che è stato Morgan negli ultimi anni? Incontinenza verbale, debiti, la presunzione di essere un artista assoluto e incompreso dagli altri, uno contro il sistema (ma quale? In tv ci va, alla premier Meloni finora è stato vicino), uno che può permettersi di fare tutto in nome di un superiore rapporto con l'arte e la poesia che si autoattribuisce. Nel mezzo ci sono una serie di storie sentimentali finite malissimo, figli lasciati senza alimenti, le denunce delle ex che hanno portato allo sfratto e a pignoramenti, incontinenza verbale fra social e tv, il descriversi come la vittima di una vita troppo dura. E poi nuovo giro nuova corsa: con Angelica, contro Angelica. Così è peggio. Qualcuno lo aiuti a darsi una misura che lasci spazio alla parte migliore di sé, quella che si può esprimere con la musica le parole, non con autocelebrazioni e minacce. (Cristiano Sanna Martini)
Foto da Instagram