Il 26 maggio 2024 avrebbe compiuto 100 anni. E mentre la Rai prepara una fiction sulla sua straordinaria vita, torna la memoria del Mike Bongiorno forse meno conosciuto, quello che fece il partigiano antifascista da giovanissimo, che venne catturato dalla Gestapo nazista e rinchiuso prima a San Vittore e poi in un campo di concentramento.
Nel 1960 Mike Bongiorno aveva rievocato quel periodo durissimo e il miracolo che gli salvò la vita, riproposto dal Corriere della Sera in occasione del centenario. Questi alcuni passaggi della testimonianza scritta da Mike Bongiorno: "Quindici anni: ero soltanto un numero...avevo l'abito a strisce e i tedeschi...mi chiamavano Michael Bonghiorno...ogni sera pregavo Iddio perché non mi uccidessero".
Perché lo avevano preso prigioniero? Scrive Mike: "Ero stato arrestato sulle montagne al confine con la Svizzera dove mi ero rifugiato dalla Gestapo che braccava tutti i giovani in età per mandarli sotto le rmi e quelli come me, in particolare, che erano cittadini americani. In montagna avevano fatto parte delle prime formazioni di partigiani".
Dopo la cattura Mike Bongiorno fu portato per 64 giorni nel carcere di San Vittore a Milano e rinchiuso nella cella 89 in quello che chiamavano "il raggio della morte" dove stavano tutti i detenuti politici e coloro che erano ritenuti spie. Era fresco di maturità classica e lottava per la sua sopravvivenza. La fame era terribile: "Si mangiava una volta sola al giorno. Ci davano una broda calda assolutamente liquida". Pare che patate e verdure venissero rubate dalla ciotola dai porta rancio. Riuscì a diventare, dopo molti mestieri in carcere, panettiere. Ma la sorveglianza era tale che non si riusciva a rubare neanche un boccone per placare la fame.
Andò peggio quando da San Vittore, Mike Bongiorno fu trasferito nel campo di concentramento di Spittal: "C'erano due metri di neve...tremavo per il freddo ma soprattutto perché temevo di essere chiamato anch'io fuori, assieme a quegli altri miei compagni i quali, giorno dopo giorno, venivano portati via senza che noi potessimo sapere che fine avessero fatto".
Poi il miracolo: uno scambio tra prigionieri che, incredulo, gli ridiede la libertà. E da lì l'inizio di una nuova vita. "Dopo la tempesta c'è sempre...la schiarita" scriveva Mike Bongiorno nel 1960.
Per decenni è stato il volto della tv dell'ottimismo e dell'intrattenimento, un innovatore in Italia.
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