"Sono cresciuto, ho le idee più chiare suchi voglio essere e sul mondo in cui vorrei vivere". È un Marco Mengoni "soddisfatto" e più'impegnato' quello che presenta 'Materia (Prisma)', l'ultimo capitolo della trilogia iniziata a dicembre 2021con 'Materia (Terra)' e proseguita ad ottobre 2022 con 'Materia (Pelle)'."La parola con cui vorrei accompagnare questo album è soddisfazione. Perché nonostante lo stop per Sanremo sono riuscito a mettere in questo discotutto quello che volevo".
La scelta del Prisma come simbolo di questo disco significa proprio questo: "Il prisma è un oggetto magico che trasforma la luce bianca in tutti i colori che la compongono. E in questo albumci sono tutti i colori che compongono le mie idee e le mie riflessioni. Sulla società in cui vivo, sull'essere umano, sulle sue relazioni, sulle sue emozioni", dice Marco, reduce da "un anno inaspettato" vissuto "con una nuova consapevolezza e maturità", tra dischi, live, la vittoria di Sanremo e il quarto posto all'Eurovision(nonché il Marcel Bezençon Composer Award, il premio assegnato per la migliorcomposizione da tutti gli autori dei brani in gara) con 'Due Vite'.
IL pezzo più 'politico' dell'album è 'The damned of the Earth', una canzone con chiaro riferimento alla piaga del caporalato, alla violenza e alla disumanità che si porta dietro, che sul finale cita, con una registrazione, la voce di Nelson Mandela, simbolo della lotta per la pace e l’uguaglianza: “Our march to freedom is irreversible, we must not allow fear to stand in our way”, è la frase pronunciata dal Premio Nobel per la pace nel 1990 in occasione del suo rilascio dalla prigione in Sudafrica e che arricchisce questo inno. "Non parlerei di brano politico ma di un brano che parla di storia, di errori e di quanta strada si debba fare ancora. Sento puzza di timore per il futuro su alcuni temi che mi stanno a cuore, come l'inclusività".
Un Mengoni più impegnato. E anche graffiante. Sulla bandiera arcobaleno portata all'Eurovision dice: "Era la bandiera dell’inclusività totale, quella contro tutte le discriminazioni. In Italia vedo tante cose che non sto capendo perché, nel 2023, mi sembrano anacronistiche. Non è un mio voler andare contro, ma un voler capire cosa accade. Credo che l’inclusività e le minoranze siano parte integrante della società".
E in tema di diritti Lgbtq+: "Un po’ mi fa paura, ma non sono solo visto che lo ha detto anche un capo di governo oltreoceano (il canadese Trudeau ndr). Ci sono azioni che vedo e pensieri che sento che mi fanno venire voglia di urlare le mie idee anche a costo di ricevere i commenti negativi che ovviamente sono arrivati dopo quella bandiera. Anche se erano di più quelli positivi. La posizione del governo attuale non mi piace. Oggi più di ieri ci sono cose che non capisco, non capisco personaggi come la Roccella o il presidente della Camera Fontana, certa politica ha un atteggiamento totalmente anacronistico".