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Esce la versione hard de "La ciociara" ed e' violenta polemica: "Non si fa business con la memoria degli stupri"

Nel 1960 Vittorio De Sica presento' il suo film tratto dal romanzo di Alberto Moravia. Fu successo e scandalo, lancio' come attrice drammatica Sophia Loren che vinse Oscar, Palma d'Oro e premio Bafta. Ora a fare una versione hard di quella vicenda e' Mario Salieri, regista napoletano che produce a Budapest. Protagonista della pellicola porno, Roberta Gemma (vero nome Floriana Panella), ex studentessa de La Sapienza diventata una stella delle luci rosse. Ma l'idea di rappresentare in chiave porno una storia cosi' dolorosa, come quella degli abusi compiuti dalle truppe alleate francesi (specie quelle di origine marocchina) contro le donne italiane (soprattutto nel Lazio e in parte della Toscana) durante la Seconda guerra mondiale, ha provocato sdegno e rabbiose proteste. La memoria dolorosa delle "marocchinate" (violenze carnali e omicidi a cui si abbandonarono i goumier nordafricani, ne sono documentate oltre duemila) non puo' essere accostata a uno spettacolo di intrattenimento pornografico. La pensa cosi' Emiliano Ciotti, presidente dell'Associazione delle vittime delle marocchinate, che ha chiesto al presidente del Consiglio, Gentiloni, di bloccare l'uscita del film. Gli fa eco Maria Spilabotte, senatrice del Pd originaria della Ciociaria, che si oppone alla "offesa del territorio e delle donne". CasaPound minaccia il regista e l'attrice Gemma, e Salieri prova a difendersi sulla sua pagina Facebook, dicendo che violenza e stupri sono stati commessi in tutti i teatri di guerra e che il suo film riprende vicenda e ambientazione del romanzo di Moravia portato al cinema da De Sica, ma lo fa liberamente e senza rappresentare "marocchinate". Ma la polemica infuria.