"Adesso alzati la maglietta": Ferrari, il successo da ragazzina, l'esaurimento e la rinascita
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A 58 anni è tempo di tracciare una linea e fare il consuntivo di una prima e importante parte della propria vita. Isabella Ferrari, fra le dive del nostro cinema, lo fa con piacere raccontandosi in un podcast e sulle pagine di 7 del Corriere della Sera. Era giovanissima, molto bella, poco colta quando il successo la raggiunse nella semplice casa di campagna in cui viveva. Sapore di mare la trasformò in star, da allora è stato tutto un accelerare, non senza contraccolpi.
Come lei stessa racconta: "Ebbi una crisi di rigetto. Non mi sentivo un’attrice, non avevo fatto una scuola, non avevo più voglia di stare dentro a quel meccanismo: mi venne un esaurimento e mi diedero delle medicine per superarlo. I miei si preoccuparono e mi portarono in montagna". E ancora: "Buttai via le medicine, ma sì, ero spaventata anche io. Pensavo che quello stato d’animo, quella depressione, me la sarei portata dietro per tutta la vita. Il successo improvviso si sposava con il pregiudizio. E il pregiudizio era a sua volta anche figlio della bellezza".
Traumatico anche l'impatto con l'ennesimo marpione durante un provino: "A volte ho ancora paura ad entrare nella stanza di un produttore. Lui che dice 'alzati la maglietta che voglio vederti il seno', tu che sei molto giovane e lo fai perché pensi sia fondamentale per poter fare il film. Non mi sono mai venduta, proprio mai. Però mi sono alzata quella maglietta e quanto mi è dispiaciuto, quanto mi ha ferito, quanto è difficile riconoscerlo, oggi".
Oggi è madre di tre figli, sposata col regista Renato De Maria, ha affrontato una malattia rara che le aveva tolto per un po' l'uso delle gambe, e si sente soprattutto una donna che, dopo il plauso della critica e i tanti premi vinti, è stata soprattutto sorpresa dalla vita: "Mi ha sorpreso il successo, l’incontro con l’uomo che è diventato mio marito, il restare incinta del mio terzo figlio, l’arrivo di una malattia abbastanza grave. Nella mia vita ci sono stata dentro fino in fondo". Niente invidia per gli altri ma una sensazione netta sì: "Essere stata capita veramente? Io? Mai".
Foto da Instagram
A 58 anni è tempo di tracciare una linea e fare il consuntivo di una prima e importante parte della propria vita. Isabella Ferrari, fra le dive del nostro cinema, lo fa con piacere raccontandosi in un podcast e sulle pagine di 7 del Corriere della Sera. Era giovanissima, molto bella, poco colta quando il successo la raggiunse nella semplice casa di campagna in cui viveva. Sapore di mare la trasformò in star, da allora è stato tutto un accelerare, non senza contraccolpi.
Come lei stessa racconta: "Ebbi una crisi di rigetto. Non mi sentivo un’attrice, non avevo fatto una scuola, non avevo più voglia di stare dentro a quel meccanismo: mi venne un esaurimento e mi diedero delle medicine per superarlo. I miei si preoccuparono e mi portarono in montagna". E ancora: "Buttai via le medicine, ma sì, ero spaventata anche io. Pensavo che quello stato d’animo, quella depressione, me la sarei portata dietro per tutta la vita. Il successo improvviso si sposava con il pregiudizio. E il pregiudizio era a sua volta anche figlio della bellezza".
Traumatico anche l'impatto con l'ennesimo marpione durante un provino: "A volte ho ancora paura ad entrare nella stanza di un produttore. Lui che dice 'alzati la maglietta che voglio vederti il seno', tu che sei molto giovane e lo fai perché pensi sia fondamentale per poter fare il film. Non mi sono mai venduta, proprio mai. Però mi sono alzata quella maglietta e quanto mi è dispiaciuto, quanto mi ha ferito, quanto è difficile riconoscerlo, oggi".
Oggi è madre di tre figli, sposata col regista Renato De Maria, ha affrontato una malattia rara che le aveva tolto per un po' l'uso delle gambe, e si sente soprattutto una donna che, dopo il plauso della critica e i tanti premi vinti, è stata soprattutto sorpresa dalla vita: "Mi ha sorpreso il successo, l’incontro con l’uomo che è diventato mio marito, il restare incinta del mio terzo figlio, l’arrivo di una malattia abbastanza grave. Nella mia vita ci sono stata dentro fino in fondo". Niente invidia per gli altri ma una sensazione netta sì: "Essere stata capita veramente? Io? Mai".
Foto da Instagram
A 58 anni è tempo di tracciare una linea e fare il consuntivo di una prima e importante parte della propria vita. Isabella Ferrari, fra le dive del nostro cinema, lo fa con piacere raccontandosi in un podcast e sulle pagine di 7 del Corriere della Sera. Era giovanissima, molto bella, poco colta quando il successo la raggiunse nella semplice casa di campagna in cui viveva. Sapore di mare la trasformò in star, da allora è stato tutto un accelerare, non senza contraccolpi.
Come lei stessa racconta: "Ebbi una crisi di rigetto. Non mi sentivo un’attrice, non avevo fatto una scuola, non avevo più voglia di stare dentro a quel meccanismo: mi venne un esaurimento e mi diedero delle medicine per superarlo. I miei si preoccuparono e mi portarono in montagna". E ancora: "Buttai via le medicine, ma sì, ero spaventata anche io. Pensavo che quello stato d’animo, quella depressione, me la sarei portata dietro per tutta la vita. Il successo improvviso si sposava con il pregiudizio. E il pregiudizio era a sua volta anche figlio della bellezza".
Traumatico anche l'impatto con l'ennesimo marpione durante un provino: "A volte ho ancora paura ad entrare nella stanza di un produttore. Lui che dice 'alzati la maglietta che voglio vederti il seno', tu che sei molto giovane e lo fai perché pensi sia fondamentale per poter fare il film. Non mi sono mai venduta, proprio mai. Però mi sono alzata quella maglietta e quanto mi è dispiaciuto, quanto mi ha ferito, quanto è difficile riconoscerlo, oggi".
Oggi è madre di tre figli, sposata col regista Renato De Maria, ha affrontato una malattia rara che le aveva tolto per un po' l'uso delle gambe, e si sente soprattutto una donna che, dopo il plauso della critica e i tanti premi vinti, è stata soprattutto sorpresa dalla vita: "Mi ha sorpreso il successo, l’incontro con l’uomo che è diventato mio marito, il restare incinta del mio terzo figlio, l’arrivo di una malattia abbastanza grave. Nella mia vita ci sono stata dentro fino in fondo". Niente invidia per gli altri ma una sensazione netta sì: "Essere stata capita veramente? Io? Mai".
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