La melodia in buona parte è identica, gli accordi sono gli stessi o poggiano sulla stessa armonia, il testo in parte è differente ma torna identico nella parte fondamentale, quella in cui la voce sillaba "tanto-tanto-tanto-tanto". Il singolo dell'artista spagnola Duna Sanchez Capricho suona identico a Il bene nel male di Madame. E la cantante italiana scoperta e valorizzata da Caterina Caselli, che ha portato quel brano anche in gara a Sanremo 2023, non l'ha mandata a dire.
"Un plagio fatto a modino - accusa Madame - forse avrei cambiato giusto due o tre notine". E pare tutto pronto per una causa per violazione del diritto d'autore. Le Iene sono andate in studio di registrazione in Spagna dove stava lavorando la Sanchez, che ai microfoni ha insistito: "Com'è nata la mia canzone? Chiudendomi in studio con tanta voglia di lavorare". E chi l'ha scritta? Così la Sanchez: "Io, tutto io. Sono un'artista spagnola e non ho mai ascoltato nella mia vita nessuna artista italiana".
Poi l'invito della Sanchez: "Lieta di conoscerti, mi spiace che non ci siamo conosciute in altro modo. Ti rispetto moltissimo, e pace. Siamo artisti".
Ma abbiamo idea che queste parole non basteranno ad evitare la richiesta di danni per plagio. Cosa dice la legge su questo? Le composizioni musicali sono tutelate dal nostro ordinamento dal Codice civile (in quanto opere dell’ingegno, ex articolo 2575) e dalla legge del 22 aprile 1941 numero 633 che regola il diritto d'autore.
Tuttavia non è automatico assegnare un verdetto di plagio, ogni caso ha le sue specificità e di solito l'ascolto comparato fra i due brani è sufficiente, in altri casi è necessario ascoltarne e analizzarne diversi simili. Questo lavoro viene affidato a un perito. In uno dei casi precedenti più celebri, quello che vide Al Bano contro Michael Jackson per il plagio della sua I cigni di Balaka, di cui Will You Be There sembrava proprio un clone. Era il 1992 e a decidere fu il maestro Ennio Morricone, sentiti anche i pareri di colleghi eccellenti.
Per lui il plagio era evidente. Al Bano si considerò vincitore e chiese a Jackson 14 miliardi di lire di risarcimento. Dopo un lungo tira e molla, tra condanne a Jackson perché pagasse almeno le spese processuali, nel 2001 il re del pop fu assolto. I due si promisero di realizzare assieme un concerto per i bambini del Kosovo in segno di pace, ma non avvenne mai, perché di lì a poco Michael Jackson cominciò ad essere implicato nel vortice di accuse di pedofilia e abusi su minori che lo costrinsero a difendersi per anni.
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