Lei lo ha detto e ci si è perfino fatta fotografare sulla copertina di Vanity Fair con quelle parole: "Io sono antifascista". Serena Bortone si era ribellata alla decisione dei vertici Rai di eliminare il monologo dello scrittore Antonio Scurati previsto nella sua trasmissione Che sarà alla vigilia del 25 Aprile.
Da allora è trascorso un mese di polemiche feroci mentre la posizione della conduttrice si complica. Nelle ultime ore, sentita in Commissione di vigilanza Rai, la presidente Marinella Soldi ha ridotto i toni di condanna espressi in un primo momento di fronte a quanto accaduto a Scurati e alla Bortone. Nelle parole della presidente Rai: "Non possono essere attribuiti intenti censori al vertice aziendale".
La Soldi ridimensiona quanto accaduto, anche se il suo richiamo resta: "Da un punto di vista di danno all’azienda si doveva agire in maniera unitaria. Non posso rivelare il contenuto emerso dall’audit, ma riguardo alla tempistica ci sono state azioni anomale, comportamenti che non erano usuali...". E ancora: "In ogni caso c’è stato un danno alla Rai anche da come è stata gestita da un punto di vista sostanziale e di comunicazione di questa vicenda".
Quindi il problema resta ma la parola "censura" va via. Bortone rimane nella tempesta e attende provvedimenti disciplinari. Mentre si parla di come la sua posizione in Rai diventi più fragile e circolano voci sulla futura conferma, non tutte positive.
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