Più che un arrivederci quello di Serena Bortone a "Che sarà" è sembrato un addio: "Questa è l’ultima puntata, io voglio ringraziare tutti. Sono stata onorata di lavorare con voi in questa grande azienda di servizio pubblico. Ringrazio voi, telespettatrici e telespettatori, che ci avete seguito e supportato e che siete cresciuti, puntata dopo puntata. Grazie dell’affetto e del sostegno, vi auguro una buona estate e buon vento”.
Non sfugge nelle parole della giornalista e conduttrice di "Che sarà", da mesi nell'occhio del ciclone per il "caso Scurati", l'uso del trapassato prossimo: segno che l'esperienza in Rai sembra qualcosa che appartiene ormai al passato. Niente però è stato ancora deciso anche se le ultime sortite dei dirigenti Rai non lasciano ben sperare. A cominciare dalle parole dell'amministratore delegato Roberto Sergio che senza mezzi termini ha affermato che Serena Bortone andrebbe licenziata.
Ma la conduttrice anziché farsi vedere mortificata o prudente ha deciso di rilanciare. E nelle ultime due puntate con il suo "Che sarà" ha parlato a lungo del Gay Pride difendendo la comunità LGBTQ+ ed è tornata a parlare di fascismo. Ecco la sua dichiarazione:
"Nessuno di noi parlerebbe di fascismo se se evitasse di inneggiare alla Decima Mas, fare francobolli sui fascisti, picchiare un deputato in Aula. Signorelli l'ex portavoce di Lollobrigida che parlava utilizzando un linguaggio orrendo. Io starei zitta, non ne parlerei più, basterebbe solo avere un minimo di decenza".
Parole chiare e forti dopo due mesi complessi, segnati dal caso Scurati, che l'hanno portata a un provvedimento disciplinare dell'azienda e all'ipotesi di essere "dimezzata" dalla prossima stagione con il suo programma ridotto alla sola serata del sabato.