Carrie Fisher, l'attrice che ha interpretato la principessa Leila (Leia nella versione originale) di Star Wars ha sempre detto di averlo detestato. Il bikini da schiava fetish indossato in Il ritorno dello Jedi, quando Leila è prigioniera dell'orribile contrabbandiere cosmico Jabba The Hutt che poi lei stessa strangolerà con le sue mani, è uno degli oggetti di maggiore oggetto di culto in tutta la fortunatissima saga di George Lucas.
Quel costume di scena, che aveva anche reso sorprendentemente sexy la principessa guerriera, è stato battuto all'asta per 175mila dalla casa Heritage Auctions. Con l'invidia per il neo possessore da parte di schiere di fan per cui Star Wars è quasi un culto religioso mondiale.
Nelle interviste in cui le è stato chiesto di raccontare episodi dai set di lavorazione di Star Wars, Carrie Fisher ha sempre detto quanto sia stato difficile gestire l'impatto di un successo così traumatico. Del momento in cui Lucas e i costumisti le presentarono il bikini da schiava, la Fisher ha detto: "Chiesi: state scherzando, vero? Mi sentivo nuda e in imbarazzo sul set, e destinata a fare la parte della sottomessa. In più, era molto rigido e non potevo muovermi liberamente né sedermi in modo che non fosse molto impostato, perché non era ammesso che si vedessero pieghe del mio corpo".
ll mitico bikini da schiava fu realizzato dai costumisti Aggie Guerard Rodgers, Rodis-Jamero con l'aiuto del designer Richard Miller, dopo aver studiato le donne barbare e guerriere partorite dalla penna fantasy del grande disegnatore Frank Frazetta. E' stato fatto in lamiera, filo di rame, pelle e seta, poi reso un po' pià comodo con materiale plastico. Ed è diventato uno dei costumi più usati e citati dai cosplayer di tutto il mondo, con schiere di ragazze e donne in gara per somigliare alla principessa Leila in vesti da schiava-guerriera.
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